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In convento ai tempi del Coronavirus dove la preghiera “ti rende responsabile di ogni fratello…”

Siamo ad Alvignano, presso la Comunità della Suore di San Francesco di Sales da cui ci giunge il racconto della "nuova" vita in quarantena: "È un tempo che ti aiuta a fare verità", spiega Suor Francesca

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Se fino ad ora abbiamo raccontato la quarantena da Coronavirus entrando nelle case di famiglie, nella vita di lavoratori, studenti e docenti, e anche in quella delle parrocchie, così come nel ritmo delle Istituzioni civili locali…, oggi bussiamo ad un’altra porta; è la casa di una comunità di Religiose che in tanti conoscono, a cui tanti suonano il campanello…
Come cambia il tempo e la vita ai ritmi di Covid19?
“La preghiera si fa più intensa ed essenziale, matura la consapevolezza che siamo creature e non il ‘Creatore’, che l’Amore a cui ti chiama Cristo ti rende responsabile del dolore del fratello…”

A raccontarcelo è Suor Francesca Bortoli della comunità di San Francesco di Sales di Alvignano che insieme a Suor Rosalia, Suor Franca e Suor Paola condivide la missione di religiosa nel servizio educativo con le attività scolastiche della “Fondazione Principi di Piemonte”, e pastorale nella locale chiesa alvignanese.

Francesca Bortoli – Pandemia, chiusura, preghiera, pace, interiorita… Si potrebbe continuare a cerniera!
È una dinamica questa, che parte dall’esterno e arriva, piano piano, all’interno dove risiede la vera ricchezza dell’uomo.
Sì, perché ogni persona vale per quello che custodisce dentro…

Ognuno di noi, senza accorgersi, corre, corre verso l’esterno, verso quegli orizzonti che affascinano che attraggono e, piano piano, ti conquistano mentre non ti accorgi di essere preso dalla frenesia della compensazione senza sentirti mai saziato.

Quante volte diciamo “Non è possibile fermarsi: il mondo corre…..”; “il lavoro è necessario!”; “Bisogna stare al passo. Chi si ferma è perduto. La tecnologia ci precede e noi dobbiamo seguirla….”
E…corri.

Ma nessuno forse si accorgeva che ci stavamo perdendo, spegnendoci nella gioia di vivere e dell’incontrarci.
Senza nessun preavviso è arrivato il Coronavirus e il mondo si è fermato sconcertato.
All’uomo, che con il suo sapere non era capace di prendersi del tempo per sé, ci ha pensato un piccolissimo essere a farci rallentare il passo e a fermarci. Alt! Sotp!

A noi Religiose chiamate per vocazione ad incontrarci personalmente e quotidianamente con il Signore, ci viene offerto un tempo prolungato per “stare” con Lui e pregare per tanti fratelli che si trovano in gravi difficoltà. Se durante l’anno doniamo e impegniamo le nostre giornate in diverse attività come quelle scolastiche e pastorali, ora, in questo tempo, consegniamo solo tanta, tanta preghiera.

Sì, è davanti a Lui che si spianano tante realtà, che si realizzano tanti desideri, che prende vita la nostalgia di Dio a volte soffocata dall’attivismo e ci fa sentire ricche nella povertà, felici anche nel sacrificio.

È il Maestro a donarci la pace che fa lievitare ogni nostra intenzione; è Lui a sgravare il nostro passo stanco, e a provvederci di quell’energia per raggiungere ogni nostro traguardo.
In questo tempo riscopriamo che l’Eucaristia è la fonte della nostra gioia, la realizzazione della nostra vita, la  meta del nostro procedere.

È un tempo che ti aiuta a fare verità, che ti fa conoscere chi sei e per chi vivi , che ti dà la possibilità di guardarti allo “specchio” per toglierti le rughe dell’indifferenza, del compromesso, dell’infedeltà e dell’opportunismo e per “spalmare” la tua vita alla comprensione, alla gratuità e alla solidarietà.
È un tempo, si spera, non sprecato, ma per rivedere la tua vita davanti al Signore.

Mi guardo intorno e mi accorgo che il sole continua ad illuminare, il verde riveste le colline e il colore dei fiori dipinge la natura. Sì, perchè è la Bellezza di Dio a vincere l’inquinamento interiore dell’uomo; è la Bellezza fedele dell’amore ad insegnarci ancora che tutti, proprio tutti, siamo assetati del Bello che è Cristo Risorto, padre e salvatore di tutti, anche per te che leggi.

È tempo di essenzialità, è tempo di incontrarci con Lui e di credere a quell’Amore che ti rende responsabile di ogni fratello che ora ha il volto del dolore, della malattia e della paura.
Ma a sostenere questa inaspettata “Storia di salvezza“ è Qualcuno che si affianca ogni momento al tuo cammino e ti ripete: “Non avere paura di consegnare la tua vita”.
È questa fede che aiuterà il mondo intero a ritrovarsi creatura e non più credersi il Creatore.

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