Noemi Riccitelli – Vi ricordate “E.R.” negli anni ’90 o, per i più giovani, “Grey’s Anatomy” e “Dr House”?
Ecco, “Doc – Nelle tue mani” si inserisce nel classico genere “hospital” delle serie TV, ma, sebbene non tenda a brillare per originalità, ammiccando alle serie sopracitate, possiede un valore aggiunto.
Infatti, la fiction andata in onda per la prima volta, ieri sera, su Rai 1 si ispira a una storia vera: quella del primario Pierdante Piccioni che dopo un incidente stradale nel 2013 a Pavia, ha perso la memoria, così 12 anni della sua vita sono stati completamente cancellati.
Il dottor Piccioni ha affidato la sua esperienza anche alla pagine di due libri, Meno dodici e Pronto soccorso editi da Mondadori, scritti insieme a Pierangelo Sapegno.
Pierdante Piccioni è poi guarito, riprendendo a pieno la sua vita in corsia, tant’è che oggi è uno dei medici in prima linea per la cura dei pazienti affetti dal famigerato Coronavirus negli ospedali della regione Lombardia.
La serie Tv, diretta da Jan Maria Michelini e Ciro Visco, ha come protagonista l’attore Luca Argentero che interpreta il dottor Andrea Fanti, primario di medicina interna del fittizio Policlinico Ambrosiano, alter ego del reale dottor Piccioni; insieme a lui, un cast di volti celebri e nuove promesse della tv e del cinema italiano: Matilde Gioli, Giovanni Scifoni, Gianmarco Saurino, Simona Tabasco (vai alla pagina facebook della fiction).
Il primo episodio della serie, “Amnesia”, narra l’origine della storia del dottor Fanti che, tuttavia, rispetto alla realtà risulta molto romanzata: infatti, mentre l’incidente del dottor Piccioni è stato causato da un incidente stradale, nella fiction Andrea Fanti viene colpito da un colpo di pistola da parte del padre di un giovane, morto improvvisamente nell’ospedale di cui è primario.
Questo particolare, ahimè, risulta agli occhi attenti degli appassionati di serie TV un’evidente citazione di un episodio dell’americana Grey’s Anatomy, in cui il protagonista Derek Sheperd viene sparato per vendetta dal parente furioso di un paziente deceduto.
Lo stesso protagonista descritto, prima dell’incidente, come un medico sì brillante, ma scostante e burbero, tende a riprendere i tratti di Gregory House, il protagonista dell’omonima serie di successo.
Se questi particolari tendono a non deporre a favore di una storia unica e nuova, è necessario tuttavia considerare che l’intento della fiction è quello di narrare una vicenda di rinascita e forza, che vuole forse far conoscere al pubblico la figura del medico non solo come esperto luminare, ma anche come semplice uomo, quindi con tutte le sue possibili debolezze e qualità che vanno oltre l’uomo di scienza: un medico che è anche paziente.
Non a caso, la serie viene trasmessa in un momento storico particolarmente critico per il nostro Paese: l’emergenza del Coronavirus porta tutti gli italiani ad essere coinvolti nelle storie dei tanti sanitari impegnati in prima persona negli ospedali; medici e infermieri stremati da turni estenuanti, preoccupati per dati di contagio non sempre incoraggianti, ma tutti uniti, certamente, dalla volontà di aiutare e curare il più possibile.
Le stesse riprese della serie TV sono state interrotte a causa dell’epidemia di Co-Vid 19, tant’è che saranno trasmesse, per il momento, solo le prime 4 puntate, per poi riprendere i nuovi episodi in autunno.
Una fiction dai buoni sentimenti, che promuove i valori di riferimento che la tv pubblica nazionale rispetta e propone al vasto pubblico italiano, che a volte vuole essere stupito e guidato in storie avvincenti, altre volte vuole semplicemente lasciarsi andare all’ennesima trama senza colpi di scena.
L’intreccio di Doc – Nelle tue mani merita, in ogni caso, di essere approfondito: del resto, una diagnosi va sempre verificata.