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Sebastiano, un pezzo di Paradiso sulla terra. Ci lascia il giovane disabile, “lui, che più di tutti ha qualcosa da insegnare”

La lettera della sorella Anita, il racconto di un legame intenso, del loro modo di intendersi e di scontrarsi; poi la sua più bella dichiarazione d'amore per Sebastiano: "Io, se avessi potuto, sarei rinata per te".

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Il Covid ci ha messo del suo, seppur le condizioni fisiche di Sebastiano, nato con una grave disabilità, erano appese ad un filo fragile e sottile…

La sua morte, ieri nel giorno del santo di cui porta il nome, segna l’intera comunità di Alvignano e quanti in queste ore stanno conoscendo la sua storia e quella della straordinaria famiglia che da sempre, amorevolmente, lo ha cresciuto, curato, amato, e con cui – a modo suo – Sebastiano ha comunicato, sorriso, pianto…

Su quanto stava per accadere, l’irreparabile, la sorella minore Anita ha acceso una luce, e l’ha puntata su di lui che per tanti anni (o forse da sempre) è vissuto in ombra rispetto al pullulare della vita che si muoveva nel mondo, ma come lei stessa ricorda, “non ha mai vissuto invano”. Per la sua famiglia e chi con essa ha avuto la fortuna di condividere Sebastiano, la vita di questo ragazzo insegnato tanto: a cogliere nelle sfumature di una smorfia o di uno sguardo la rabbia, l’entusiasmo, la serenità…; a scegliere i tempi opportuni per parlare o ascoltare i silenzi; a comprendere che la disabilità di pochi è l’opportunità data a molti per crescere educando se stessi all’accoglienza, al rispetto, al dono del proprio tempo, all’amore gratuito che veramente (e questa volta veramente!) non può attendersi nulla in cambio.

Su Clarus avevamo raccontato di lui quando ha ricevuto il sacramento della Cresima nel mese di marzo del 2019: in quella circostanza il vescovo Mons. Valentino Di Cerbo e il parroco don Alessandro Occhibove e don Francesco Vangeli con il diacono Raffaele Fazzone vissero la felice esperienza di rendere Chiesa la casa di Sebastiano spezzando anche per lui l’Eucarestia. In quella circostanza, in un clima di grande familiarità, si erano ritrovati per lui alcuni familiari, amici, vicini di casa e gli amici dell’Associazione Umanità Nuova (click).

Cosa resta della vita di Sebastiano? Tutto.
Le parole di Anita ci consentono oggi di entrare nell’intimità del loro rapporto di fratelli, e attraverso le emozioni di lei ci è consegnata la bella responsabilità di “fare il bene”; di considerare le persone deboli come l’incontro migliore che ci possa capitare; di vivere per qualcuno.
Se Sebastiano non ci fosse stato, tutto questo non sarebbe stato scritto; tutto questo non sarebbe diventato un impegno.
A lui, che ora insieme agli angeli, guarda Dio, chiediamo l’impegno di accompagnare la sua famiglia…

Ciao Seb…
così voglio salutarti, con la consapevolezza che tu possa finalmente sentirti libero, libero di spiegare le ali e volare…
Sono cresciuta con una frase di mio padre che ancora oggi risuona nella mia testa… “Non lamentatevi, al mondo ci sono cose peggiori..” Ed è così. Non sei stato la mia “cosa” peggiore bensì quella migliore. 

Senza di lui non avrei mai avuto la possibilità di guardare oltre.
Lui, più di tutti, ha qualcosa da insegnare.
Aveva due grandi occhioni verdi e un sorriso capace di illuminare la giornata di ognuno di noi per tutte le volte che non ha potuto sedersi a tavola con tutta la famiglia.
Voglio ricordarlo nelle giornate uggiose. Voglio ricordarlo per tutte le volte che non ha potuto avvertire la sensazione della neve scivolargli sul viso e della salsedine sulla pelle.
Sebastiano non ha mai vissuto invano.
E io non vorrei cambiare quello che mi è successo perché non avrei, mai avuto questa possibilità di vivere per me e per lui, non avrei mai avuto la possibilità di vivere a pieno considerando sempre e solo il lato positivo delle cose; non avrei mai avuto la possibilità di imparare a cucinare all’età di 11 anni; non avrei mai avuto la possibilità di intraprendere un percorso universitario e giurare solennemente di mettere la mia vita la servizio della persona umana.
Vive, amate e fate del bene.
Ecco, mio fratello non ha potuto essere il mio fratello maggiore; non è venuto mai a prendermi a scuola, non ha mai potuto darmi dei consigli o sgridarmi per i miei capricci, a ma inconsapevolmente mi ha insegnato tanto…
Mi ha insegnato che la vita a volte è ingiusta e che tu devi crescere sempre più forte per non cadere, mi ha insegnato che con un sorriso puoi migliorare le giornate delle persone a cui tieni, mi ha insegnato ad essere rispettosa sempre e mi ha insegnato ad apprezzare ogni piccolissima cosa che la vita ci offre.

Ti ho amato e ti ho odiato proprio come accade tra fratello e sorella, non abbiamo mai litigato ma io so per certo che qualche volta lo abbiamo fatto e so per certo che in molte occasioni tu mi abbia detto di volermi bene.
Ti ho amato per tutte le volte che mi hai sorriso, per tutte le volte che ci siamo stretti la mano, per tutte le volte che piangevo e ti mia abbracciavi con lo sguardo, per tutte le volte che mi sono sdraiata accanto a te nel giorno del tuo compleanno.
E ti ho odiato, ti ho odiato per tutte le volte che non ci hai fatto dormire, tra te e papà ci è risultato difficile; per tutte le volte che urlavi e cambiavi espressione quando mi preparavo per uscire. Chissà, forse un po’ eri geloso.
Ti ho odiato quando vedevo te e mamma andar via, consapevole che vi avrei visto ritornare a casa dopo mesi e ti ho odiato quando hai smesso di sorridermi, un po’ di tempo fa.

Dei sacrifici fatti e delle lacrime versate insieme alla mia famiglia non rimane nulla.
Ebbene sì come ci ha sempre detto mio padre “non lamentatevi mai perché al mondo ci sono cose molto più grandi”.
Guardate in fondo al vostro cuore ora, abbandonate tutto ciò che c’è di negativo intorno a voi e vivete nonostante tutto…
Siate felici di ciò che che avrete e quando potete vi prego fate solo del bene. La vita è una sola.

E ora tu vai e corri, corri più che puoi, inciampa, cadi, sbucciati le ginocchia e vivi la vita che ti è stata tolta ingiustamente da mani poco esperte.
Io, se avessi potuto, sarei rinata per te.
Anita 

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