Il quartiere dove sorge la cappellina di Sant’Antonio a Valle Agricola è stata sempre chiamato “dietro le campanelle” a motivo delle due campanelle della torre. Quando la seconda campana, leggermente più grande, scomparve intorno agli anni Sessanta è rimasta la piccola, ma nessuno ha messo mano all’idea di fonderne una nuova, poiché “zona di poco interesse”…
Eppure, la visione a metà e il rischio che la tradizione campanaria venga meno sapendo che ogni campana è motivo di richiamo per le comunità alla preghiera, al lutto, alla festa, agli avvenimenti… (è un patrimonio delicato e fragile quello dell’arte campanaria, in Italia come in Europa, spesso affidato non a regole scritte ma a tradizioni tramandate di mano in mano a pochi…) ha suscitato l’idea del parroco con Salvatore Di Chello di coinvolgere la comunità valligiana per il rifacimento di un nuovo bronzo.
“Sono anni che ci riflettevo e pensavo all’occasione giusta per poter fondere una campana nuova per quella cappellina in cui è conservata una reliquia ex corpore del Santo di Padova, molto venerato a Valle Agricola. All’inizio della pandemia la mia idea ha preso forma: la campana come lode e gloria a Dio a protezione della nostra gente. L’occasione giusta si è presentata quest’anno, la sera di Ognissanti, quando la gente porta, come consueto fare ogni anno, le offerte al sacerdote per farne poi un segno…”.
Con i proventi di quella raccolta è stata fusa una nuva campana con impresse le immagini dei Santi Pietro e Paolo “colonne della Chiesa di Dio”, ricorda don Salvatore, e quelle di Sant’Antonio e della Madonna.
“La sera del 22 novembre, senza troppa pubblicità al fine di evitare assembramenti in fede alle restrizioni che contengono i contagi da Covid19, al termine della messa, la campana è stata benedetta: “…possa il suo suono squarciare i cieli e giungere presso il trono di Dio e il cuore degli uomini…” Recitava la preghiera”.
Il giorno successivo la comunità di Valle Agricola ha visto salire sulla torre la nuova campana che insieme alla sua nuova e nel contempo vecchia sorella, suona ancora a mano, come segno di quella fede semplice di chi “scampaniando” prega il Signore del Cielo e della Terra.