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L’ingresso di Mons. Giacomo Cirulli nella Diocesi di Alife-Caiazzo: “tutto ha inizio dalla Parola di Dio”

Domenica sera ad Alife cerimonia nel pieno rispetto delle norme antiCovid. Presenti autorità civili, vescovi, sacerdoti e un ristretto numero di fedeli. Mons. Giacomo Cirulli ha salutato la famiglia collegata in diretta streaming da Cerignola

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La Diocesi di Alife-Caiazzo compie un passo avanti nella sua millenaria storia, questa volta condotta per mano dal nuovo Pastore, Mons. Giacomo Cirulli. La cerimonia religiosa di domenica sera, iniziata con la Presa di possesso canonico ha di fatto dato inizio al ministero pastorale nella Chiesa che Papa Francesco gli affidato unendola in persona episcopi a quella di Teano-Calvi dove Mons. Cirulli è vescovo dal 2017.

Clima di grande attesa per l’arrivo del Pastore, l’emozione di un nuovo incontro,  la speranza di prospettive pastorali nuove che attendono la Diocesi, la conferma che il Signore sostiene il cammino di ogni Chiesa particolare inviando suoi ministri: nella Cattedrale di Alife si respirava questo clima ed è lo stesso che in tanti – costretti a seguire la Messa in streaming per l’impossibilità di essere presenti a causa delle norme antiCovid – hanno vissuto, esprimendo commenti di gioia da ogni Parrocchia.

L’orientamento del Ministero episcopale di Mons. Cirulli
Come per ogni primo incontro tra un Vescovo e la sua Comunità, anche in questo sono emersi con forza i segni che caratterizzeranno la missione del nuovo Pastore nella terra alifano-caiatina: tutto ha inizio nella Parola di Dio, letta, pregata, donata, spezzata per la Comunità; Parola che provoca la vita di tutti i credenti; Parola che chiama ad un nuovo stile. L’omelia di Mons. Cirulli, nel suo costante riferimento alle Letture proclamate, ha mostrato quale sarà la strada su cui camminerà insieme al suo gregge: “Carissimi fratelli e sorelle, con forte trepidazione ma ricolmo di intensa gioia e gratitudine, sono qui insieme con voi a presiedere in questa benedetta e bella cattedrale dedicata Santa Maria Assunta la celebrazione eucaristica che da’ inizio al ministero episcopale che il Signore mi ha affidato per continuare a donarvi il bene più grande possibile: la vita stessa di Cristo vincitore per sempre della morte. E insieme con voi, all’inizio del nostro cammino voglio ringraziare, benedire e lodare il Padre misericordioso perché sempre perdona e sempre soccorre i suoi figli in qualsiasi necessità si trovino” (…) Ora la Chiesa, noi, per rispondere pienamente alla sua missione, deve sempre e assolutamente partire dall’annuncio e dalla comprensione della Parola del Signore: in principio, in qualsiasi principio, è sempre la Parola. Su di essa opera lo Spirito Santo per farci conformi all’immagine di Cristo che è l’unico salvatore. Per questo oggi, in questo momento così importante è più che mai necessario per noi meditare la Parola che abbiamo ascoltata per cercare di comprendere quello che Dio vuole e si aspetta dalla nostra Chiesa perché possa raggiungere il suo scopo”.

I riti della Presa di Possesso alla presenza della Comunità civile ed ecclesiale
Suggestivo il momento iniziale della celebrazione caratterizzato dai riti che caratterizzano l’inizio di ogni ministero episcopale. È stato Mons. Orazio Francesco Piazza, amministratore apostolico della Diocesi per due anni, ad introdurre il Pastore nella sua nuova Chiesa: “Possiamo starti vicino sostenendoti con la nostra preghiera perché tu possa vivere in questa Chiesa e con questa Chiesa quel mandato che ci lega a Cristo Signore nella sequela di cui paghiamo il costo, il costo dell’obbedienza dell’amore. Ti auguriamo di camminare serenamente e soprattutto di valorizzare tutto quanto raccogli in eredità. Benedica il Signore il tuo cammino…”.
A seguire, la lettura del Documento a firma di Papa Francesco che il 26 febbraio ha affidato la Diocesi al Vescovo Giacomo; la proclamazione del suo nome quale nuovo Pastore; la consegna del pastorale da parte di Mons. Piazza; il gesto con cui Mons. Cirulli si è portato alla cattedra; il saluto dei sacerdoti consultori; e in ultimo la firma del verbale da parte di questi ultimi, del Pastore e dei sindaci di Alife Maria Luisa Di Tommaso, di Caiazzo Stefano Giaquinto, del subcommissario di Piedimonte Matese Giovanni Daniello.
Presenti i vescovi Mons. Valentino Di Cerbo, pastore emerito di Alife-Caiazzo; Mons. Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei; Mons. Pietro Lagnese, vescovo di Caserta; Mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, diocesi di origine di Mons. Cirulli.
Tra le autorità presenti, l’on. Carlo Sarro, deputato della Repubblica, originario e residente a Piedimonte Matese; il viceprefetto vicario di Caserta dott. Michele Lastella; a rappresentare la provincia di Caserta il consigliere dott. Vincenzo Golini; il presidente della Comunità Montana del Matese dott. Francesco Imperadore; il presidente della Comunità Montana di Monte Maggiore, dott. Pasquale Di Fruscio; il Presidente del Consorzio di Bonifica dott. Alfonso Santagata; il Direttore del Distretto Sanitario n.15 Antonio Orsi; il presidente del Gal Alto Casertano Manuela Lombardi e i sindaci dei 24 Comuni della Diocesi di Alife-Caiazzo. Poi le Religiose presenti in Diocesi e una piccola rappresentanza della comunità parrocchia le di Alife.

