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L’INTERVISTA / “Amore e morte”: Samuele Cimino e Marta Cecchino, passione da “briganti”

"Amore e morte - Storia vera di Samuele Cimino e Marta Cecchino" è il titolo dell'ultima opera a firma dell'avvocato Luigi Cimino, tra storia e poesia

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Giovanna Corsale – “Amore e morte – Storia vera dei Briganti Samuele Cimino e Marta Cecchino” è il titolo dell’ultima fatica letteraria dell’avvocato Luigi Cimino. Originario di Valle Agricola, il dottor Cimino è già autore di vari scritti a sfondo storico inerenti al territorio matesino, di cui è apprezzato conoscitore, e di brani poetici dedicati alla sua terra. 
Abbiamo rivolto all’avvocato Cimino, che ringraziamo, alcune domande sul suo libro, per approfondirne i contenuti e lo studio che ne è a monte. Il libro è facilmente acquistabile online.

Leggi l’intervista all’avvocato Luigi Cimino

Avvocato, sappiamo che lei è un appassionato di storia del Matese, ma qual è stato l’input che l’ha portata a scrivere un libro sul Brigantaggio?
Sin da adolescente appresi che la mia famiglia provenisse da Roccamandolfi e che il Brigantaggio del Matese avesse avuto inizio in quel paese. Crescendo ho sentito raccontare dagli anziani dei briganti Cecchino – Cimino, Fuoco ed altri e cominciai a leggere sul fenomeno del Brigantaggio che mi appassionò sempre di più: appresi così le azioni delittuose di questi poveri diavoli, le motivazioni politiche e sociali che le determinarono e lo sviluppo nei confronti dello Stato che impiegò 10 lunghi anni per abbattere il fenomeno del brigantaggio. Da piccolo, poi, visitai, con i nonni paterni Roccamandolfi, in un pellegrinaggio, in occasione della festa del patrono San Liberato, la chiesa di San Giacomo e mi impressionò il fatto che si muovesse qualche arto del Santo che tutti devotamente venerammo. A ciò si aggiunga che mi intrigava il fatto che il capo banda dei briganti portasse il mio cognome e che di Cimino e Cecchino fosse pieno il mio paese di origine, Valle Agricola, e si capirà perché fui sempre più incuriosito ed affascinato dal fenomeno del Brigantaggio che imperversò nel Matese molisano e campano per un decennio. Si comprenderà, quindi, la mia passione per la storia del Brigantaggio sul Matese ed ancor più la storia di amore tra Samuele Cimino e Marta Cecchino. E, quindi, il libro che ho pubblicato alcuni giorni fa.

Quali sono le fonti da cui ha attinto: documenti di archivio, testimonianze, aneddoti…?
“Vi è molto materiale pubblicato sul Brigantaggio, come facilmente potrà constatarsi dai richiami bibliografici contenuti nel mio libro, e molti riferimenti, anche di scrittori locali come V. Bilangieri, Dante Marrocco, Giuliano Palumbo, Boiano A. e Paolo Rapa, e della vastissima bibliografia nazionale. Il difficile è stato sintetizzare in poche pagine il sorgere e lo sviluppo del fenomeno e soprattutto far capire al lettore cosa animava il Brigante di circa 160 anni fa, cosa lo spingesse alla lotta contro la burocrazia di allora e dello Stato unitario poi, soprattutto spiegare semplicemente il ruolo della donna dell’epoca nella lotta del brigantaggio e, per certi versi, il desiderio di emanciparsi, di liberarsi, di far valere la propria personalità che spinse le donne a condividere lo spirito e la lotta contro le angherie, le sopraffazioni e, in primis, contro il nuovo Stato.”

