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Giornata del Ringraziamento 2020. Protagonista l’acqua, fonte di vita e di purezza. Il Messaggio dei vescovi italiani

La Giornata Nazionale del Ringraziamento, promosso dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, verrà celebrata l'8 novembre

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Lago del Matese

Giovanna Corsale – Si avvicina una data molto sentita dalla comunità ecclesiale cristiana e che dovrebbe essere cara a tutti noi, abitanti della Terra. È la Giornata Nazionale del Ringraziamento, alla 70esima edizione, che verrà celebrata l’8 novembre, promossa dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. Quest’anno l’evento è dedicato all’acqua, dono, il primo fra tutti, che deve indurci a ringraziare Dio, dal momento che essa rappresenta la vita che continua a vivificare. Ma siamo realmente riconoscenti al Signore per le ricchezze che ci ha riservato? Ecco, l’evento vuole essere uno sprone a sviluppare questo interrogativo, un richiamo alla responsabilità individuale e collettiva nei confronti di Madre Natura che si coglie tra le righe del Messaggio scritto dai vescovi italiani in occasione della Giornata del Ringraziamento. (Leggi il Messaggio)

Quanto è gratificante per gli occhi ammirare un paesaggio? Quanto è appagante per l’olfatto annusare il profumo di un fiore appena colto? In termini di piacere, il ‘guadagno’ che ne ricavano i sensi è indescrivibile, ma l’amore per la Natura non si ferma qui. Dove c’è amore autentico, c’è anche rispetto! Rispetto per ogni singola componente della Terra, a cominciare dalla più piccola, ognuna essenziale per il poderoso ingranaggio che sorregge l’ecosistema. E la scelta del mese di novembre per ringraziare il Signore per il suo generoso gesto creatore è tutt’altro che casuale, poiché segna un tempo di passaggio dall’estroversa e abbondante estate al più timido e pigro inverno.

Nelle foto tre ‘chicche’ dell’agricoltura locale, dal Monte Maggiore al Matese: Uva Casavecchia, Oliva Caiazzana e Cipolla di Alife

Per l’Alto Casertano e il Matese, terre storicamente e tradizionalmente votate e vocate al lavoro dei campi, sentirsi benedetti da Dio è qualcosa di inevitabile. Lo testimonia la loro ricchezza variegata, che prende forma nei prodotti di cui ogni giorno centinaia di mani solerti si prendono cura, trasformandoli sapientemente nei succulenti ingredienti di una cucina invidiabile. E proprio “agli uomini ed alle donne della terra” si rivolge la parte finale del Messaggio della Chiesa italiana in occasione dell’evento nazionale, “sapendo che dal loro generoso lavoro dipende in misura determinante il benessere della popolazione” e la costruzione del tessuto sociale e produttivo che si nutre di legami e sul quale l’emergenza attuale ci spinge ad investire in termini di idee, energie ed entusiasmi.

Scarica il Messaggio completo dei vescovi

 

 

 

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