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Covid19. Si torna alle attività parrocchiali, ma prima un “Patto di responsabilità reciproca”

Dai Vescovi italiani la richiesta di condividere l'impegno - Parrocchie e Famiglie - per il contenimento del Covid19. Serve corresponsabilità nell'assunzione di importanti doveri civici

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Oratorio San Domenico Savio (parrocchia Santa Maria Maggiore, Piedimonte Matese). Foto aprile 2018

Chiesa e famiglie tornano ad incontrarsi sulla parola “figli” ma questa volta in un diverso e complesso sistema profondamente segnato dalle difficoltà generate dall’epidemia di Covid19. Nella Diocesi di Alife-Caiazzo dopo aver progettato e creato occasioni formative per i genitori, stimolando e accendendo la responsabilità educativa della fede dei propri figli, si apre un tempo di ulteriori impegni e nuove forme di partecipazione condivisa tra genitori, parroci e catechisti: oltre che condividere il tempo della formazione cristiana dei più giovani, anche le regole e i comportamenti che scongiurano ogni pericolo di contagio proprio nei luoghi della formazione.

I Vescovi italiani lo hanno chiamato “Patto di responsabilità reciproca” perché vede sia le famiglie che le parrocchie responsabili in egual misura della salute e della vita umana, dei singoli e della collettività. La dimensione formativa, quella propriamente legata alla crescita spirituale delle giovani generazioni e finalizzata altresì a coltivare il senso di appartenenza alla comunità cristiana, si apre ad un nuovo traguardo che superando la mera formalità di una firma apposta ai documenti citati, chiama gli adulti – responsabili della educazione dei più piccoli – a farsi anche educatori di civilità.

Perché ritorni ciò che il Covid ha frenato, e cioè la gioia dell’incontro nell’Eucarestia e nei gruppi parrocchiali quindi la normalità che lentamente potremo riconquistare, dipenderà esclusivamente dal lavoro e dalle serietà di tutti, in Parrocchia così come in altri contesti dove le relazioni sono il mezzo ma anche il fine di una progettualità come per esempio accade nella Scuola.

Che cos’è il “Patto di responsabilità reciproca” e quali sono le premesse perché un genitore e un parroco appongano la loro firma a tale documenti?
I Vescovi italiani tenendo conto delle misure anticontagio predisposte dal Governo e delle applicazioni che ne ha fatto il mondo della Scuola, hanno fornito precise indicazioni sui comportamenti da adottare nelle attività di catechesi (incontri, laboratori, piccoli e medi gruppi…) e nella modalità di gestione e fruizione degli spazi parrocchiali. Le regole riguardano tutti coloro che accedono alle attività formative e ricreative; il Patto invece riguarda esclusivamente i ragazzi minorenni.

Nella Diocesi di Alife-Caiazzo, il vescovo Mons. Orazio Francesco Piazza, amministratore apostolico, ha più volte incontrato un gruppo di sacerdoti per confrontarsi su quanto stabilito dalla COnferenza episcopale italiana e sulle azioni da intraprendere nel territorio diocesano prima che l’anno catechistico riprenda secondo i ritmi sperati.

Ogni parrocchia avrà la responsabilità di stilare un calendario dettagliato delle attività e di predisporre tutte le misure di sicurezza per l’accesso ai luoghi secondo il documento “Linee orientative per la ripresa dei percorsi educativi per minori” in cui vengono dettagliati i comportamenti da rispettare, le modalità di accesso ai luoghi e le necessarie sanificazioni agli ambienti… SCARICA).

 Tutti i passaggi da seguire
All’atto dell’iscrizione al catechismo, ogni genitore – verrà informato dell’applicazione delle Linee orientative – poi fornirà alcuni dati anagrafici del proprio figlio autorizzando la Parrocchia ad attivare le prime misure di contenimento del Covid in caso di sintomi sospetti secondo i protocolli del Ministero della Salute (qualora il minore dovesse soffrire di particolari patologie va segnalato. Scarica la documentazione). Contestualmente i genitori prendono visione dell’informativa sulla privacy e firmano il Patto di Corresponsabilità (quest’ultimo con il parroco). In esso i primi dichiarano di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio…; di impegnarsi a trattenere il proprio figlio a casa se la sua temperatura corporea superi i 37,5°; di essere consapevoli che negli spazi preposti alle attività il proprio figlio dovrà indossare la mascherina e tenere sempre la dovuta distanza di almeno 1 metro dalle altre persone…; di essere consapevoli che in caso di sospetto contagio, l’Ente Gestore provvederà all’isolamento del ragazzo e ad informare i familiari…
Il Parroco invece, firmando, dichiara di aver informato la famiglia rispetto alle misure che adotta la Parrocchia ai fini del contenimento del Covid19; di garantire che catechisti ed educatori sono “adeguatamente formati” e impegnati ad osservare ogni prescrizione igienico sanitaria…; di attenenrsi alle disposizioni delle autorità sanitarie locali per attivare i protocolli in caso di contagio… (Leggi il Patto di responsabilità reciproca).

Prima che un Patto, il documento sottoscritto da Parrocchia e Famiglia è un esercizio di coscienza, un passo avanti verso un tempo migliore, in cui interessarsi dell’altro equivale a garantire rispetto per la sua salute, per la sua famiglia e per gli anziani che ne fanno parte.
Seppur in tempo di Covid e di restrizioni, si allarga il raggio di azione della cura e della premura verso i fratelli si allarga…
Rendiamocene protagonisti.

Tutti i documenti allegati al presente articolo sono per esclusiva “visione”; saranno i parroci a predisporre i moduli per i genitori che firmeranno l’iscrizione dei propri filgi al catechismo. 

2 COMMENTI

    • Filomena, è importante attenersi al totale rispetto delle regole e di ogni disposizione… In ogni caso puoi incontrare il parroco ed esprimere le tue esigenze. Buona giornata

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