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La prudenza per dissipare le nebbie della vita. Il messaggio del vescovo Mons. Piazza nella prima domenica di Avvento

Come anticipato nella Lettera alle Comunità donata in occasione dell'Avvento, ogni domenica il Vescovo Orazio Francesco "accenderà" la candela di una virtù. In questa giornata ci parla della Prudenza

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Dissipare le nebbie dell’esistenza, lasciare trapelare la luce delle virtù nella vita caricata di affanni, paure, delusioni…
È il messaggio di Mons. Orazio Francesco Piazza, amministratore apostolico, alle comunità diocesane di Sessa Aurunca e di Alife-Caiazzo in questa prima domenica di Avvento.
Lo ha annunciato nella sua Lettera alla Comunità “Maranatha, Vieni Signore Gesù” consegnata due giorni fa come traccia di riflessione per l’Avvento, che in ogni domenica di questo tempo particolare accenderà per tutti noi una candela: ogni volta una luce di spiritualità per la vita di ciascuno… (scarica la Lettera).
Il primo appuntamento è con la Prudenza che nasce “come luce interiore che sa leggere prima dentro di sè e poi interroga la realtà” perché questa non prevalga con il suo carico  di contraddizioni a distogliere la vita del credente dall’attesa di Cristo, la cui venuta  – come promessa che si è compiuta ricorderemo anche in questo Natale, senza distogliere lo sguardo e la speranza dalla promessa della venuta futura.

“In questa prima domenica di avvento siamo chiamati ad riconoscere la voce di chi ci viene incontro che risponde alla nostra richiesta di aiuto, al desiderio di poterci riconoscere negli occhi di chi ci guarda con cura…”. Il desiderio di Dio, di riconoscere la sua rassicurante presenza è insito nel cuore dell’uomo, come bisogno primordiale: Mons. Piazza se ne fa interprete e con il suo messaggio di questa domenica spiana la strada ad una riflessione che edifica e rinsalda la struttura interiore di ognuno.
“La prima parola con cui ci confrontiamo in questo periodo di Avvento e che alimenta il sentiero delle virtù che deve diradare le nebbie interiori proprio perché chiamati alla vigilanza, (…), è la prudenza. La virtù non è un può esercizio, ma uno stile di vita; è un abito che ci rappresenta come quando mettiamo l’abito migliore”.

Virtù è sicurezza, è ritrovare l’equilibrio, l’armonia tra fede, mente, corpo che permette ad ognuno di essere vigilanti, pronti, fratelli in ascolto gli uni per gli altri, fratelli disponibili nella carità, fratelli mossi dalla gioia del Vangelo: se virtù è uno stile, esso deve tradursi in testimonianza e nella capacità di “esprimere la vera signoria sulla nostra vita, a saper decidere noi”.

Sulla prudenza, il vescovo Orazio Francesco, rompe con la comune considerazione che lascia intendere tale virtù come un rallentamento di passo o di scelte, e ci consegna una provocazione che esprime al meglio lo stile di chi è sentinella nell’attesa di Cristo: “La prudenza non dice di stare fermi ma ci spinge ad agire, ma soprattutto però guardando attentamente con cura ciò che in una situazione è opportuno fare”. Equilibrio interiore e luce del cuore sono le basi su cui costruiamo questo tempo.

 

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