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RiVISTE per voi. La nuova rubrica di Clarus, viaggio tra quelle pagine fuori dal comune

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RiVISTE per voi è la nuova rubrica di Clarus che a partire da oggi proporrà ai lettori una alternativa.

Quanti settimanali conosciamo? E quante copertine passano solitamente sotto i nostri occhi? Titoli e colori e primi piani che prendono il sopravvento sui contenuti.
Riformuliamo la proposta, cambiamo gli schemi, portiamo lo sguardo un po’ più in là di ciò che conosciamo e che ci appare più familiare e rassicurante dei soliti magazine, ma lasciamoci provocare dall’idea che non conosciamo mai abbastanza.

È questa l’ambizione di RiVISTE per voi: una selezione di articoli e approfondimenti che giungono quotidianamente presso la Biblioteca diocesana San Tommaso d’Aquino, che vengono passati in rassegna, pesati, visti e rilanciati.
Si, avete capito bene: riviste di biblioteca, perchè oltre alle raccolte antiche e moderne di libri, questo servizio culturale che la Diocesi di Alife-Caiazzo mette a disposizione del territorio conserva e offre all’utenza decine di magazine ogni settimana.
(La Biblioteca diocesana è su internet all’indirizzo www.bibliodac.it, su Facebook, su Instagram).
Pubblicazioni a firma di enti, fondazioni, società del mondo ecclesiale, sociale e accademico che spaziano sui temi di politica, attualità, cultura, spettacolo, sport, spiritualità, fede e teologia, ecologia, tradizioni: una variegata proposta per tutti, con pareri e punti di vista divergenti utili a chi fa ricerca e approfondimento, a chi cerca una lettura semplice ma non banale sugli argomenti che riguardano l’Italia e il mondo.
Vi proporremo brevi sintesi tratte da alcune di queste riviste, ma anche i sommari di altre pubblicazioni, perché la vostra scelta possa cadere facilmente su ciò che meglio cercate e meglio vi rappresenta.
Contattando la Biblioteca diocesana all’indirizzo mail info@bibliodac.it e tramite i canali social, sarà possibile richiedere il materiale che vi interessa.
Buona lettura.
La Redazione

Madre
 “L’Onu serve ancora” titola la rivista Madre a pag. 46 (sezione Esteri) del mese di ottobre, dedicando l’approfondimento all’Organizzazione delle Nazioni Unite, alla sua storia e al servizio che offre tutt’ora. “La domanda corretta non è “a cosa servono le Nazioni unite?” ma se, senza di esse, il mondo sarebbe mibliore. Vale anche per l’Europa, piena di limi, ma che, in questa crisi post-covid, ha dato un inatteso segno di vitalità”.

Sulla stessa rivista, spazio a storia e cultura. A pagina 64 un interessante approfondimento su “Il papà di Pinocchio”, ricordo di Carlo Collodi a 130 anni dalla morte.
Sono tanti infatti gli anni che ci separano dalla storia del burattino di legno, eterna ed immortale, interprete di sentimenti umani di cui tanto abbiamo bisogno.
Eh sì, Pinocchio in una prima mozza versione nasce nel 1881, ma solo dopo 2 anni, esce la favola nella versione che conosciamo oggi.
Tra le pagine di Madre, un bell’excursus sulle interpretazioni cinematografiche e sui giudizi che la critica ha da sempre riservato a quest’opera, tra le più lette al mondo.

Il Timone
Il mensile di apologetica propone un primo piano sul tema “lavoro”.
“Dignità non assistenzialismo” è il titolo ma anche l’appello forte. Si tratta di un’indagine nell’Italia del Covid e di un percorso parallelo sul tema lavoro attraverso la Dottrina sociale della Chiesa.
Segue un lungo dossier sulla solitudine, su quel male che ha bussato alla porta di tanti in questi mesi: tra le pagine spicca l’intervista a Pupi Avati che inverte la rotta: “Quando la solitudine è una risorsa”. L’intero approfondimento viaggia tra la spiritualità, la cultura, le relazioni alla luce di un cambiamento che si è imposto nella società e che tanti hanno subito. Ma solitudine è anche una possibilità…

Il Mulino
La rivista bimestrale di cultura e politica propone nel suo ultimo numero arrivato nella nostra Biblioteca un interessante e critico approfondimento dal titolo “Riformare l’amministrazione pubblica a partire dallo smartworking” (pag. 629).
Ciò che è nuovo a molti di fatto non lo è.
Quali sono le cause effettive che rendono necessario e vantaggioso questo stile di lavoro?
L’Italia, durante la pandemia, ha saputo veramente applicare il valore etico ed economico di questa risorsa? E quali risultati dovremo aspettarci?

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