Home Chiesa e Diocesi Covid19. Dalle zone gialle a quelle rosse le chiese restano aperte

Covid19. Dalle zone gialle a quelle rosse le chiese restano aperte

Nessun cambiamento per quanto riguarda lo svolgimento delle celebrazioni, ma nelle località appartenenti alle zone 'rosse' è necessaria l'autocertificazione per andare a messa. Per le parrocchie di Alife-Caiazzo restano valide le disposizioni del Decreto del 26 ottobre firmato da mons. Piazza

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A partire da oggi, 6 novembre, entrano in vigore le nuove misure stabilite dall’ultimo Decreto del Governo, che divide l’Italia in tre zone – gialla, arancione e rossa, in base al livello di incidenza e trasmissione del Covid. Ma cosa cambia per le funzioni religiose e le attività pastorali? Nessun cambiamento per ciò che riguarda lo svolgimento delle celebrazioni e solo nelle zone rosse bisogna compilare un’autocertificazione per recarsi in chiesa. A comunicarlo è l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei, nella persona del direttore, Vincenzo Corrado, precisando che per l’accesso ai luoghi di culto restano confermate le regole già in atto per evitare assembramenti, in base del Protocollo siglato da Governo e Cei. Nella nota i Vescovi italiani invitano a coltivare la cura dei legami, coinvolgendo le famiglie, “anche attraverso l’uso del digitale” nella catechesi e nelle altre attività pastorali.

 

Comunicato stampa – Il provvedimento, come noto, divide l’Italia in tre aree – gialla, arancione e rossa – a seconda del livello di rischio. L’inserimento di una Regione in una delle tre fasce di criticità, ha spiegato il Presidente del Consiglio, avverrà con ordinanza del Ministro della Salute che recepisce l’esito del monitoraggio periodico effettuato congiuntamente con i rappresentanti delle Regioni.

Circa le celebrazioni, il testo precisa nuovamente che “l’accesso ai luoghi di culto avviene con misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro” (art. 1 comma 9 lettera p). Come già nei precedenti DPCM viene chiarito che le celebrazioni con la partecipazione del popolo si svolgono nel rispetto del protocollo sottoscritto dal Governo e dalla Conferenza Episcopale Italiana, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico (articolo 1 comma 9 lettera q). Nessun cambiamento, dunque. Nelle zone rosse, per partecipare a una celebrazione o recarsi in un luogo di culto, deve essere compilata l’autocertificazione.

Vincenzo Corrado

Circa la catechesi e lo svolgimento delle attività pastorali, alla luce delle indicazioni del DPCM, la Segreteria Generale della CEI consiglia una consapevole prudenza; raccomanda l’applicazione dei protocolli indicati dalle autorità e una particolare attenzione a non disperdere la cura verso la persona e le relazioni, con il coinvolgimento delle famiglie, anche attraverso l’uso del digitale. Già l’Ufficio catechistico nazionale con il documento Ripartiamo insieme aveva suggerito alcune piste operative. In particolare, per le zone rosse, la Segreteria Generale invita a evitare momenti in presenza favorendo, con creatività, modalità d’incontro già sperimentate nei mesi precedenti e ponendo la dovuta attenzione alle varie fasce di età.

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, ossia lo svolgimento della catechesi e delle attività pastorali, la diocesi di Alife-Caiazzo fa riferimento a quanto deciso dal vescovo mons. Orazio Francesco Piazza, amministratore apostolico, attraverso il Decreto n. 18 del 26 ottobre 2020.
Nel testo del Decreto, al punto 3 si legge quanto segue: “La catechesi per gli adulti (cresime, matrimoni, genitori) si svolgerà nelle parrocchie e secondo modalità che evitino assembramenti, anche piccoli, con le condizioni di sicurezza previste; ove possibile si facilitino gli incontri anche da remoto“.
L’invito resta quello di mantenere comportamenti responsabili, ora più che mai necessari, vista la nuova impennata di contagi che ormai riguarda tutta l’Italia, e la prima forma di responsabilità si manifesta nel rispetto delle regole.

Scarica il Decreto del Vescovo

 

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