Giovanna Corsale – Il Venerdì Santo, quest’anno il 2 aprile, è la giornata dedicata alla Colletta per la Terra Santa, il sostegno a coloro che si occupano della cura dei luoghi in cui è scritta la storia di Gesù. Nel giorno in cui la cristianità ricorda la passione e la crocifissione di Cristo ogni parrocchia ha la possibilità di “tendere la mano” ai Francescani di Terra Santa, destinando a loro le offerte raccolte. Le comunità ecclesiali potranno riservare un aiuto concreto alla Fraternità Francescana per la realizzazione di opere pastorali, sociali ed educative in Palestina.
Da otto secoli i Francescani sono presenti al fianco dei cristiani che vivono nella terra che ha fatto da sfondo alla vita e alla morte di Gesù, tessendo le fila di un dialogo complicato con le altre realtà religiose. Ecumenismo e dialogo interreligioso sono nel contempo motore e fine della missione francescana, una missione che continua a far germogliare condivisione e cooperazione e che trova respiro in diversi contesti. Una convivenza con le Chiese locali la cui complessità ha radici storiche, ma che nei secoli è andata ammorbidendosi grazie soprattutto alla capacità mediatrice dei Francescani.
L’impegno francescano in Terra Santa si declina in attività riguardanti ambiti diversi: pastorale, sociale, cultura, comunicazione. Una delle manifestazioni più importanti dell’opera francescana è proprio quella educativa e formativa, indirizzata alla popolazione locale, laici e religiosi di ogni parte del mondo. Si pensi che dal 1550 in poi i Francescani hanno dato vita a una tradizione di formazione scolastica lunga e fruttuosa, con l’apertura della prima scuola parrocchiale a Betlemme, e poi a Gerusalemme e Nazareth.
L’offerta formativa francescana si perfeziona anche a livello universitario, come prova la fondazione dello Studium Biblicum Franciscanum istituzione per lo studio della Sacra Scrittura e dell’archeologia dei paesi biblici. Le molteplici iniziative promosse e realizzate dai Francescani di Terra Santa sono tutte improntate alla tolleranza e al rispetto pacifico delle culture e tradizioni ed è questo l’aspetto più incisivo di un “servizio” consolidato su un territorio difficile e fascinoso.