Antonio e Caterina hanno deciso di sposarsi lo stesso, nonostante le mascherine, nonostante le distanze obbligate, nonostante il divieto di assembramenti.
Un’esperienza che quest’anno ha toccato diverse coppie che pur di promettersi fedeltà, pur di dare inizio alla loro storia insieme davanti a Dio, hanno sfidato ogni restrizione e puntato su cerimonie intime, di pochi…
Per questi due sposi non hanno contato neppure la marcia nuziale e i fiori in chiesa: l’unico pensiero era dirsi di sì davanti a quell’altare, e pregare insieme perchè quella fedeltà sia per sempre, com’è nei progetti di Dio per un uomo e una donna, nel dono generoso e reciproco di ogni giorno. Per sempre.
Lo hanno fatto una sera d’autunno, durante la messa vespertina, con pochissimi parenti e quegli anziani che non perdono l’appuntamento serale con l’eucarestia.
Cosa conta di più?
Seppur già sposati civilmente, hanno scelto il rito religioso, hanno voluto che il loro amore fosse in Dio per rispondere a quel primo disegno che chiama l’uomo e la donna a completarsi insieme nella grande opera della Creazione.
Per loro, adesso, è un’altra storia…
“Questo 2020 è un anno che resterà nella memoria di tutti, eppure noi abbiamo deciso di ritagliare un momento di gioia e confermare il nostro amore davanti a Dio, lo scorso 24 ottobre in una Cattedrale di Alife anonima, senza un fiore e nessuna marcia nunziale.
Un matrimonio atipico, fuori dai soliti schemi: eravamo solo noi sposi, testimoni e poche persone. L’essenziale ha reso più emozionante questo momento per noi magico. Avevamo promesso il nostro amore con il rito civile lo scorso anno, ma questa volta è stato molto più emozionante prometterci l’un l’altra davanti a Dio.
Molti dei nostri parenti e amici scopriranno del nostro matrimonio tramite questo articolo. Per nostra volontà abbiamo deciso in questo momento storico così particolare che era meglio evitare assembramenti.
Un grazie speciale va al nostro caro Don Pasqualino, che ha voluto fortemente la nostra unione. Grazie per aver reso la cerimonia unica con la sua semplicità.
Chi ha saputo del nostro matrimonio ci ha chiesto il perché non aspettare momento migliore per sposarsi. Per noi, anche se è stato un anno che ci ha segnato molto, un anno praticamente non vissuto, è stata l’occasione migliore per dimostrare che volere è potere, che se l’amore c’è si mostra anche quando non è possibile ricevere un abbraccio, non è possibile mostrare il proprio volto perché coperto da una mascherina.
La vita è una cosa meravigliosa e bisogna guardare avanti, razionalizzare, capire che, piaccia o non piaccia, questa è la vita e bisogna prenderla così com’è, con i suoi pregi ed i suoi difetti.
L’uomo in questo anno ha capito quanto è piccolo rispetto a madre natura.
Il nostro matrimonio nel suo silenzio ha fatto tanto rumore per la sua semplicità.
Ci auguriamo che in un prossimo futuro si dia più valore al rito nella sua forma e la sua importanza senza focalizzarsi sul contorno.
Ci auguriamo che tutto questo “non vivere in libertà “finisca presto e che ci faccia capire quanto siamo stati liberi in passato rispetto al nostro caro anno 2020.Un anno che personalmente ci ha insegnato tanto”.
Caterina Renzo e Antonio D’Aniello