Successo per il docufilm “Pompei ultima scoperta” andato in onda domenica scorsa su Rai2 e nato dalla coproduzione di Gedeon Programmes, Parco Archeologico di Pompei, diretto dal dottor Massimo Osanna, in collaborazione con France Télévisions, RTBF Télévision belge, Unità Documentari EBU Coproduction Fund. Sono stati 3 milioni gli spettatori, per uno share dell’11,4, rimasti incollati al televisore per ammirare le immagini relative al Thermopolium pompeiano portato alla luce pochi giorni fa, grazie al lavoro di manutenzione e restauro della Regio V. Una scoperta che desta meraviglia, sia per il perfetto stato in cui il Termopolio è apparso agli archeologi, sia per la ‘modernità’ dell’oggetto della scoperta.
Sì, perché il Termopolio altro non è che il raffinato antesignano del moderno street food, una bottega dell’epoca di rivendita di generi alimentari. Molto soddisfacente anche la risposta in termini di ascolto riscontrata in Francia e in Germania per il racconto delle abitudini dell’epoca, curato nei minimi dettagli, attraverso il linguaggio del documentario. Questo significativo ritrovamento è solo l’ultimo, in ordine di tempo, dei tanti che hanno permesso di aggiungere tasselli sempre nuovi al sito di Pompei, uno dei più affascinanti del mondo, resi possibili grazie al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e al contributo dell’Unione Europea.
Dagli affreschi straordinariamente conservati, ai resti delle pietanze dell’epoca, dall’odore di vino emerso da uno dei contenitori dopo la rimozione delle ceneri, particolari che hanno permesso di ‘sentire’ quelle usanze molto più vicine alle nostre di quanto si potrebbe immaginare. Il genere del documentario si è rivelato ancora una volta efficace per la sua capacità di comunicare in maniera immediata e realistica, e ciò conferisce merito alla squadra di Rai Documentari, nata all’inizio del 2020 e diretta da Duilio Giammaria.
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