Home Chiesa e Diocesi Diocesi di Alife-Caiazzo. Si ritorna a Messa, tra regole e commozione

Diocesi di Alife-Caiazzo. Si ritorna a Messa, tra regole e commozione

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Raviscanina

C’era attesa per la prima messa domenicale con il popolo…
È stato un piacevole ritrovarsi, un momento di comunione importante per le comunità parrocchiali, chiamate da questi momento a fare i conti con un nuovo stile di vivere e affrontare la vita pastorale.
Posti ridotti per garantire il distanziamento tra le persone, ma l’altrettanta ridotta presenza di fedeli ha consentito un’agevole gestione della nuova organizzazione.
Nella Diocesi di Alife-Caiazzo non tutte le Chiese hanno aperto, alcuni parroci infatti attenderanno la solennità di Pentecoste per il ritorno della celebrazione con la Comunità.

Tutto si è svolto nel totale rispetto delle regole che il Governo e la Conferenza episcopale italiana hanno diffuso e le chiese locali hanno accolto con grande responsabilità.
Agli ingressi delle chiese i fedeli hanno trovato volontari per dare indicazioni e orientare verso i posti liberi, per sollecitare all’uso della mascherina, e in qualche caso anche per controllare la temperatura corporea (indagine non obbligatoria ma scelta da alcune parrocchie e apprezzata da quanti si sono sentiti ancor più protetti e al sicuro).
Non sono mancate celebrazioni all’aperto e neppure mancheranno nelle pressime settimane, sia nei giorni feriali che festivi, per garantire ancor più distanza tra le persone ma soprattutto una naturale circolazione d’aria.

L’unico a non indossare la mascherina è stato il sacerdote; comunione sulla mano e distribuita con guanti o pinzette; nessuna offerta nei cestini di passaggio tra i banchi, ma nelle cassette predisposte; sospeso per il momento lo scambio della pace, così come l’utilizzo di foglietti e la presenza della schola cantorum…

“Per nulla scomodo, ma semplicemente diverso…” sono state le impressioni di molti; “Ciò che è strano diventerà presto una normalità: non potersi inginocchiare, mantenere costantemente la distanza, non vedere il coro o i bambini ai primi banchi tutti insieme…quasi non ci permette di riconoscere le nostre Parrocchie, ma sappiamo bene che dovremmo riconoscerci attraverso ben altro….”.

Sacerdoti e fedeli si dicono entusiasti per la ripresa di ieri, in particolare per la commozione letta negli occhi dei partecipanti, per il desiderio esaudito dei loro fedeli di vedersi di nuovo insieme…

“Qualcuno dei fedeli ha pianto”, raccontano don Paolo Vitale e don Armando Visone, rispettivamente parroci a Castel di Sasso e Raviscanina, due luoghi molti distanti tra loro, l’uno su Monte Maggiore, l’altro lungo le pendici del Matese; i due monti che si guardano frontalmente e idealmente segnano i confini della Diocesi di Alife-Caiazzo. Sono quei posti accomunati dall’identità di piccolo gregge, custode di tradozioni relogiose, valori familiari e comunitari…

“Ho vissuto l’esperienza raccontata nel Libro di Neemia al capitolo 8, quella del popolo di Israele che ritornando dall’esilio piange davanti alla Parola di Dio proclamata dal Sacerdote Esdra”.  Ha scritto don Armando Visone sulla sua pagina facebook. “Anche noi in un certo senso abbiamo vissuto un esilio lontano dai nostri affetti, dagli amici da una vita quotidiana e da tutto quello che forse ci teneva legati a una tradizione che abbiamo scoperto che in realtà era soltanto l’esteriorità e non l’essenza della Fede…”

Per don Paolo la sopresa è stato ritrovare le comunità nella sua “diversità generazionale”. “La piccolissima frazione di Treglia per esempio, ha partecipato al completo alla messa, che per prudenza e in accordo con le Autorità del luogo, si è svolta all’aperto in Piazza dell’Incoronazione. La gente ha saputo attendere, ha pazientato con fede e la partecipazione di ieri ha confermato il loro legame con i sacramenti e con la preghiera…e con i pastori”.

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