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Giovanna Corsale – Due eventi in uno? In tempo di Covid anche questo è possibile. Parte da qui l’iniziativa proposta dal Parco del Matese, nella persona del presidente Vincenzo Girfatti, che ha deciso di dedicare una giornata all’intrattenimento matesino proponendo Le Notti dei Briganti e La Giostra insieme. L’idea è quella di non rinunciare alle due principali manifestazioni tipiche del Matese, che purtroppo quest’anno, a causa della pandemia, sono state annullate.
Due spaccati di storia e tradizioni locali si ritrovano, due realtà sociali e popolari diverse, Castello e San Gregorio Matese, ognuna dotata del suo peculiare carisma, si incontrano per un giorno in alta quota. Le associazioni “I Briganti del Matese” e “Cluvia“, si danno appuntamento per domenica 13 settembre a partire dalle 10.00 a Miralago, sulle sponde del Lago, per regalare agli ospiti parentesi di intrattenimento, in cui non mancheranno occasioni degustative e spettacoli musicali, tutti rigorosamente in stile medievale.
Cenni sui Briganti
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Le bande dei briganti erano formate soprattutto da contadini esasperati dalla miseria, ai quali si univano o ex garibaldini sbandati, ex soldati borbonici e numerose donne, audaci e spietate come gli uomini. Pensiamo a Maria Maddalena De Lellis, contadina analfabeta nata a San Gregorio Matese, che divenne l’amante di Andrea Santaniello, ex soldato dell’esercito borbonico, capo di tutti i capibrigante del Matese. Il brigantaggio, sostenuto dai Borboni in esilio, dal clero e dalla popolazione civile – fu una rivolta di massa, sociale e politica, una vera guerra civile sanguinosissima che l’ufficialità di allora, i regimi successivi e la storiografia si sono sempre sforzati di nascondere. Era la prima, dura prova dello Stato unitario, sulla quale si giocava la sua credibilità internazionale; e lo Stato, nel periodo 1861-1864, impiegò quasi metà dell’esercito per vincere la ribellione. La popolazione considerava i briganti eroi coraggiosi contro un invasore.
La Giostra in pillole
Si tratta della rievocazione storica dell’assedio dei baroni del 1460, ai tempi in cui
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Castello era la rocca alta di Piedimonte, luogo sicuro dove ripararsi per l’ultima resistenza. Come ogni torneo medievale che si ricorda in tante città italiane e che nel periodo estivo richiama a sé curiosi e visitatori, anche quello di Castello prevede la “conquista” dello stendardo della città, segno di potere conteso tra i cavalieri delle contrade Cavallo, Torre e Platano. Il clima è reso ancor più suggestivo e la tensione per la sfida finale cresce nei giorni precedenti l’ultimo scontro, quando tra le contrade sfilano in costume intere corti, sbandieratori, giocolieri fino a notte fonde quando il divertimento è reso ancor più fecondo dal buon cibo e dall’ottimo vino.