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Covid19 / Piedimonte Matese. La didattica a distanza dagli occhi di un docente, l’intervista degli studenti

Il lockdown è stato sia per gli studenti sia per i docenti un periodo incerto, che ha costretto ognuno a interfacciarsi con un nuovo modo di insegnamento mai sperimentato prima: la didattica a distanza. Limiti e vantaggi nell'intervista degli studenti al loro prof. di Scienze naturali

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I ragazzi della IV AC nella biblioteca diocesana “San Tommaso d’Aquino” durante l’intervista al professore Sansone

Classe IV AC* – In occasione del progetto Scuola Viva “Detto tra i banchi”, i ragazzi della IV ad indirizzo classico del Liceo statale “Galileo Galilei” di Piedimonte Matese, hanno intervistato il professore e coordinatore di classe Nicola Sansone, docente di Scienze naturali. Il loro lavoro si inserisce nell’esercitazione di giornalismo in cui la classe si sta cimentando in queste settimane in collaborazione con Clarus. Dopo l’articolo di cronaca sulla ripresa delle attività didattiche relative ai PON che il Liceo aveva sospeso a causa del lockdown per la pandemia da Covid19 lo scorso marzo (vai all’articolo), pubblichiamo le domande che gli studenti hanno rivolto al Docente sulla Didattica a distanza.

Professore Sansone, com’è cambiata la sua quotidianità con la didattica a distanza?
La pandemia è stato un evento improvviso durante il quale tutti si sono trovati in uno stato emergenziale. La didattica a distanza è entrata a far parte della vita di alunni e docenti “rivoluzionando” la quotidianità. Essa infatti ha assottigliato i confini tra la vita privata e quella lavorativa, dilatando di molto il tempo lavorativo a spese di quello privato.

Può spiegarci meglio…?
Se durante l’anno scolastico, le mie ore di lezione sono concentrate nell’orario antimeridiano, durante la pandemia, il carico di lavoro con gli studenti si è distribuito nell’arco della giornata; è stato necessario che mi “facessi vivo” per soddisfare le necessità di bisogno di apprendimento da parte dei miei ragazzi…

Secondo lei è sufficiente la didattica a distanza oppure è necessaria anche la didattica tradizionale?
Certamente no. La didattica tradizionale deve essere integrata con la tecnologia utilizzata per la didattica a distanza, poiché ha permesso ai ragazzi di interagire in modi differenti e di utilizzare in modo efficace gli strumenti a disposizione.

Come pensa che la didattica a distanza influisca sul rapporto insegnante–alunno?
La didattica a distanza è stato un modo per conoscere meglio lo studente, offrendomi la possibilità di stringere un rapporto più solido nonostante la lontananza. Nel mio caso si è sviluppata una forte empatia che mi ha consentito di conoscere degli aspetti del loro carattere che in presenza non avevo mai colto.

Ritiene che questo periodo possa essere stato un’occasione per il sistema scolastico per rinnovarsi o migliorarsi? Se sì, in che modo immagina che ciò possa accadere?
Senza dubbio ritengo che questo periodo sia stato una grande occasione per la scuola per rinnovarsi e migliorarsi. Dalla didattica sono emersi strumenti e metodologie che hanno valorizzato una valutazione basata sulle competenze piuttosto che sui contenuti, così come ci viene richiesto dal D.P.R 89/2010.

Quali sono state le difficoltà incontrate con la didattica a distanza?
Ci sono state diverse criticità di natura tecnica, problemi di connessione e altre legate alla mancanza di un rapporto in presenza, soprattutto per alcune forme di verifica. Anche il calo della soglia di attenzione ha costituito un limite…

In questo periodo di incertezza, pensa che sia stato riconsiderato il valore dell’istruzione?
Sicuramente sì. La scuola si è rivelata un’istituzione fondamentale, non solo per la formazione dei ragazzi, ma anche per il tessuto sociale del nostro Paese. Spesso le famiglie hanno partecipato alla vita scolastica dei figli, comprendendo la complessità del sistema dell’istruzione. Ciò ha permesso di costruire un nuovo rapporto scuola–famiglia.

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