Giovanna Corsale – Il maltempo che ha coinvolto l’Italia nei giorni scorsi non ha risparmiato l’Alto Casertano provocando, in alcuni casi, danni anche piuttosto significativi. È questo il caso del sito archeologico di Trebula Balliensis, che si trova a Treglia, frazione del comune di Pontelatone. Le piogge abbondanti, che in alcuni casi si sono abbattute anche con una certa intensità, hanno causato il crollo di una parte delle mura perimetrali, mettendo seriamente a rischio l’intera area. Il Parco Archeologico dell’Antica Trebula rappresenta un ‘gioiello’ della storia di una zona, quella cinta dai boschi del Monte Maggiore, le cui origini risalgono a un tempo precedente all’arrivo dei Romani.
Lo spiacevole episodio verificatosi a danno del sito di Treglia ha spinto l’onorevole Margherita Del Sesto del Movimento 5 Stelle ad attivarsi, inviando innanzitutto al Soprintendente ABAP per le province di Caserta e Benevento e al Commissario prefettizio di Pontelatone una “richiesta di informazioni urgenti sull’accaduto al fine di poter presentare un’interrogazione parlamentare al MiBACT per la salvaguardia del sito“. Già oggetto di interventi effettuati tra il 2006 e il 2009, l’antico sito ubicato nei Monti Trebulani ora si ritrova in uno stato di precarietà che richiede lavori di messa in sicurezza perché di notevole interesse storico e archeologico.
Trebula Balliensis, per saperne di più…
L’area archeologica ricade nell’attuale Treglia (frazione del comune di Pontelatone), ubicato nei Monti Trebulani e, più esattamente, nella parte centrale del massiccio del Monte Maggiore. L’abitato antico si estendeva a nord-est di quello moderno e si articolava in due nuclei principali: l’acropoli sul colle Monticelli (477 m) ed il sottostante abitato sannitico-romano sul pianoro denominato La Corte, entrambi delimitati dall‘imponente cinta muraria sannitica, all’interno della quale si è poi sviluppata, a partire dal II secolo a.C., la città romana. Nell’area sud-occidentale vi sono i resti del teatro, scavato nel secolo scorso, nei cui pressi sono state a più riprese rinvenute statue ed iscrizioni pubbliche (in parte conservate al Museo Campano di Capua), così da indurre a ipotizzare, probabilmente a ragione, che in questa zona centrale della città antica si trovasse anche il foro. In realtà, non sono mancate iniziative di indagine della città antica – già nel Settecento, quando l’ambasciatore inglese a Napoli William Hamilton vi condusse nel 1758 e nel 1766 due campagne di scavo, e poi alla fine dell’Ottocento, quando vennero indagati il teatro e parte di un acquedotto. Inoltre, nel 1976, uno scavo di emergenza condotto al centro dell’abitato antico ha portato in luce le terme pubbliche, probabilmente da identificare con le ‘terme costantiniane’ menzionate da un’iscrizione.
Nell’anno 2007 è infine iniziato uno scavo archeologico di valorizzazione su iniziativa del Comune di Pontelatone e con fondi europei del Piano Integrato Territoriale (PIT) Direttrice Monti Trebulani Matese, redatto, per la componente archeologica, da Domenico Caiazza e concertato tra Soprintendenza Archeologica, Provincia di Caserta e Regione Campania, che ha consentito di scoprire e scavare la grande porta megalitica occidentale del tipo “a tenaglia esterna e corridoio interno”, forse la più grande d’Europa di tale tipologia. È stata anche scavata una grande tomba a camera semipogea, forse la stessa saccheggiata da Hamilton. Sono state restaurate le terme e ne sono stati scoperti nuovi vani, oltre a due strade basolate adiacenti. Sono state indagate anche numerose tombe di età imperiale ed alcune sannitiche con ricchi corredi. Infine è stata posta in luce anche una fornace preromana obliterata dalla costruzione delle mura. (Fonte wikipedia.org)