Home Territorio Coronavirus. Nasce ‘Alife-Vive’, il gruppo di cittadini impegnato per la Comunità

Coronavirus. Nasce ‘Alife-Vive’, il gruppo di cittadini impegnato per la Comunità

Si lavora accanto agli assistenti sociali per accedere alle case con maggiori difficoltà economiche. Il sogno è quello di un'associazione che si occupi dei disagi sociali dei più giovani

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Alife-Vive è il nome di un gruppo di cittadini, divenuto anche gruppo facebook (vai alla pagina) “per dirci che di fatto la nostra Città non è morta, così come non sono morte le idee e le iniziative di solidarietà”. Ce lo spiega Anna Ferrante promotrice dell’iniziativa di solidarietà partita all’inizio della quarantena, quando si sono palesati i molteplici bisogni della comunità e soprattutto di quella parte di essa colpita dalla primissima crisi economica con il blocco di ogni attività lavorativa.

L’appello rivolto agli alifani è stato quello di unire le forze facendosi promotori della raccolta di beni alimentari di prima necessità: “positiva la risposta, ma adesso non basta, serve ancor più collaborazione, ancora più vicinanza perché la crisi perdura anche se la quarantena e la pandemia sembrano lasciarci un po’ di tregua”. Fino ad ora è stato fondamentale il supporto dei negozianti della Città, piccoli e grandi, e degli alifani che hanno contribuito alla “spesa sospesa” attivata presso numerose attività commerciali: ma l’appello di queste ore – spiegano i membri di Alife-Vive – è quello di non abbandonare l’impegno a favore dei cittadini meno fortunati.

Da un’emergenza nascono più idee e non solo circoscritte a questo tempo: il gruppo (che sogna anche di diventare associazione) rivolge al momento un pensiero particolare ai numerosi ragazzi e adolescenti della comunità che vivono situazioni di disagio sociale e di conseguente emarginazione… “sarebbe bello – spiegano – poter dedicaro loro spazi ed attività che li rendano protagonisti di azioni, lavori, impegni che la stessa Alife gli riconosca…e da cui emerga la loro creatività e una ritrovata fiducia in se stessi”.

Sono pensieri maturati in queste settimane anche dal confronto con gli Assistenti sociali del Comune con i quali si sta lavorando gomito a gomito soprattutto per distribuire, in maniera discreta ed oculata, i viveri donati dalle persone. “La scelta di un lavoro a quattro mani è stata dettata dalla volontà di non sovrapporci alle iniziative già in corso e di essere guidati nel modo migliore, senza inoltre risultare invadenti in quelle realtà che necessitano di discrezione e supporto specifico”.

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