“C’è polvere sulle nostre Bibbie…” (cit)
Forse sì. E forse tanta.
Ma ancora una volta Papa Francesco viene a suggerirci un’idea, una pratica, una festa diversa dal solito e un incontro più attento con la Scrittura di Dio: è la Domenica della Parola di Dio, istituita con il documento “Aperuit illis” per la III domenica del Tempo ordinario che quest’anno ricorre il 24 gennaio.
Peccato che l’abitudine sia quella di vivere un rapporto più intenso e più attento con la Parola di Dio solo in circostanze “fissate”.
Cosa ci tiene lontani da certe letture?
Cosa frena la nostra confidenza con quelle pagine…?
La Domenica della Parola vuole suscitare uno stile, vuole aprire ogni volta occasioni nuove di dialogo con Dio ma soprattutto il desiderio di tornare a quell’incontro che dobbiamo leggere come occasione riservata, dedicata all’oggi e al presente di ogni uomo.
La Diocesi di Alife-Caiazzo, domenica prossima in tutte le messe parrocchiali vivrà la Parola in maniera diversa attraverso segni e riferimenti che ne evidenziano l’importanza, la centralità, ma per dare seguito alla proposta della Chiesa e l’occasione per ritornare consapevolmente sul valore dei testi sacri, tramite l’Ufficio Catechistico diocesano propone tre incontri, dal 26 al 28 gennaio, sul tema “Ascoltare la parola di Dio contenuta nella Santa Scrittura” a cura di padre Fabrizio Cristarella Orestano, biblista, della Comunità monastica di Ruviano, una singolare esperienza di vita religiosa presente nel territorio della chiesa locale.
Il percorso – trasmesso tramite la pagina facebook della Diocesi alle 21.00 (ogni incontro avrà la durata di 20 minuti) – intende sottolineare la centralità di un autentico rapporto con la Santa Scrittura troppo emarginata nella vita personale e nella vita del singolo credente. Per darle questa centralità è necessario comprenderne la portata e avere quell’atteggiamento di fondo che la Scrittura chiede: l’ascolto. Questo è il comandamento primordiale per Israele ma lo è anche per i discepoli di Gesù che più volte chiede l’ascolto come via di costruzione dell’uomo nuovo. D’altro canto il Nuovo Testamento presenta il Cristo come Parola fatta carne e di fronte alla parola o la si ascolta o la si scarta.
Di fatto, Aperuit illis, titolo del Motu proprio di Papa Francesco, nella sua citazione propria ricorda l’intenso momento dell’incontro tra Gesù e i discepoli di Emmaus e il momento in cui «Aprì loro la mente per comprendere le Scritture» (Lc 24,45), conseguenza dell’azione di ricerca e di domande da parte dei due delusi e insoddisfatti partiti da Gerusalemme, ma soprattutto dell’ascolto disponibile alle parole del viandante, lasciando che esse ardessero nel loro cuore.
La conseguenza?
Il ritorno gioioso a Gerusalemme, e l’annuncio…
Non c’è incontro autentico con la Parola che non abbia un seguito che riporti ad essa…
Ma la domenica della Parola e le iniziative che tendono a dare stabilità a questa diversa occasione di dialogo con Dio, si inseriscono anche nel contesto della Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani che ricorre dal 18 (oggi) al 25 gennaio a a ricordare che la Parola, oltre ad essere esperienza personale è anche e soprattutto comunitaria di preghiera che apre ai segni che Dio indica per ciascuno, tracciando prospettive di bene da realizzare, occasioni di carità da concretizzare e di giustizia da rendere ai fratelli.