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Coronavirus. In Italia didattica a distanza sotto accusa. Ma dai maturandi del Matese un ‘grazie’ ai prof

Le interviste a Marco, Luigi, Gaia, Giovanni, Caterina, studenti del Liceo e dell'Industriale di Piedimonte Matese che si preparano al nuovo esame di Maturità

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Grazia Biasi – Il report di Osservatorio Terre des Hommes e di ScuolaZOO fa il punto della situazione sulla didattica a distanza applicanta dalla Scuola italiana in questo periodo di quarantena, con un focus particolare sulle osservazioni dei maturandi: Quasi il 60%, infatti, pensa che la didattica a distanza abbia peggiorato la qualità dell’apprendimento, mentre il 75% dichiara di ricevere una mole di lavoro individuale maggiore ed è convinto che il programma non verrà completato. Inoltre, 1 maturando su 2 è preoccupato del fatto che tutto questo possa notevolmente influenzare il risultato finale dell’esame (scarica il documento).

Su programmi, contenuti e dinamiche di apprendimento, almeno per i maturandi del Matese, la cosa sembrano essere andata diversamente (…a parte il disagio o il dispiacere per le mancate relazioni, il confronto, la condivisione…).

Saranno i piccoli numeri, sarà il legame tra docenti e studenti rafforzato da una familiarità spontanea che caratterizza il Sud e i piccoli centri, il senso di appartennza alla ristretta comunità da proteggere, da tutelare, da far crescere… sarà il buon cuore di tutti, ma il racconto dei nostri studenti rivela il volto di un’altra Didattica a distanza
A mancare, senza dubbio, in questo pezzo di anno scolastico, il contatto fisico, la chiacchierata con gli amici, “i rimproveri della bidella”, i momenti di desiderata libertà dell’ora di educazione fisica, la possibilità di una domanda in più e una risposta in più in classe, ma gli studenti matesini, quelli che si preparano alla Maturità la salvano eccome la loro Scuola! Ma soprattutto è forte in tutti la gratitudine per i loro professori…
Bello ritrovare in questi giovanissimi la riconoscenza per adulti che in questo momento sono al di là del computer e di un cellulare a tutte le ore…

Dai racconti di Marco, Luigi, Gaia, Giovanni, Caterina, tutti studenti del Matese, emerge che mancando questo ultimo spaccato di vita scolastica mancherà qualcosa anche in futuro: il ricordo che quando sarai adulto ti consolerà e ti riporterà alla spensieratezza, ad alcuni affetti, a quelle relazioni che ti hanno “costruito”.

Dalla voce dei nostri studenti scorgiamo tuttavia un’altra esperienza, che rivela soprattutto ‘gratitudine’ verso i professori, per la premura ricevuta, per le attenzioni che spesso si sono moltiplicate. “Le nostre ore di matematica e fisica si sono allungate ognuna di mezz’ora” spiega Marco Prencipe (V BS, Liceo Galilei) perché il tempo non venisse assorbito eccessivamente dalla prove di collegamento in rete…”.
Gran senso di responsabilità (e talvolta nuovo) riscoperto in questi giovani, anche se come tutti gli intervistati confermano, chi ha motivazioni in classe può averle anche a casa, così come può accadere il contrario…

E partiamo proprio da Marco, che oltre a preparare la Maturità, fino a pochi mesi fa si esercitava per i test d’ingresso a Medicina, rimandati ormai a settembre…
“Le ore di studio sono aumentate, i compiti a casa anche… Diversamente da quanto ci aspettavamo, siamo riusciti a portare avanti i tutti i programmi, pur condensati, mentre ora ci concentriamo sull’Esame”. Una prova nella prova questa Maturità: “Sì, perché si sono alternate tante voci sul modello di esame che avremmo affrontato e questo ha creato non poche tensioni e disorientamento sia a noi studenti che ai professori”. Nessuna accusa nelle parole di Marco “perché in fondo nessuno era preparato a tutto questo. Adesso che abbiamo preso un buon ritmo e stabilito una perfetta intesa con i professori, le cose stanno andando bene….”.
“Ci premia il fatto di essere giunti alla fine di questo percoro con delle buone basi, una solida formazione a cui per primi i nostri docenti hanno sempre puntato: ed è questo che oggi ci permette di poter vivere in maniera diversa (seppur anomala) gli ultimi mesi di scuola. Ma i più piccoli? I ragazzi alle prese con il primo latino o il primo greco….?”.

Luigi Pezzella e Gaia Capaldi sono i due rappresentanti degli studenti dell’Istituto Industriale di Piedimonte Matese, il primo in V AEN (indirizzo Energia), la seconda in AT (indirizzo Tessile), anche loro entusiasti per l’andamento della Didattica a distanza ancor più perché si tratta di classi con un modesto numero di alunni, “dove ognuno di noi è seguito personalmente con tanta dedizione da ciascun professore…”.
“Da quando siamo a casa abbiamo più ore da dedicare allo studio e ai compiti ”, racconta Luigi con un entusiasmo che non ti aspetti da un giovanissimo di questa età. “La distrazione che può darti un social non va oltre un’ora di tempo, poi sei tu, i libri, i collegamenti online con la classe e la maturità da svolgere con serietà…”.
“L’Istituto Industriale – continua – aveva già sperimentato la “condivisione” online di lavagne interattive per cui molte esercitazioni, dopo una primissima fase sperimentale, le abbiamo potute svolgere tranquillamente da casa. Che non è come in classe, ma è la strada che dobbiamo percorrere e lo stiamo facendo con gran scrupolosità”.

