Messa del Crisma in ascolto della Parola di Dio e nella preghiera corale quelle che Mons. Giacomo Cirulli ha presieduto ieri sera nella Cattedrale di Teano e stamattina nella Cattedrale di Alife.
Momento che celebra in modo particolare la vita sacerdotale e cui i presbiteri sono chiamati a rinnovare le promesse pronunciate nel giorno della propria Ordinazione: è il momento che sugella di fatto la comunione tra il Vescovo e i suoi sacerdoti la cui missione è affiancata dal servizio dei diaconi, dei fedeli laici…tutti i battezzati chiamati a servire il Vangelo.
In foto la Messa del Crisma nella Cattedrale di Teano
“Noi siamo la Chiesa e siamo chiamati a completare l’opera del Messia, qui e ora…”. Queste le parole del Vescovo Mons. Giacomo Cirulli, rivolte all’intera comunità presente, richiamo alla Sacra Scrittura proclamata durante la celebrazione, ai testi dell’antico e del nuovo testamento in cui al centro della missione di salvezza, affidata prima ai profeti e poi a Cristo, c’è il popolo, l’umanità di ieri e di oggi. L’attualità del messaggio è quanto mai concreta, “Perché la Parola di Dio ha parlato e parla ancora ed è la sola novità di vita, Gesù Cristo… da incontrare e accogliere”.
Lo stesso progetto di salvezza, prosecuzione della promessa di Dio, oggi Cristo lo condivide con la sua Chiesa, con quanti, vescovi, sacerdoti e laici sono chiamati ad essere carità, speranza, sale e luce, segno concreto della buona notizia: ”Siamo tutti re, profeti e sacerdoti” – così il vescovo richiamando la ministerialità dell’intero popolo dei battezzati – uniti in un sol corpo e uniti dovremmo essere in una sola intenzione”.
La triplice missione è nel dono ricevuto che si trasforma nella responsabilità di essere “ Sacerdoti perché dobbiamo offrire il culto gradito a Dio ogni giorno” nelle azioni quotidiane che ciascuno compie; poi “Re, perchè chiamati ad essere costruttori del Regno di Dio nel mondo; e Profeti, annunciatori della sua Parola”.
In foto la Messa del Crisma nella Cattedrale di Alife
Le parole di Mons. Cirulli si sono fatte preghiera “per l’unità così come il Signore ha pregato prima di consegnare se stesso alla morte, perché la Chiesa sia segno credibile… Questo deve farci riflettere molto. C’è una legge che deve essere vissuta, è la legge dell’amore di Dio e dell’amore per il prossimo fino al dono della vita. (…) Il dono di sè è una modalità di esecuzione: chi vuole essere il primo sia la vita e sia il servo di tutti”.
All’individualismo esasperato, il Vescovo ha chiesto la conversione: essere “io per Dio, io per gli altri” e non il contrario. “La mia realizzazione è dentro la realizzazione della salvezza del mio prossimo, nella chiesa”.
Al termine dell’omelia, la benedizione degli olii, dei catecumeni, degli infermi e il crisma “un farmaco per l’anima, per la conversione”, chiedendo ai sacerdoti che porteranno le ampolle nella parrocchie di condividere parole e significati di questi segni “da custodire benissimo”.