Home Chiesa e Diocesi Verso Natale con stupore. La preghiera delle “Antifone O”

Verso Natale con stupore. La preghiera delle “Antifone O”

Da oggi e fino al 24 dicembre, la recita delle Antifone accompagnerà le celebrazioni che precedono al Santo Natale

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Antonio Di Lorenzo* – Il Natale che si avvicina vivrà un periodo preparatorio inedito, espressione di quella dimensione di meraviglia che gli appartiene. Una “proposta spirituale” per accompagnare il cristiano in questi giorni nella contemplazione del mistero dell’incarnazione del Signore. A cominciare da oggi, 17 dicembre, e fino al giorno della Vigilia, le celebrazioni saranno impreziosite dal canto delle Antifone maggiori dell’Avvento, note come Antifone O, perché hanno tutte come incipit il vocativo “O”.

Il tono solenne che caratterizza le Antifone ricalca un percorso in crescendo, che conduce il fedele alla Venuta, un graduale avvicinamento a Colui che, incarnandosi, ha redento l’umanità. Ognuna delle otto Antifone O si riferisce a una delle cosiddette Ferie maggiori, ossia i giorni precedenti al Natale (17-24 dicembre), e rappresentano delle invocazioni messianiche che si attengono alle parole riportate del profeta Gioele riportate da San Paolo: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato“.

Le Antifone, anticamente intonate con grande solennità soprattutto nei monasteri e nelle cattedrali, vengono recitate nell’ora del Vespri, l’ora della sera, e al Magnificat, per annunciare la Venuta del Salvatore da Maria. Sebbene l’origine fosse sconosciuta, fu Boezio a individuare l’utilizzo delle Antifone al tempo della Riforma liturgica di papa Gregorio Magno. Il loro fascino è innanzitutto linguistico, poiché le iniziali formano la sequenza: Sapientia – Sapienza, Adonai – Signore, Radix – Germoglio, Clavis – Chiave,
Oriens – Astro, Rex – Re, Emmanuel – Emmanuele. Vi è inoltre, un dettaglio che spesso sfugge ma che dà pienezza all’uso di queste antifone: le lettere iniziali di questi stessi sostantivi, lette partendo dall’ultima Antifona, formano la frase latina “Ero cras”, cioè “Domani sarò qui”.

Il senso forte che i testi delle Antifone incarnano è dunque la progressività, che determina la maturazione del credente, del mondo e della Storia, proiettandoli verso una nuova consapevolezza.

*Direttore Ufficio liturgico Diocesi di Alife-Caiazzo

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