Ma seppur vada tutto bene manca qualcosa anche qui: “Manca la gioia di una gita insieme agli amici, manca l’ansia dell’esame, manca un pezzo di storia personale molto importante”.  Una Storia che però si è arricchita di una inaspettata novità, la bella relazione con i docenti di classe… “esperienza che forse non ha toccato i più giovani studenti – precisa Luigi – quelli appena arrivati a scuola che non hanno fatto in tempo a costruire relazioni con i nuovi adulti conosciuti al di là della Cattedra”.
L’altra faccia della epidemia, non nasconde delle occasioni formative e professionali mancate, come l’interruzione dell’alternanza scuola-lavoro. “Quest’anno avremmo dovuto conseguire il brevetto per l’installazione di pannelli solari presso la GL Solar Energy di Marcianise, fondamentale per il curriculum vitae di  un giovane che esce da questo percorso di studi, e invece nulla di fatto, così come per la certificazione del corso di AutoCAD anch’essa interrotta. Occasioni che per alcuni potrebbero non tornare più…”.
Eccolo il Coronavirus a fare vittime, senza attaccare il sistema immunitario dell’organismo ma delle possibilità di futuro…

Un pensiero ai più piccoli arriva anche da Gaia che con Luigi ha condiviso la bella esperienza di rappresentare gli studenti di questa scuola: “È proprio per loro che avrei voluto fare di più…onorando al meglio la responsabilità che mi è stata affidata… A loro, ancor nuovi ed inesperti è venuto a mancare quel rapporto che ogni giovane vive  all’inizio di un percorso formativo importante come questo alla nostra età, con il rischio di prendere sotto gamba la necessità di studiare con costanza anche da casa…”.
La sua è una classe di tutte ragazze, “e tutte stiamo provando a fare del nostro meglio ed affrontare la maturtà nella maniera più seria possibile. Nel nostro caso, dove l’attività di laboratorio è fondamentale, ci siamo ben organizzate anche casa; il materiale di cui avremo bisogno per preparare un book di figurini per l’Esame presto le recupereremo a Scuola grazie alla disponibilità del nostro Istituto in quanto comprare il materiale di cui abbiamo bisogno sarebbe troppo costoso…”.

“Quando un giorno mi chiederanno cosa non dimenticherai mai di tutta questa situazione, risponderò dicendo che sbagliavo a desiderare che la scuola finisse quanto prima…”. Giovanni Morelli frequenta la V AC (Classico) del Liceo Galilei. Mentre scorrono le ultime ore e gli ultimi giorni di scuola, si fa presto a dire cosa manca in questo momento ad un ragazzo ormai al termine dei suoi studi liceali e cosa mancherà… “gli ultimi compleanni, le ultime pizze organizzate durante la ricreazione,. Il brivido di essere scoperti a copiare,  ma soprattutto gli ultimi giorni in classe per vivere il suono dell’ultima campanella o la soddisfazione delle ultime versioni…. Per non parlare di quello che è venuto completamente meno come l’esperienza dell’orientamento universitario o della gita scolastica…”. Tasselli che non verranno più, un tempo che qualcuno resterà ad immaginare come sarebbe stato se….È forte il desiderio di relazione, il bisogno dell’altro, degli amici e delle amiche, così come dei professori, ai quali “va un immenso grazie per la disponibilità, la comprensione che ci dimostrano giorno dopo giorno e per l’affetto con cui ci seguono; così come alla Dirigente De Girolamo e al suo staff  per essersi attivati in pochissimo tempo permettendo a tutti noi di continuare a lavorare nel miglior modo possibile….”. Le difficoltà della Didattica a distanza emergono tutte lì, nel limite imposto da un monitor ma non di certo in quello che insieme – alunni e professori – hanno provato a costruire e soprattutto a non perdere… a parte poi “l’incognita di un esame che in questi mesi ha cambiato format ripetutamente…”.

“Qualcuno dice che siamo fortunati perché il nostro, probabilmente, sarà l’esame più semplice della Storia, ma nessuno mai potrà farci rivivere il brivido, la paura, l’ansia nello stomaco e la voglia di spaccare tutto insieme quella notte prima degli esami. È il rammarico di Caterina Zannito, V AL (Linguistico) del Galilei. Anche per lei si chiude un ciclo di storia e di vita con un sapore amaro, con un sospeso che resterà per sempre.
“Un po’ disorientati per la modalità della prova finale, ma ci stiamo impegnando, chi più e chi meno, per preparare il materiale che possa essere all’altezza dei cinque lunghi anni che ognuno di noi ha vissuto nella propria scuola, che fondamentalmente rappresenta una seconda famiglia, nel bene e nel male”. Nessuno degli intervistati discute la buona volontà di studenti e docenti e in più ne esalta il sacrificio e la voglia di fare bene fino in fondo superando anche i primissimi e difficli giorni di adattamento alla didattica a distanza per la poca dimestichezza con le piattaforme digitali e talvolta per l’assenza di strumenti adeguati… “Abbiamo avuto grande supporto dai nostri professori e tutt’ora lo abbiamo perché sia sereno il momento di tensione che stiamo vivendo ognuno con le sue  particolarità, con le risorse e i limiti che si porta dentro…”.

Cosa emerge alla fine di questi confronti, di chiacchierate che sono state molto più lunghe di una pagina di giornale…? Il bisogno di “famiglia”, quella scolastica; quella che in questi mesi dell’anno, solitamente, non si vede l’ora di lasciarsi alle spalle per prendere il volo. Questa volta no. L’anticipata lontananza da amici, professori, banchi, il mancato sostegno reciproco che serve mentre ti avvicini all’esame, ne ha provocato una anticipata nostalgia e il riconoscere in quel mondo il luogo (talvolta l’unico) dove crescere, dove venire al mondo veramente…

 

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