Il 22 luglio, giorno in cui si ricorda la dedicazione della basilica-concattedrale di Caiazzo, ancora una volta si ci ritrova in Piazza Santo Stefano, alle 19.00, per celebrare l’Eucarestia.
Momento particolarmente sentito che va ad unire le manifestazioni della tradizionale fiera della Maddalena alle radici della fiera stessa e della fede della cittadina.
Celebrazione attesa e desiderata in cui è confluita unanime la volontà del parroco don Antonio Di Lorenzo e del sindaco Stefano Giaquinto, l’uno a curare l’aspetto liturgico della celebrazione, l’altro a garantire che le misure anticovid siano garantite e rispettate. Azioni coordinate per permettere alla comunità tutta di di vivere un momento di nuovo raccogliemento…
Momento che va, ancora una volta, a sancire un percorso che la comunità Caiatina ha intrapreso da alcuni anni e che si va a consolidare anche nella visione della bella Concattedrale ormai restaurata e prossima alla riapertura: attesa che ha fatto crescere ancora il senso di appartenenza dei cittadini ad un luogo storico, ma soprattutto scrigno di tradizioni e di spiritualità.
In attesa di tornare a celebrare in Chiesa, al termine definitivo dei lavori, ancora una volta sarà protagonista della preghiera collettiva la suggestiva piazza che dopo aver accolto la preghiera al Crocifisso il Venerdì santo e la solenne benedizione eucaristica nel giorno del Corpus Domini, mercoledì vedrà celebrare il ricordo di una data che stabilisce simbolicamente l’inizio del legame indissolubile tra la comunità ecclesiale e quella civile, che vede in questo monumento l’incontro tara storia, arte e fede.
Momento particolarmente sentito che va ad unire le manifestazioni della tradizionale fiera della Maddalena alle radici della fiera stessa e della fede della cittadina.
Celebrazione attesa e desiderata in cui è confluita unanime la volontà del parroco don Antonio Di Lorenzo e del sindaco Stefano Giaquinto, l’uno a curare l’aspetto liturgico della celebrazione, l’altro a garantire che le misure anticovid siano garantite e rispettate. Azioni coordinate per permettere alla comunità tutta di di vivere un momento di nuovo raccogliemento…
Momento che va, ancora una volta, a sancire un percorso che la comunità Caiatina ha intrapreso da alcuni anni e che si va a consolidare anche nella visione della bella Concattedrale ormai restaurata e prossima alla riapertura: attesa che ha fatto crescere ancora il senso di appartenenza dei cittadini ad un luogo storico, ma soprattutto scrigno di tradizioni e di spiritualità.
In attesa di tornare a celebrare in Chiesa, al termine definitivo dei lavori, ancora una volta sarà protagonista della preghiera collettiva la suggestiva piazza che dopo aver accolto la preghiera al Crocifisso il Venerdì santo e la solenne benedizione eucaristica nel giorno del Corpus Domini, mercoledì vedrà celebrare il ricordo di una data che stabilisce simbolicamente l’inizio del legame indissolubile tra la comunità ecclesiale e quella civile, che vede in questo monumento l’incontro tara storia, arte e fede.
