Il Vescovo Mons. Orazio Francesco Piazza ha incontrato le associazioni diocesane impegnate nella formazione cristiana di bambini, giovani o adulti – secondo i carismi di ciascuna – in ambito parrocchiale o diocesano.
Momento atteso da tutti perchè l’incontro con il Pastore è sempre punto di arrivo e di ripartenza, occasione per recuperare motivazioni, per confrontarsi sui percorsi compiuti, per riprogrammare i cammini e rimettere al centro gli obiettivi di ciascuna di queste identità che, pur provenendo da storie e tradizioni diverse, compongono di fatto l’unica Chiesa e annunciano l’unico Vangelo.
Sono 17 le associazoni della Diocesi di Alife-Caiazzo e tutte, con un loro rappresentante hanno preso parte ieri sera al momento, coordinato dall’Ufficio Problemi sociali e Lavoro, in Episcopio, a Piedimonte Matese.
Nella consapevolezza che la diversità è un dono, e che ciascuna delle Associazioni opera in un campo specifico della formazione e coltiva una sua spiritualità, l’incontro ha messo in chiaro la necessità di essere Chiesa unita che fa rete, che cammina insieme per bene dello stesso territorio e dei credenti che lo vivono.
Mons. Piazza ha indicato il Sinodo diocesano (ottobre 2016-ottobre 2017) che ha coinvolto anche queste Associazioni nel confronto e nel dibattito, quale esperienza di Chiesa che sperimenta un percorso comune e che alla luce di una storia – presente e passata – progetta il suo futuro. Il Pastore ha indicato questo momento della vita ecclesiale di Alife-Caiazzo (i cui lavori sono confluiti nel Libro che mette a disposizione di tutti contenuti e disposizioni pastorali) un momento imprescindibile e un punto di riferimento per la vita di parrocchie e associazioni, ancor di più in un momento come quello attuale che vede la Chiesa di Alife-Caiazzo confrontarsi con la difficile esperienza del Covid19 e il delicato momento dell’Amministrazione apostolica in cui è richiesto ancor di più impegno pastorale e collaborazione tra tutti.
“Trasformare queste due criticità in virtù”, ha chiesto il Vescovo ai presenti, “contando sulla maturità spirituale di voi Associazioni e sul ruolo che avete nell’animazione delle Comunità e nella formazione delle coscienze (…) senza mai dimenticare che l’esperienza di fede che più conta è quella che nasce intorno all’altare e che ognuno arricchisce secondo i propri carismi”.
Il delicato momento che vive la chiesa locale a causa dell’amministrazione che in alcuni casi una programmazione pastorale di lunga durata, trova però risposta ed azione proprio nella presenza della Associazioni che lavorano e progettano le loro attività sulla scorta di cammini formativi già fissati e programmati dai rispettivi Centri nazionali di riferimento: “chi diventa programmatici siete voi, attivando risorse, creatività, servizi e collaborando con parroci e assistenti spirituali (…) oltre ad avere l’impegno della ripartenza di tutte le iniziative sospese a causa dell’epidemia da Covid”. L’invito a lavorare e riprendere le iniziative sospese a causa del lockdown si accompagna all’esortazione ad essere attenti e diligenti nel rispetto delle regole di Governo circa le misure anticontagio.
Parole quelle di Mons. Piazza che caricano di responsabilità il laicato locale chiamato a non tirarsi indietro, a a non sottrarsi al compito educativo, a non rimandare l’occasione di essere annunciatori e testimoni del Vangelo.
Poi il confronto con i presenti ascoltando esperienze e storie di Associazioni, quelle con attività regolarmente in corso e quelle che necessitano di supporto e maggiore sostegno pratico o spirituale, e ipotizzando in alcuni casi idee da integrare alla normale programmazione delle attività come nel caso della collaborazione tra Agesci e Cisom; della proposta del Centro Sportivo Italiano nelle scuole del territorio; e la nascita di una équipe – in seno all’Ufficio catechistico – incaricata per la formazione dei bambini disabili e il supporto alle loro famiglie…
Da una prima lettura d’insieme della realtà laicale diocesana, il Vescovo, ha ha consegnato due immediati impegni: “corresponsabilità” e “coordinamento”: nel primo caso auspicando un lavoro a più mani nella condivisione di momenti comuni e nell’edificazione di una coscienza ecclesiale in quanti sono vicini alle associazioni. Nel secondo caso, chiedendo maggiore dialogo e scambio, per essere l’uno di supporto agli altri nelle iniziative e amplificando la propria voce sul territorio – nel segno di una ulterriore testimonianza – attraverso il coordinamento dell’Ufficio Cominicazioni sociali.
“Siate costruttori di Chiesa, di comunione; siate le persone su cui poter contare”, ha concluso Mons. Piazza prima di affidare nella preghiera a Maria, il cammino quotidiano e la buona volontà dei laici – uomini e donne, genitori, giovani, lavoratori, pensionati – che non rinunciano a dire io ci credo e ci sono…