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Anche a Montreal la festa di San Sisto. La comunità alifana non rinuncia ai legami

Ieri, nel parco Mascouche della grande metropoli canadese, l'Associazione alifana di Montreal ha organizzato la processione con la statua del Santo, partecipato alla Messa e poi festeggiato

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Gli alifani del Canada hanno già celebrato la loro festa di San Sisto I, ieri sera, al parco Mascouche di Montreal dove hanno portato in processione il Patrono e rinnovato – nella preghiera – quel legame con la città di origine che come da tradizione vivrà stasera e domani i suoi momenti forti intorno al Santo nel ricordo dell’arrivo delle reliquie nel 1131 (o 1132) portate dal Conte Rainulfo per vincere la peste che incombeva sulla Città.

Nonostante la piogga della mattinana, i nostri alifani d’America hanno tenuto fede al loro impegno, e anche lì, nel totale rispetto delle misure anticovid, si sono organizzati affinché l’appuntamento non passasse inosservato.
Si tratta di un momento molto caro e molto sentito tra coloro che non rinunciano a tenere vivo il legame con la terra di origine: si resta italiani anche fuori dal paese di nascita e ancor di più in questi momenti che non sono solo “memoria” di un passato fatto di legami, incontri, affetti vissuti e condivisi nella quotidianità ma anche di riconoscenza verso un luogo che ha stabilito per sempre, nel cuore di ciascuno, valori e sentimenti.

 

Come di consueto, la festa vive di un’esclusiva italianità che si tocca con mano nella musica, nei cibi, nel dialetto, nelle chiacchierate anche tra chi – pur residente nella stessa metropoli canadese – si può incontrare solo in questa esclusiva occasione.

E ad Alife, questa sera il ricordo sarà anche per loro, gli alifani di Montreal, di Toronto, dei tanti residenti in Francia o in Svizzera e in altri Paesi: per gli anziani emigrati 60 o 70 anni fa, non più in forze per poter tornare nella città natale, o per i più giovani costretti dall’epidemia di Covid a rinunciare al viaggio verso l’Italia; ma il ricordo sarà anche per i giovanissimi che pur non parlando la l’italiano dei loro nonni, in qualche modo “ci appartengono”…e rappresentano un pezzo d’Italia – di Alife e della sua storia – dall’altro parte della Terra. A loro, ai più giovani chiediamo di portare con onore quei nomi, quei cognomi e di farsi ambasciatori del bene che viene dalla vita semplice (di lavoro, di fede e di tradizioni) innestata nelle piccole terre del Matese.

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