Dalla parola alla Vita. L’omelia
Sguardo sul presente – la Parola di Dio proclamata – e sul futuro della Chiesa che vive nella missione affidata ai Vescovi, ai sacerdoti, ai laici: in questo modo Mons. Cirulli ha nuovamente posto al centro la Parola incarnata, Gesù Cristo, “che sola rende capaci di cogliere il progetto di Dio, o potremmo dire, di guardare con gli stessi occhi di Dio. Ma Qual è il progetto di Dio? Il Crocifisso innalzato, come il serpente del deserto a cui bisogna rivolgere lo sguardo per ottenere perdono e salvezza; Egli è la novità ultima di Dio, il per-sempre di Dio (…). Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito: questa è la novità con cui bisogna sempre confrontarsi. Ed è su questa novità che siamo chiamati anche oggi come Chiesa diocesana a confrontarci per continuare il nostro cammino in questo momento particolare, dentro una situazione di grande sofferenza e difficoltà per il persistere di questa pandemia. Come evitare di essere solo ansiosi in attesa di poter riprendere lo stesso cammino di prima? Le stesse abitudini cultuali e pastorali? Come evitare di poter riprendere solo l’aratro lì dove l’avevamo lasciato? Come non comprendere che già ora ma soprattutto nel dopo pandemia ci ritroveremo in un mondo diverso, un mondo in cui come sempre deve risuonare l’annuncio del vangelo? Come?”. La risposta del Pastore torna ad emergere dal confronto con la Parola di Dio: “Tenendo gli occhi fissi su Gesù crocifisso e fermamente convinti di quella morte infamante ma salvifica, dobbiamo continuamente interrogarci se il nostro modo di relazionarci risponde alla chiamata che il Padre misericordioso nel crocifisso continua a rivolgerci”.
Una relazione che deve rispondere a quell’immagine di Chiesa corpo mistico di Cristo, che ne rispecchia le scelte di dono e di amore: “Dobbiamo verificare – ha aggiunto mons. Cirulli se il nostro modo di pensare, di scegliere, di agire, di progettare, di realizzare, faccia sempre i conti con il modo di pensare, di scegliere, di agire, di progettare, di realizzare del Signore Gesù”.

Cerimoniale subordinato alle norme antiCovid su cui ha sorvegliato un impeccabile servizio d’ordine al fine di garantire a tutti distanze sociali ma piena partecipazione alla Messa; per favorire quanti hanno seguito la messa in diretta streaming in maniera ancor più coinvolgente, la parrocchia della Cattedrale di Alife, oltre ad aver curato le riprese, ha provveduto al commento con spiker, anticipando i momenti del rito e spiegandone il significato e integrato con approfondimenti sul valore di questa celebrazione.

La Storia continua…
Al termine della messa, il saluto a nome della intera Diocesi di Alife-Caiazzo da parte di don Alfonso Caso, vicario generale. Un ricordo della Storia della Diocesi, dei due fiumi Alife e Caiazzo poi confluiti nell’unico alveo su cui si è innestato il lavoro dei vescovi mons. Campagna, mons. Comparone, mons. Farina, mons. Di Cerbo, quest’ultimo episcopato citato come quello del XXV della Diocesi, della visita pastorale, del I Sinodo diocesano.  “L’evento di oggi deve ricordare a Lei ed a noi tutti che siamo un popolo in cammino verso la pienezza del Regno, consapevoli che con la sua guida di pastore possiamo percorrere strada nuove, lungo le quali camminare sapendo che accanto a noi c’è il Cristo risorto, anche se molte volte, siamo come i discepoli di Emmaus “sciocchi e tardi di cuore” ed “incapaci a riconoscerlo” (Lc.24,13-35), talvolta persino nell’atto di spezzare il pane. Vogliamo chiederLe che la sua preghiera e la sua benedizione ci sostengano in questo cammino”.

Dal Vescovo ai Sacerdoti: “Vogliatemi bene”
Ringraziamenti dovuti e sentiti ai vescovi presenti, ai sacerdoti di Cerignola presenti, ai familiari che hanno seguito la cerimonia tramite il web; ai sacerdoti di Teano-Calvi venuto per condividere l’inizio di questo particolare momento che inevitabilmente tocca anche la vita di quella Diocesi e poi parole al Clero di Alife-Caiazzo: “Cari confratelli, grazie di quello che avete fatto di quello che fate di quello che farete”, l’invito a non perdere di vista lo scopo della vita: “annunciare il Vangelo, portare la salvezza a tutti quanto più possibile…” e l’invito ad incontrarsi per conoscersi, dialogare, progettare insieme… concludendo: “Aiutatemi, vogliatemi bene; siete i miei primi collaboratori perciò conto molto su di voi….”.

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