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Coronavirus. Non più “distanza” ma “alla presenza” dell’altro. La proposta spirituale di Mons. Piazza

Dopo Pasqua, mons. Orazio Francesco Piazza, vescovo di Sessa Aurunca e Amministratore apostolico di Alife-Caiazzo invita ad una lettura sapienziale della vita, a partire dall'esperienza della quarantena: risollevarsi dal groviglio di preoccupazioni e tornare - con prudena e responsabilità - nella vita

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Il Vescovo Mons. Orazio Francesco Piazza invita ad una lettura sapienziale della realtà. È la scelta di spiritualità compiuta per accompagnare le comunità di Sessa Aurunca e Alife-Caiazzo in questo tempo “diverso” della quarantena, in cui si aprono nuovi spazi di incontro e di confronto.
La libertà dei movimenti riconquistata, il reincontrarsi e il ricomporsi di cui “tutti avevamo bisogno”, spiega il Pastore, si accompagna ad una inevitabile euforia, tuttavia, “rimane fondamentale la prudenza e la responsabilità con cui dobbiamo vivere questo nuovo momento sociale”.
Il metodo proposto dal Vescovo invita a sollevarsi da ciò che si è vissuto per non rimanere prigionieri nel groviglio di preoccupazioni e pensieri di cui già si è fatta esperienza e che hanno contrassegnato le giornate e lo stile di vita: ri-flettersi nella realtà è la strada suggerita, cioè flettersi nuovamente nella vita, ritornare in essa ma con la Parola di Dio…
Richiama il libro dei Proverbi, Mons. Piazza, dove all’uomo è chiesto di abbandonare la stoltezza e scegliere la via dell’intelligenza… (Abbandonate la stoltezza e vivrete,
andate diritti per la via dell’intelligenza, Prv 9,6). “Proprio questo utilizzare la parola di Dio e questi riferimenti critici che consentono di rileggere la realtà, consentiranno delle scelte successive, oculate, responsabili e soprattutto cariche di buon senso”.

Qual è allora l’atteggiamento da vivere?
Come dare concretezza a questa provocazione?
La scelta del Vescovo è quella di riconsiderare la parola “distanza” diventato leit motiv di questa quarantena e trasformarla in un “vivere alla presenza”  riconsiderando la presenza altrui come misura e confronto per la vita di ciascuno.

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