Home Attualità Piedimonte Matese. A scuola, ma senza i banchi

Piedimonte Matese. A scuola, ma senza i banchi

Dopo il lockdown gli studenti della IV AC del Galilei si riuniscono nella villa Comunale per riprendere il progetto scuola viva sospeso a marzo a causa del Covid19. Lezione all'aperto per garantire un maggiore distanziamento sociale

1674
0

Classe IV AC* – Mentre la maggior parte degli studenti italiani lunedì scorso è tornata tra i banchi per aprire le danze di questo nuovo anno scolastico 2020-2021, a Piedimonte Matese i ragazzi della 4AC del Liceo statale “Galileo Galilei” si sono ritrovati dopo 6 mesi dalla chiusura dalla scuola a causa dell’epidemia da Covid19, nella Villa comunale per riprendere le attività del PON Scuola Viva del progetto “Detto tra i banchi” e l’esperienza di alternanza scuola-lavoro.
Come loro, altri giovani dello stesso istituto, in questi giorni stanno ultimando quelle attività didattiche sospese la scorsa primavera.
La scelta di uno spazio aperto – per di più tra la natura di un ampio giardino pubblico – ha consentito il necessario distanziamento tra gli studenti che hanno lavorato con mascherina, nel pieno rispetto delle misure anticovid.

“Detto tra i banchi”. È questo il titolo del laboratorio didattico che li vede alla prese con il mondo del giornalismo. Accompagnati dal docente tutor Nicola Sansone e dalla giornalista Grazia Biasi, direttore responsabile di Clarus, i giovani liceali si sono cimentati nella conoscenza di tecniche giornalistiche e in esercitazioni pratiche, come questo articolo pubblicato per la testata online della Diocesi di Alife-Caiazzo.
Dopo i saluti di rito, ma a debita distanza, ai ragazzi sono state indicate tutte le disposizioni tese al contenimento del Virus e le applicazioni delle norme in caso di contagio così come predisposto dalla Scuola secondo quanto stabilito dal Governo.

Chi è un giornalista? Come svolge il suo lavoro? E quale rapporto con le fonti dell’informazione? E come si scrive un articolo…? Prima un identikit di carattere generale e poi al lavoro.
In questo caso la fonte delle informazioni sono stati gli stessi ragazzi e il loro racconto del lungo periodo di quarantena trascorso in casa all’indomani di quel 4 marzo quando sono state chiuse le scuole e per tutti loro ha avuto inizio l’esperienza della Didattica a distanza: per alcuni un significativo e innovativo metodo di insegnamento, per altri un limite al rapporto fondamentale tra studenti e professori.
Voci alternate e differenti sul valore che ha assunto l’insegnamento in questi mesi: da una parte il vantaggio di aver approcciato meglio con la tecnologia e con un nuovo modo di fare cultura, dall’altro la difficoltà di mantenere alta la soglia di attenzione davanti ad un monitor.
Ma lockdown è stato anche tempo per se stessi; per recuperare interessi ed hobby, per condividere con la famiglia momenti inattesi non senza tensioni e incomprensioni. Un tempo che ha interrotto la vita dei cittadini del mondo, spegnendo la monotonia della quotidianità e accendendola sia di emergenze quanto di nuovi stili che seppur abbiano imposto distanze fisiche hanno orientato le relazioni dei rapporti amicali e professionali secondo una nuova modalità (utilizzo delle mascherine, smartworking, gel igienizzanti, autocertificazioni, rispetto della distanza nei luoghi pubblici…)
Ha albergato la paura nel cuore di molti di questi giovani, soprattutto in quanti hanno condiviso la situazione lavorativa di un genitore particolarmente esposto a possibili contagi…

Sentimenti diversi e contrastanti hanno manifestati i nostri studenti ma la speranza di un futuro imminente e di un cambiamento positivo ha animato un po’ tutti, sia nei mesi più difficili, sia in questi che aprono ancora a nuovi e insoliti scenari.

Tra le fonti di informazione, anche il docente accompagnatore, Nicola Sansone, al quale i ragazzi hanno chiesto un parere sull’esperienza della “nuova” scuola al tempo del Covid: “Un gran passo in avanti per la scuola italiana rispetto all’utilizzo di nuovi strumenti didattici… Non senza difficoltà ma con gran piacere ho lavorato con voi, senza avvertire la distanza, ma scorgendo anche attraverso i monitor che ci dividevano grande maturità e responsabilità in ciascuno. Siete davvero cresciuti…”, le sue parole agli studenti che lo hanno “interrogato”.

L’appuntamento successivo si è tenuto nella Biblioteca diocesana San Tommaso d’Aquino, nel giorno della sua chiusura al pubblico, ancora una volta per garantire alla classe del Liceo massima sicurezza e opportuno distanziamento tra i partecipanti.

E questa volta, al centro del confronto, le modalità di preparazione e realizzazione di un’intervista, anche questa presto pubblicata su Clarus.

* Classe IV, indirizzo Classico, Liceo statale Galileo Galilei, Piedimonte Matese. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.