Giovanna Corsale – Immedesimarsi nella condizione di chi è meno fortunato non è semplice, ma vale la pena provarci. Persone che in modi diversi si spendono per i fratelli in difficoltà sono da lodare, se non altro per il messaggio di umanità che trasmettono. (Leggi per approfondire)
Fatti…
Franco Pepe fa parte della delegazione di cittadini italiani ai quali il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha deciso di conferire l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica. Il ‘maestro’ della pizza caiatino come tutti gli altri professionisti scelti dal Presidente (56 tra medici, infermieri, volontari e cittadini semplici), ha continuato a portare avanti il proprio impegno solisale anche nel complicato periodo dell’emergenza. Una raccolta fondi per l’ospedale di Caserta la lodevole iniziativa che ha portato a donare (con il sostengo mediatico di Rosanna Marziale e del puglie Romano Sergio) un ventilatore polmonare, 1500 mascherine FFP2 e un sistema di pressoterapia completo all’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano Caserta.
…diVersi
«E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere.» (Mc 12, 41-44)
È facile ‘gettare monete’ in un tesoro già di per sé cospicuo, ma ci vuole coraggio e un cuore puro per gettarvi ‘due spiccioli’, quando questi pochi spiccioli sono condizione indispensabile per vivere. Com’è nel suo stile, Gesù si esprime in maniera cristallina anche in questo brano del Vangelo di Marco, dove ci presenta una donna che, pur essendo povera, non ha esitato a offrire tutto quello che possiede per rendersi disponibile. L’azione che la vedova compie non ha secondi fini, e questa è la sua bellezza, che ci spinge a riflettere sul fatto che non conta quanto diamo, ma perché diamo, da quali sentimenti è mosso il nostro gesto di solidarietà. Perciò, ogni qualvolta decidiamo di farlo, chiediamoci se siamo più come gli scribi e i farisei, che agiscono con e per ipocrisia, o come la vedova, la quale dona con e per generosità sincera.
Fatti diVersi. Guerra e sacrificio, perché ricordare è un dovere