Avvocato Luigi Cimino

Ci può raccontare, in breve, la storia tra Samuele Cimino e Marta Cecchino?
“La storia d’amore tra Samuele Cimino e Marta Cecchino è una storia come tante altre, di quelle che sorgono spontanee e naturali. Una storia che inizia dalla fontana del paese, dal primo sguardo, da un sorriso accattivante e poi si sviluppa, come le altre, con il desiderio espresso, con la partecipazione naturale del cuore trafitto dal dardo dell’amore, con la passione e l’ardimento di due cuori giovani, con l’ansia fascinosa che ne deriva. Marta e Samuele, nella loro vita reale, hanno scritto una storia d’amore più forte delle altre, anche e soprattutto per l’identità dei protagonisti, laddove nessuno penserebbe mai che possa sorgere il sentimento dell’amore dove c’è lotta, antagonismo, guerra, privazione della pace, invidia, gelosia. Eppure in un mondo angosciato, traballante, difficile è nata una storia d’amore che merita tutto il rispetto e che perciò andava raccontata. Ho deciso di farlo, con il mio libro, proprio per la particolarità della nascita, della crescita, della maturazione e dello sviluppo contrastato: mi sembrava che i due protagonisti meritassero un particolare ricordo perché, tra la cattiveria imperante. Il loro sentimento d’amore fosse come un fiore nobile della vita, peraltro nato in un paesaggio montano difficile, angusto, pietroso, certo non confortevole come sono da millenni le alte montagne del Matese.”

Notiamo un’omonimia col protagonista, Samuele Cimino: è forse un suo antenato?
“C’è un’omonimia tra il mio cognome ed il protagonista Samuele Cimino e, in verità speravo che vi fosse anche parentela, ma non sono riuscito ad accertarla anagraficamente. E ciò non tanto per la parte di animo combattivo, talvolta crudele del protagonista, ma soprattutto per la capacità di amare in tempi di guerra, per la possibilità sovraumana di difendere l’amore nato ed il frutto di esso, il nascituro nel grembo di Marta. A me pare che già solo questo meriti un grande rispetto da parte di noi posteri, anche perché il rispetto della vita è un tema molto attuale nella nostra società dove da ogni parte si agisce contro la stessa, ecologicamente, materialmente ed eticamente. È il caso di dire che anche dai Briganti può venire un insegnamento di vita, di valori, di credenza nel futuro dell’uomo, di crescita dell’umanità.”

“Amore e morte”, un titolo forte che contiene in sé un ossimoro, perché, volendo darne una lettura poetica, la morte è negazione dell’amore. Quanto è poetico il suo libro?
“È vero, “Amore e morte” contiene due termini di segno completamente opposto e, perciò, è un ossimoro. Ma, nel mio libro, il significato dei due termini va letto non solo in contrapposizione, ma in parallelo se è vero, com’è vero, che i tre protagonisti hanno agito sotto l’influsso dell’uno e dell’altro, anzi direi che proprio la coesistenza del valore del concetto di Amore e Morte ha fatto nascere la storia che ho raccontato, non solo, ma l’ha anche alimentata, supportata, spinta, anche se i protagonisti agivano, e così credevano, sotto l’effetto del valore intrinseco del concetto di Amore, talvolta deviato, ma sempre a base delle loro azioni. Questa storia è interessante anche sotto l’aspetto psicologico e sociale, per l’autonomia dei protagonisti che, però, creava dissidi tra loro, modi di pensare diversi, antagonismi e lotte intestine: ho cercato di entrare nei loro animi e spiegare il perché dei loro comportamenti. E perciò il libro è intriso di poesia dell’amore, anche se la morte incombe sempre, condiziona anch’essa le loro azioni, anzi addirittura alla fine vince, ma è soltanto una vittoria di Pirro perché il vero vincitore è l’Amore, l’amore tra i due innamorati, per la vita che nasce, anche in grembo, per la vita pacifica dopo la lotta, insomma per ciò che comunemente chiamiamo un futuro ricco d’amore. Ecco perché il titolo, apparentemente assurdo, è ricco, invece, di tanto significato.”

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