Dopo aver inviato la Lettera alle Comunità per la Quaresima, Mons. Orazio Francesco Piazza apre un ciclo di catechesi che, a partire dai contenuti già affidati alla meditazione personale, accompagneranno le domeniche di questo tempo forte supportando la riflessione sulla Parola di Dio.
“Vi auguro – le parole che aprono il suo primo intervento in video – che la Lettera vi accompagni costantemente nella meditazione dove possa essere acquisito un metodo con cui operare un discernimento capace di produrre gli effetti positivi della consolazione che l’incontro con il Signore, vissuti in un equilibrio interiore, può generare”.
Il vescovo nel suo intervento parte dalle citazioni di Efrem il Siro, che aprono e chiudono la Lettera, per leggere l’attesa e la gioia della Risurrezione alla luce delle esperienze vissute da Cristo: la tentazione che apre il tempo della sua missione e poi quella della intimità profonda con il Padre e i fratelli nei giorni che precedono la luce della Risurrezione.
L’invito di Mons. Piazza è un focus sulla dimensione personale, le relazioni e i contesti in cui è immersa la vita di ciascuno. “Dai vostri frutti si riconoscerà chi siete…”: la citazione evangelica che egli utilizza in apertura del suo intervento richiama l’attenzione “su se stessi e sulla propria vita per operare un discernimento sugli effetti delle nostre scelte personali e relazionali perché guardando a noi e a chi ci avvicina e il contesto in cui siamo collocati possiamo notare quale riverbero della nostra persona si produce e quindi cogliere i frutti del nostro stato personale”.
L’episodio del Vangelo di Marco in questa prima domenica di quaresima, nel racconto della tentazione di Gesù nel deserto è il modello che il Pastore pone all’attenzione dei fedeli: prima di dare inizio alla sua missione “Gesù stesso si è allontanato nel deserto dove ha subito le tentazioni, le suggestioni del male e ha dovuto in se stesso porre equilibrio per dare inizio al suo cammino di annuncio e di benedizione nel fare il bene e nel produrre gli effetti della salvezza che troveranno la sintesi maestosa nella Pasqua sua e Pasqua nostra”. Ecco che la Risurrezione e i giorni che la precedono diventano il modello per ogni cristiano che attende e sceglie di essere nuovo: “dobbiamo vivere la gioia della condivisione del chinarsi nella fraternità il giovedì santo; dobbiamo sperimentare la solitudine del Getsemani, la durezza della prova; il sacrificio dell’offerta di sé con il venerdì santo; poi vivere il silenzio del sabato dove viviamo la profondità del mistero di Dio che fa intuire la stagione nuova dello stile della resurrezione”.
Cosa siamo chiamati a fare concretamente per “Convertire il cuore a Dio e ai fratelli”? chiede Mons. Piazza nel suo intervento richiamando il titolo della sua Lettera alle Comunità. Individua tre livelli di lettura per leggere la propria vita nel cammino quaresimale: “l’uno è quello della intimità del cuore e riuscire a vedere quali consolazioni e desolazioni abitano in ciascuno, come nascono e da cosa sono generate. Poi ci sono le cose in cui siamo impegnati, le azioni e le attività che sono il segno della nostra presenza e in ultimo il contesto in cui siamo collocati e che inseriscono le nostre azioni nel patrimonio di una collettività….”.
Questo esercizio attento vuole è il suggerimento a cogliere ciò che è giusto per noi, non sempre corrispondente a ciò che l’uomo invece sceglie di fare e vivere e che di rimando lo imprigiona in lacci che ne franano lo slancio dell’anima verso Dio.
Il percorso che seguirà sarà la graduale scoperta della “suggestione che ci imprigiona illudendoci e della consolazione ci libera impegnandoci”.