La Biblioteca diocesana San Tommaso d’Aquino chiama i giovani e i giovani rispondono. C’è corrispondenza tra le aspettative e le proposte. E la risposta di pubblico, all’evento “Dal Matese al Mondo” di ieri sera, è la dimostrazione che l’intesa e il dialogo tra generazioni sono possibili, soprattutto quando il mondo adulto, promotore di cultura, offre ascolto, offre stimoli alla riflessione e speranze nella costruzione del futuro.
Una serata per parlare di lavoro, progetti, studio, realizzazioni, partenze, emigrazioni, ma anche coraggio e determinazione nel restare per fare migliore “il borgo”.
È il caso di alcuni protagonisti della serata intervenuti su questi temi: giovani che sono partiti dal Matese, si sono formati in Italia o all’estero e hanno deciso di investire le proprie capacità restando nel Matese; ma anche storie di chi pur rimanendo fuori, ritrova nel “borgo” e nelle radici l’identità vera per essere eccellente lì dove lavora e investe…
Cervelli in fuga? Anche sì, con il rischio di impoverire il Paese a causa di uno sbilanciato sistema politico e universitario che non offre la possibilità a studenti e universitari stranieri di lavorare in Italia, in un’Italia possibilmente attraente… Nella lungimiranza (che non c’è) dei Governi, la responsabilità della fatica che oggi compiono l’Italia e i suoi “figli” per realizzare una loro stabilità siociale ed economica, quasi relegando al solo comparto dei “valori solidi” la fatica di sostenenre le fondamenta di tutto il sistema…
Gli interventi di ieri si sono accompagnati con un’idea di fondo che accomuna il lavoro degli intervenuti: rendere la vita altrui vivibile, rendere all’umanità occasioni di benessere psicofisico e intellettuale, e occasioni di socialità e civiltà, tant’è che la centralità delle relazioni umane e del confronto è stata più volte sottolineata e celebrata anche rispetto alle recenti restrizioni per il contenimento del Covid19 che ha sacrificato di fatto esperienze lavorative e umane (seppur non tutti i lavori ne abbiano risentito).
Nella tecnologia, in politica, nella diplomazia europea, nell’ambiente, nel cinema, nel mercato internazionale, nella cultura e nell’associazionismo: la Biblioteca diocesana guidata da Luigi Arrigo, nell’occasione affiancato da un efficiente staff di collaboratori, ha messo insieme gli ingredienti che fanno la ricetta di un Matese eccellente dal sapore di speranza e futuro.
Non siamo territorio di confine, ma il “cuore” dell’Italia fatta di valori e di occasioni come queste, dove il dialogo aperto ai giovani resta il presupposto fondamentale per creare prospettive e visioni concrete sul futuro… è il concetto espresso da Nino Pascale, già presidente nazionale Slow Food intervenuto all’evento, difensore dell’idea di borgo, che si è fatto promotore dell’esportazione del format messo in piedi dalla Biblioteca della Diocesi di Alife-Caiazzo.
Essere aperti all’umanità, al confronto e a lasciarsi soprendere, l’invito rivolto ai giovani dal vescovo Mons. Orazio Francesco Piazza, Amministratore apostolico della Diocesi, ma più di tutto, la fiducia a non “temere il vento contrario, condizione necessaria per decollare e far decollare idee e sogni…conquistando con studio e fatica la capacità di controllare gli effetti contrari, quelli che frenerebbero ogni slancio…”.
Ha ripreso un’espressione cara e forte il Vescovo, diventata – durante la pandemia -il motivo con cui ha accompagnato giovani, famiglie, studenti, lavoratori: “prendere le distanze ma saper vivere alla giusta presenza” vivendo la condivisione e la partecipazione alla vicenda umana, “innestandola di qualità, di valori, di riconoscenza e di rispetto per la vita, per il creato, per questo tempo presente”.
Si è conclusa una serata in cui la Diocesi di Alife-Caiazzo, la Chiesa che annuncia il Vangelo, che parla di Cristo…ha aggiunto un nuovo anello alla catena della carità culturale di cui si rende protagonista da tempo, e da decenni e da secoli; è la Chiesa che attraverso forme, linguaggi e strumenti rinnovati sa offrire occasioni di crescita, spazi di confronto vivace e intelligente per promuovere l’uomo, per antusiasmare e motivare i più giovani, accompagnandoli per un pezzo di strada insieme.
Articolo eccellente, dove competenza, passione, conoscenza profonda del territorio e delle difficoltà esistenziali dei giovani si fondono per un reportage denso di umanità e di stimoli.