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Family Act: ecco le misure del Governo a sostegno della famiglia

Tra le misure previste spicca l'introduzione di un assegno unico e universale per i figli, di cui peraltro il Parlamento si sta già occupando con il disegno di legge-delega Del Rio-Lepri che andrà in votazione la prossima settimana nella competente commissione di Montecitorio

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Foto ANSA/SIR

Stefano De Martis – “Sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie, contrastare la denatalità, valorizzare la crescita armoniosa delle bambine, dei bambini e dei giovani e favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile”. Palazzo Chigi sintetizza così gli obiettivi del disegno di legge, ribattezzato già prima della nascita “Family Act”, con cui si chiede al Parlamento di delegare il Governo ad adottare misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. Tra le misure previste spicca l’introduzione di un assegno unico e universale per i figli, di cui peraltro il Parlamento si sta già occupando con il disegno di legge-delega Del Rio-Lepri che andrà in votazione la prossima settimana nella competente commissione di Montecitorio.

Il meccanismo della delega della funzione legislativa è previsto dall’art.76 della Costituzione, laddove si stabilisce che il Parlamento debba determinare i “principi e criteri direttivi” a cui il Governo dovrà attenersi e che la delega stessa sia attribuibile solo per un “tempo limitato” e “oggetti definiti”. I provvedimenti con cui il Governo attua la delega parlamentare, approvata con una legge apposita, si chiamano decreti legislativi, da non confondere con i decreti-legge che entrano immediatamente in vigore e che vengono successivamente esaminati e convertiti in legge dal Parlamento.

Il disegno di legge-delega varato dal Consiglio dei ministri nella serata di giovedì 11 giugno su proposta del ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, e del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, prevede due misure principali che Palazzo Chigi così descrive:

1) entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge di delega un decreto legislativo istitutivo dell’assegno universale recante il riordino e la semplificazione delle misure di sostegno economico per le figlie e i figli a carico, nonché uno o più decreti legislativi per la istituzione e il riordino delle misure di sostegno all’educazione delle figlie e dei figli;
2) entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi di potenziamento, riordino, armonizzazione e rafforzamento della disciplina inerente i congedi parentali, gli incentivi al lavoro femminile, le misure di sostegno alle famiglie per la formazione delle figlie e dei figli e per il conseguimento dell’autonomia finanziaria.

L’assegno universale per i figli sarà esteso a tutte le famiglie e dovrebbe partire dal settimo mese di gravidanza, con durata fino ai 18 anni e anche oltre nel caso di figli disabili. Dovrebbe avere una base uguale per tutti e una parte progressiva. L’importo non viene indicato in quanto collegato alle disponibilità finanziarie, ma si assicura che nessuno avrà meno di quanto viene oggi garantito da bonus, assegni e detrazioni, destinati a essere assorbiti nella nuova misura.

I principi e criteri direttivi della delega, che descrivono anche il perimetro complessivo degli interventi previsti, sono i seguenti:

1) assicurare l’applicazione universale di benefici economici ai nuclei familiari con figlie e figli, secondo criteri di progressività basati sull’applicazione di indicatori della situazione economica equivalente (Isee), tenendo anche conto del numero delle figlie o dei figli a carico;
2) promuovere la parità di genere all’interno dei nuclei familiari, favorendo l’occupazione femminile, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno, anche attraverso la predisposizione di modelli di lavoro volti ad armonizzare i tempi familiari di lavoro e incentivare il lavoro del secondo percettore di reddito;
3) affermare il valore sociale di attività educative e di apprendimento, anche non formale, dei figli, attraverso il riconoscimento di agevolazioni fiscali, esenzioni, deduzioni dall’imponibile o detrazioni dall’imposta sul reddito delle spese sostenute dalle famiglie o attraverso la messa a disposizione di un credito o di una somma di denaro vincolata allo scopo;
4) prevedere l’introduzione di misure organizzative, di comunicazione e semplificazione che favoriscano l’accesso delle famiglie ai servizi offerti e l’individuazione degli stessi.

Per quanto riguarda i tempi, la procedura della delega legislativa è di per sé lunga e articolata. Il Governo sembrerebbe deciso ad accelerare, almeno per quanto riguarda l’assegno unico, coordinandosi con l’iter già avanzato del ddl Del Rio-Lepri e agganciando la misura alla prossima legge di bilancio, così da renderla operativa dall’inizio del prossimo anno. Ci si potrebbe riuscire. Dipende molto dai comportamenti delle forze politiche, sia nella maggioranza che nell’opposizione.

Fonte Agensir

 

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