In foto la facciata della Basilica concattedrale appena restaurata
Per approfondire
La concattedrale di Caiazzo, consacrata il 22 luglio 1284 rappresenta un complesso, rinnovato in stile tardobarocco, in cui sono presenti vari segni di stratificazione storica, la cui fondazione però appare piuttosto incerta. Dagli esigui riscontri storiografici, infatti, emerge una probabile data di fondazione dell’impianto, originariamente di forma basilicale, databile all’incirca al VI secolo. Le successive trasformazioni dell’impianto, ancora leggibili per la preesistenza di alcuni elementi, sono piuttosto puntuali, così come testimoniano alcuni elementi di spoglio (colonne poi integrate nei massicci pilatri della navata centrale, antico pavimento musivo ricoperto in successivi rifacimenti) e la tipologia (a croce latina a tre navate, con cappelle laterali e cupola, con embrici maiolicati, al centro del presbiterio). La chiesa viene trasformata integralmente sia nel XVI secolo che in quello successivo, allorquando a partire dalla seconda metà si definisce l’attuale assetto dell’impianto e la configurazione degli apparati decorativi interni ed esterni. In tal senso è opportuno ricordare che in epoca borbonica la città di Caiazzo, posta nelle vicinanze della Reggia di Caserta e del famoso centro di produzione serica di San Leucio, vive una grande trasformazione proprio perché diventa un sito privilegiato e sede stagionale di dignitari di corte e nobili del tempo; numerose sono le testimonianze (rifacimenti e costruzioni ex novo) di architettura sacra e nobiliare nel centro storico cittadino. Nella seconda metà del Settecento la chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, viene totalmente ristrutturata secondo un gusto tardobarocco, i cui progettisti sono, molto probabilmente, l’ingegnere camerale del regno Nicolò Tagliacozzi Canale (esponente di spicco della cultura tardobarocca napoletana) e il mastro stuccatore partenopeo Stefano Zagarolo. Nel contesto dei lavori, per volere del vescovo Costantino Vigilante viene rifatta la cappella di Santo Stefano (patrono
La concattedrale di Caiazzo, consacrata il 22 luglio 1284 rappresenta un complesso, rinnovato in stile tardobarocco, in cui sono presenti vari segni di stratificazione storica, la cui fondazione però appare piuttosto incerta. Dagli esigui riscontri storiografici, infatti, emerge una probabile data di fondazione dell’impianto, originariamente di forma basilicale, databile all’incirca al VI secolo. Le successive trasformazioni dell’impianto, ancora leggibili per la preesistenza di alcuni elementi, sono piuttosto puntuali, così come testimoniano alcuni elementi di spoglio (colonne poi integrate nei massicci pilatri della navata centrale, antico pavimento musivo ricoperto in successivi rifacimenti) e la tipologia (a croce latina a tre navate, con cappelle laterali e cupola, con embrici maiolicati, al centro del presbiterio). La chiesa viene trasformata integralmente sia nel XVI secolo che in quello successivo, allorquando a partire dalla seconda metà si definisce l’attuale assetto dell’impianto e la configurazione degli apparati decorativi interni ed esterni. In tal senso è opportuno ricordare che in epoca borbonica la città di Caiazzo, posta nelle vicinanze della Reggia di Caserta e del famoso centro di produzione serica di San Leucio, vive una grande trasformazione proprio perché diventa un sito privilegiato e sede stagionale di dignitari di corte e nobili del tempo; numerose sono le testimonianze (rifacimenti e costruzioni ex novo) di architettura sacra e nobiliare nel centro storico cittadino. Nella seconda metà del Settecento la chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, viene totalmente ristrutturata secondo un gusto tardobarocco, i cui progettisti sono, molto probabilmente, l’ingegnere camerale del regno Nicolò Tagliacozzi Canale (esponente di spicco della cultura tardobarocca napoletana) e il mastro stuccatore partenopeo Stefano Zagarolo. Nel contesto dei lavori, per volere del vescovo Costantino Vigilante viene rifatta la cappella di Santo Stefano (patrono
del luogo), sulla sinistra del braccio minore della croce latina; vengono costruiti, nell’abside, il prezioso coro ligneo e, nella prima cappella della navata laterale destra, il fonte battesimale in preziosi marmi policromi. Nella chiesa sono numerosi altari in pietra e marmo, tipici della scuola barocca napoletana. Nell’Ottocento furono eseguiti altri rifacimenti, in particolare si segnala l’intervento nella cappella dedicata al Santissimo Sacramento (in fondo a destra dell’area absidale) voluta dalla benefattrice Angelina Mazziotti ed eseguita dall’ingegnere Pasquale Sasso nel 1886, così come documenta una lapide interna, ed evidente esito di un progetto di gusto eclettico. Dal 1978 è stata elevata al rango di concattedrale (fonte BeWeb, Chiesa Cattolica; clicca qui).