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Coronavirus. Il Matese “fa squadra” e programma di ripartire “da ciò che siamo: natura e accoglienza”

Al lavoro Associazioni, piccoli imprenditori agricoli e ristoratori, artigiani e professionisti. l'Associazione Loev Matese lancia la proposta, e la risposta non tarda ad arrivare: presto la pianificazione dei "lavoro comune"

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Un virus che ha diviso, ma solo fisicamente.
Un virus che invece ha unito idee e la volontà di uscire più forti e più audaci di prima.

L’idea è venuta dall’associazione matesina Love Matese che ha chiamato a raccolta altre associazioni, produttori e ristoratori locali, artigiani, professionisti attingendo prima di tutto a collaudate forme di collaborazione tra essi e messo insieme l’idea di una nuova rete che, a partire da subito, pensi, progetti, realizzi per non lasciare il Matese fermo ai tempi del Coronavirus.

Un primo incontro online è andato alla grande, ma altri ne seguiranno a cui si aggiungeranno nuovi volti e nuove idee. Da dove ripartire? Senza dubbio dall’energia sprigionata dal primo confronto: è quella forza covata da dentro, sotto quell’ombra che due mesi fa ha frenato una primavera che poteva essere serenamente di ritorno al turismo di stagione, ad un regolare ritmo di lavoro, ai servizi di sempre (ma sempre con l’idea di migliorarne il valore).

“Molteplici  spunti, parole chiave, obiettivi, riflessioni, sono emersi con la forza generatrice della passione, come quella dell’acqua che dopo aver trascorso tanto tempo nel sottosuolo, arricchita dei minerali e delle sostanze della terra, fuoriesce alla sorgente con la potenza della spinta verso la luce”. Spiega Claudia Orsino di Love Matese.

E allora da dove ricominciare? Paradossalmente da quell’aspetto geografico di lontananza, e talvolta di marginalità: il Matese, i suoi piccoli borghi, gli spazi ampi e puri delle vallate e della montagna si confermano una possibilità per i residenti e i “forestieri” di vita sana, di cibi buoni, di movimento e sport, di contatto diretto con la natura. E se anche la Scuola, alla riapertura, beneficiasse di tale possibilità? Anche di questo si è parlato nella prima riunione online.

“C’è stato un primo confronto veloce sul tema mobilità,  – è quanto spiega Angelo Rotunno guida ambientale escursionistica e membro di Love Matese – partendo dal fatto che la nostra posizione geografica è ora più che mai considerata una risorsa. I parchi, le riserve naturali, i piccoli borghi in cui noi viviamo e lavoriamo saranno le prossime mete di viaggio per una grande parte della popolazione regionale. Dobbiamo essere bravi a organizzare l’ospitalità turistica in modo da garantire la conservazione e la tutela del “giacimento naturale” e, al tempo stesso, immergere il visitatore in esperienze speciali, rielaborate per un numero ridotto di clienti e potenziate nella qualità del servizio”.

Nulla di improvvisato, nulla di affidato al caso, ma sicuramente all’esperienza maturata negli anni dalle organizzazioni presenti sul territorio: questa confidenza con il Matese e i suoi maggiori frequentatori oggi permette di tracciare il profilo del visitatore-tipo per individuare la risposta che egli si attende: sport e accompagnamento turistico sono le piste da battere su cui le piccole associazioni locali si sono misurate da tempo, garantendo servizi di qualità oltre che di novità (avreste mai immaginato trascorrere qualche ora in canoa sul lago Matese riscoprendone il paesaggio e la vegetazione? E di fare trekking notturno risalendo Monte Muto o per riscoprire il centro storico di Caiazzo? Per non parlare delle prelibatezze culinarie di cipolle e formaggi…e poi i vini e i taralli.)

“Da qui si può partire per assemblare delle offerte esperienziali su misura che incrociano i gusti e le aspettative emotive, di servizi ed economiche differenti, considerando che la scelta dei customers, sarà molto probabilmente condizionata dalla percezione del livello di sicurezza e salubrità dell’attività e della location proposta”, spiegano ancora da Love Matese.

Garantire serietà e professionalità, qualità della proposta e continuità di essa, nonché una variabile di possibilità e e di offerte rispetto alle stagioni e alle esigenze.
Nell’idea del dopo coronavirus è incluso soprattutto il benessere della comunità locale, quella che accoglie, fondata su un’altrettanta rete di legami parentali che sostengono una piccola o media economia di antica tradizione, su cui sono cresciute generazioni di figli e nipoti.
Restare uniti, procedere insieme, ma arretrando di un passo rispetto alle “singolarità” di ogni esperienza per acquisire un ritmo comune di lavoro e di investimento e così vivere una comune e condivisibile ripartenza. Sarebbe l’ideale oltre che espressione della volontà di procedere in cordata.

Alcune settimane fa, su La Gazzetta dei Sapori, l’articolo a firma del dott. Vincenzo D’Andrea, medico veterinario, ma soprattutto matesino, anticipava in qualche modo la riflessione da cui si parte ora, parlando del valore antico, solido, autentico delle “filiere fragili”, ossia le piccole produzioni e le piccole distribuzioni che oggi devono rappresentare la motivazione, la vena da cui far fluire vita e che egli ha definito espressione della “cultura dei luoghi” e di resilienza di chi le fa. In pratica tutte quelle filiere che hanno permesso l’adattamento dei popoli indigeni a sopravvivere alle evoluzioni dei tempi, con ciò che l’ambiente poteva offrire e la cultura della tradizione permetteva di elaborare”.

Parole che non solo rafforzano l’idea che il potenziale nostrano sia un seme ancora intatto, prondo a moltiplicarsi, ma che pensieri, idee e l’edificazione di un futuro che si compie giorno dopo giorno viene da pensatori eccellenti, professionisti qualificati, sognatori nati nel Matese e che sognano in grande per il loro territorio.

Le piccole e medie esperienze di imprenditorialità (da quella agricola a quella culinaria o artigiana) non hanno bisogno dei grandi brand che ne riscattino la posizione sociale, ma della dignità di loro stessi, che coniugata ad intelligenza ed audacia, li metta ben in vista in tutta la loro naturalezza, qualità e trasparenza.

I confronti vanno avanti, il dialogo è in corso, le idee corrono, le mani sono al lavoro.  Cosa ci attende per i prossimi mesi? Restate connessi…

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