Una Pasqua “diversa” ci attende quest’anno. Non potremo recarci in chiesa per partecipare alle funzioni religiose, non abbracceremo i nostri familiari né i nostri amici per scambiarci gli auguri di rito. Ma, forse è proprio il caso di dirlo, “l’apparenza inganna”. Sì, perché, a dispetto di quanto la pandemia che stiamo vivendo possa farci pensare, quella che festeggeremo domenica prossima, 12 aprile, sarà una Pasqua “speciale” nel senso qualitativo della parola.
Rimanendo al sicuro delle nostre abitazioni, potremo riscoprire il valore e la bellezza della famiglia attraverso la preghiera, grazie all’iniziativa promossa dall’Ufficio Catechistico Nazionale e dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della CEI. Si chiama “La Chiesa domestica” e comprende tre Sussidi rivolti alle famiglie, ai bambini e agli adolescenti da utilizzare come strumenti per riflettere sulla Parola del Signore durante il Triduo pasquale. In particolare, servizio, comunione, dono, attesa e gioia sono alcuni dei temi sui quali sarà possibile meditare in questi giorni che preparano alla Resurrezione di Gesù Cristo, attraverso le schede apposite, accompagnate da video che hanno come protagonisti Giovanni Scifoni, Paolo Cevoli, Marco Tibaldi e Cristina Odasso. (Fonte famiglia.chiesacattolica.it)
“Sentiamo la nostalgia dei suggestivi e significativi riti della Settimana Santa, come anche delle tradizioni che caratterizzano il nostro territorio. Però il mercoledì delle Ceneri il profeta Gioele ci ha ricordato di ‘tornare al Signore con tutto il cuore’ (cfr. Gl 2,12)”. E a Lui vogliamo ritornare in questo momento di prova con la chiesa universale che si manifesta e si raduna attraverso le chiese domestiche”. Sono le parole scelte da don Antonio Di Lorenzo, direttore dell’Ufficio Catechistico della diocesi di Alife-Caiazzo, in riferimento a questa idea della CEI, da lui accolta e proposta alle famiglie delle varie comunità della Diocesi. Il mistero del gesto d’amore compiuto da Gesù può così rivivere, attraverso la preghiera in famiglia, grazie al sussidio pensato dalla CEI, “che ci aiuta a riprendere quella bella tradizione dei nostri nonni di pregare in famiglia, che nell’ultimo periodo avevamo un po’ messo da parte, e lo possiamo fare utilizzando la proposta che più conviene alla nostra famiglia, dettagliatamente preparata, e con gesti semplici e significativi per ripercorrere con Gesù la via dell’amore e della speranza che mai delude”, conclude così don Antonio.