Giovanna Corsale – Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta della mission che i Francescani di Terra Santa portano avanti da otto secoli, in attesa dell’appuntamento con la Colletta del Venerdì Santo che, per ogni comunità cristiana, rappresenta l’occasione per sostenere l’attività dei frati. Un’attività versatile, che investe settori diversi, ma che ha come ragione di fondo la custodia dei luoghi che incarnano l’anima della cristianità. Un’impresa tutt’altro che semplice, che per i frati ha significato costruire su un terreno scosceso, dove convivono culture, etnie, fedi diverse e piantando semi di fraternità e tolleranza.
Prendersi cura dei luoghi in cui riecheggia la presenza di Gesù implica azioni concrete e quotidiane, ma quali? È papa Clemente VI nel 1342 con le bolle Gratias Agimus e Nuper Carissimae a stabilire la nascita giuridica della Custodia di Terra Santa, affidando al Ministro generale e al Ministro del vicino Oriente l’incarico di reperire dalle Province dell’Ordine per il servizio al Santo Sepolcro e al Cenacolo.
Da quel momento in poi il contributo dei frati ha cominciato a prendere forma, diventando sempre più importante e prezioso sia per le persone che in quella terra vivono, sia per i numerosi pellegrini di ogni parte del mondo accogliendoli e accompagnandoli sui passi di Gesù. Il 17 ottobre 2017 papa Francesco, in occasione degli 800 anni di presenza francescana in Terra Santa, ha rinnovato il mandato incoraggiandoli “a perseverare lieti nel sostenere questi nostri fratelli, soprattutto i più poveri e i più deboli; nell’educazione della gioventù”. (Leggi la lettera di papa Francesco del 2017).
Dal punto di vista liturgico, i Francescani animano le celebrazioni nei santuari, secondo il calendario liturgico annuale e garantiscono il corretto funzionamento delle varie strutture. Nel corso del tempo il percorso di evangelizzazione e le attività pastorali si sono potute intensificare grazie alla realizzazione di nuovi spazi. A supporto della multiforme attività svolta dai Francescani vi è dunque una dimensione liturgica curata e puntuale, che fa di loro “testimoni gioiosi del Risorto in Terra Santa“, come sottolinea papa Francesco.