Noemi Riccitelli – Sono ormai trascorsi tre anni dalla promulgazione della legge che ha istituito il Parco Nazionale del Matese, il 27 dicembre 2017, ma un Parco Nazionale, di fatto, ancora non esiste.
A denunciare la mancata realizzazione di un progetto che ha atteso a lungo, generando aspettative e ambizioni di progresso, è la Consulta del Matese.
Il “ritardo” di questi tre anni sarebbe da addurre al mancato confronto della Regione Campania sulle proposte di perimetrazione e di zonazione (un Parco Nazionale è suddiviso in zone con regole più o meno stringenti in relazione al grado di antropizzazione) formulate dal Ministero dell’Ambiente sulla base degli studi effettuati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Tutte le aree comprese nella recente perimetrazione del Parco Nazionale del Matese fornita da ISPRA risultano essere fortemente penalizzate dal ritardo nell’avviamento del Parco Nazionale, senza dunque la possibilità di sfruttare al meglio, in senso positivo, le caratteristiche del territorio.
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Anzi, come la Consulta del Matese sottolinea, il ritardo fa sì che si verifichino episodi di sfruttamento negativo del territorio stesso, come sta accadendo nella Valle del Tammaro, dove si trovano molteplici allevamenti intensivi, in essere ed in ampliamento, ed impianti eolici fortemente invasivi sul territorio e sul paesaggio.
Oltre alla devastazione paesaggistica, le aree già individuate da ISPRA come da tutelare rischiano di subire un consumo di suolo senza precedenti.
La definizione effettiva del Parco Nazionale del Matese è una esigenza imprescindibile anche per fermare il crescente consumo di suolo rilevato annualmente a livello nazionale e in atto ad un ritmo inaccettabile, con conseguente degrado del territorio, perdita delle funzioni degli ecosistemi naturali e danno idrogeologico, sanitario e climatico. Il Matese sudorientale vede alcuni comuni ai primi posti delle graduatorie regionali con punte superiori di oltre 50 volte la media nazionale in mq annuali pro capite; eclatanti a riguardo sono casi di Morcone e San Lupo.
A seguito della scadenza della terza proposta di perimetrazione presentata da ISPRA, le osservazioni pervenute dalla Regione Campania e la Regione Molise sono le seguenti: la Provincia di Benevento risulta aver chiesto una proroga per individuare un percorso condiviso con le Regioni Molise e Campania, senza tuttavia aver prodotto sinora alcuna osservazione di merito tecnico-scientifica. La VII Commissione del Consiglio della Regione Campania (Ambiente) avrebbe invece richiesto, con i soli Sindaci già appartenenti al Parco Regionale del Matese, una ulteriore proroga fino a 6 mesi, con proposte di perimetrazione e zonazione approssimative, fuori luogo rispetto ai criteri di esistenza di un Parco Nazionale secondo il principio della norma sulle “Aree Protette” (L.394/91 e s.m.i.).
Dunque, ancora rinvii e poca vera e concreta progettualità, che non fa nient’altro che minare il patrimonio territoriale da custodire e oscurare la visione di sviluppo sostenibile, quel “Green Deal” tanto evocato nelle strategie nazionali ed europee.
La Consulta del Matese è pronta, tuttavia, ad arginare atteggiamenti controproducenti e ad agire in modo incisivo con il Ministero dell’Ambiente e le Regioni, affinché il territorio abbia il valore che merita.
La Regione Campania e gli amministratori dei Comuni e delle Comunità Montane del Parco, sono il luogo di riferimento cui rivolgere apprezzamenti o critiche sul realizzato. Oggi, la legge di riferimento, approvata già da tre anni, informa tutti i cittadini del vasto territorio, di una volontà, almeno da parte del legislatore, di compiere un salto di qualità verso una maggiore tutela di un’area protetta sicuramente più vasta, con probabili nuove occasioni ed opportunità per tutti. Lasciare che decidano sulla sostanza dei fatti i predetti protagonisti e non invece livelli istituzionali più alti, rappresenta o il vero limite di tutta la questione, che include anche il denunciato ritardo della Regione Campania, oppure la grande nuova opportunità: dipende dai punti di vista e dalla valutazione che si fa di quanto è sotto gli occhi di tutti. Questa è solo la mia modestissima opinione ovviamente. Auguro buon lavoro a tutti, in particolare a tutte quelle associazioni che si occupano della tutela dell’ambiente di entrambi i territori coinvolti, con la speranza che i ragazzi e le ragazze di questi nobili sodalizi vigilino con scrupolo ed attenzione sulla realizzazione di questa grande opportunità di sviluppo e combattano, se necessario, con determinatezza, contro tutti i detrattori, fuori e dentro le istituzioni, spesso mimetizzati con le vesti di sostenitori. E chestè