Le Notti dei Briganti, evento tipico dell’estate di San Gregorio Matese, quest’anno ha risentito delle restrizioni e dei limiti imposti dalla pandemia, causando un rammarico generale in primis da parte degli organizzatori. Pur dovendo rinunciare alla tradizionale rievocazione storica del fenomeno del Brigantaggio verificatosi sul Matese nel periodo successivo all’Unità d’Italia, l’associazione Briganti del Matese con la collaborazione di Love Matese propone ugualmente un momento di intrattenimento, seppure ridimensionato.
Fino all’edizione scorsa, nella manifestazione dedicata ai Briganti del Matese era compresa una parentesi escursionistica, curata dalle guide di Love Matese e mirata alla riscoperta dei paesaggi e dei sentieri matesini. Ebbene, quest’anno, nonostante il Covid, l’opportunità di avventurarsi seguendo le tracce delle antiche bande di briganti e brigantesse non mancherà. L’escursione a piedi è in programma per domenica 9 agosto, con partenza alle 17.00 da Campo Braca, una zona carsica, per poi raggiungere Valle Cupa e da qui inoltrarsi lungo il sentiero che cinge la piana. La quota di iscrizione alla passeggiata è di 5 euro a persona e il ricavato verrà devoluto al progetto “Notti dei Briganti”.
Il sentiero terminerà nel punto di partenza, dove i partecipanti, accompagnati dalla guida d’eccezione Antonio Fattore, detto Tonino “capo brigante”, potranno rifocillarsi gustando prodotti locali e intrattenuti dalle tammurriate di briganti suonatori.
Per saperne di più…
Le bande dei briganti erano formate soprattutto da contadini esasperati dalla miseria, ai quali si univano o ex garibaldini sbandati, ex soldati borbonici e numerose donne, audaci e spietate come gli uomini. Come Maria Maddalena De Lellis, contadina analfabeta nata a San Gregorio Matese, che divenne l’amante di Andrea Santaniello, ex soldato dell’esercito borbonico, capo di tutti i capibrigante del Matese. Maria Maddalena non era solo l’amante del capo: partecipava agli incendi delle case coloniche, alle rapine, ai sequestri ed aveva anche il suo fucile personale, svolgendo un ruolo di vero brigante che nessun uomo le contestò mai.Il brigantaggio, sostenuto dai Borboni in esilio, dal clero e dalla popolazione civile – fu una rivolta di massa, sociale e politica, una vera guerra civile sanguinosissima che l’ufficialità di allora, i regimi successivi e la storiografia si sono sempre sforzati di nascondere. Era la prima, dura prova dello Stato unitario, sulla quale si giocava la sua credibilità internazionale; e lo Stato, nel periodo 1861-1864, impiegò quasi metà dell’esercito per vincere la ribellione. La popolazione considerava i briganti eroi coraggiosi contro un invasore.
Le bande dei briganti erano formate soprattutto da contadini esasperati dalla miseria, ai quali si univano o ex garibaldini sbandati, ex soldati borbonici e numerose donne, audaci e spietate come gli uomini. Come Maria Maddalena De Lellis, contadina analfabeta nata a San Gregorio Matese, che divenne l’amante di Andrea Santaniello, ex soldato dell’esercito borbonico, capo di tutti i capibrigante del Matese. Maria Maddalena non era solo l’amante del capo: partecipava agli incendi delle case coloniche, alle rapine, ai sequestri ed aveva anche il suo fucile personale, svolgendo un ruolo di vero brigante che nessun uomo le contestò mai.Il brigantaggio, sostenuto dai Borboni in esilio, dal clero e dalla popolazione civile – fu una rivolta di massa, sociale e politica, una vera guerra civile sanguinosissima che l’ufficialità di allora, i regimi successivi e la storiografia si sono sempre sforzati di nascondere. Era la prima, dura prova dello Stato unitario, sulla quale si giocava la sua credibilità internazionale; e lo Stato, nel periodo 1861-1864, impiegò quasi metà dell’esercito per vincere la ribellione. La popolazione considerava i briganti eroi coraggiosi contro un invasore.
Questo lo credono a San Gregorio