Home occhio allo schermo Occhio allo schermo. Malcolm e Marie: un’intensa ed elegante elegia amorosa

Occhio allo schermo. Malcolm e Marie: un’intensa ed elegante elegia amorosa

Il film diretto da Sam Levinson, disponibile dal 4 febbraio, è stato tra i titoli più attesi e discussi del catalogo Netflix        

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Noemi Riccitelli – Una casa, due giovani protagonisti e il loro amore intenso ma intaccato dal non detto.
Malcolm e Marie, scritto e diretto da Sam Levinson, il regista noto per avere diretto la serie di successo Euphoria, sembra essere un prodotto anomalo per il catalogo Netflix.
Girato in sole due settimane durante la recente pandemia, il film si presenta come un’opera molto raffinata, di nicchia: in bianco e nero, una scrittura da copione teatrale, due protagonisti, i soli e unici personaggi di tutto il film, Malcolm (John David Washington) e Marie (Zendaya) che interpretano in modo vivido e appassionato le tensioni di queste due giovani anime tormentate.

Di rientro da una serata in cui Malcolm, regista di professione, ha presentato il suo ultimo film, per il quale sembra abbia tratto ispirazione proprio dalla vita di Marie, sua compagna, attrice ed ex tossicodipendente, i due avviano una conversazione che, da apparente battibecco di coppia, si fa sempre più acuta e profonda, fino a toccare le tese corde della loro relazione e vita insieme.

L’intero film si svolge all’interno delle mura della casa dei due protagonisti, dove la macchina da presa si muove sinuosa seguendo i movimenti dei loro corpi e dove la musica, jazz in particolare, riempie lo spazio delle stanze e i silenzi tra Malcolm e Marie, sostituendosi spesso alle loro voci e ai loro pensieri.

I due protagonisti si colpiscono con dialoghi affilati, che mirano a scalfire i loro solo apparenti infrangibili caratteri: Malcolm sicuro di sé ma desideroso di conferme e sicurezza, irascibile e poco benevolo alle critiche (quelle della sua partner e quelle dei giornalisti che scrivono del suo film), Marie che è la più forte tra i due, ma anche lei bisognosa di tutte quelle particolari attenzioni e riconoscimenti che in una coppia sono fondamentali.
I loro scambi alternano complicità e tensione, effusioni e sguardi biechi.

Altro punto di attenzione del film è lo sfogo di Malcolm riguardo la prima recensione del suo film ricevuta da una giornalista: il regista lamenta il fatto che il suo film sia definito politico solo perché lui è afroamericano e che, in generale, una certa parte della critica tenda a definire ogni lavoro realizzato da afroamericani come una denuncia o una metafora per esprimere una condizione di disagio.
Da qui, una riflessione più ampia sullo stato dell’arte cinematografica e l’impegno civile che si profonde in essa, con citazioni della più classica storia del cinema (tra i tanti, La battaglia di Algeri di Gillo Pontercorvo).
Un passaggio che sembra quasi essere avulso dalla linea del film, ma che invece è un inciso ben chiaro: proporre una riflessione sulle attuali dinamiche culturali interne al mondo del cinema, specie oltreoceano.

Il film non è di semplice visione e comprensione, può risultare anche fin troppo denso e sofisticato, ma indubbio è il suo pregio artistico, con omaggi al cinema più classico e d’autore, una pacatezza cui lo spettatore non è più avvezzo. Vale, tuttavia, una visione.

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