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Ci lascia suor Carla, una vita dedicata al Matese

I funerali di suor Carla saranno celebrati dal vescovo mons. Giacomo Cirulli oggi pomeriggio alle 15.30, presso la chiesa di san Benedetto in Piedimonte Matese

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Giovanna Corsale – Se n’è andata in silenzio, suor Carla, e con lei se ne va una testimone di autentica e fervente spiritualità. I funerali saranno celebrati dal vescovo mons. Giacomo Cirulli oggi pomeriggio, alle 15.30, presso la chiesa di san Benedetto a Piedimonte Matese e alla scomparsa di suor Carla si accompagna la tristezza delle consorelle del Monastero di Nostra Signora di Guadalupe e san Benedetto, compagne di un viaggio che è stato segnato dalla bellezza dell’annuncio cristiano. Ma oggi a piangere suor Carla è un’intera comunità, che si sente a lei legata da un affetto profondo, destinato a rimanere per sempre e a propagarsi dal cuore di Piedimonte, laddove sorge il monastero, nella memoria di quanti hanno potuto apprezzare la dolcezza e l’affabilità di una donna sempre pronta ad ascoltare e confortare attraverso la preghiera.

Nata a Napoli il 26 maggio del 1939, suor Carla, al secolo Maria Spagnuolo, trascorre la sua infanzia all’Oratorio di San Francesco Saverio Maria Bianchi, oggi venerato nella chiesa del Caravaggio nei pressi di piazza Dante. Un’esistenza intera imbevuta di fede, a partire dall’infanzia per arrivare, attraverso l’adolescenza, all’autunno del 1962, quando suor Carla partecipa a un ritiro spirituale proprio nel monastero di Piedimonte Matese. È qui che suor Carla si sente vocata, è questo il momento in cui prende coscienza della Verità, che era dentro di lei da sempre, ma che ora diventa più chiara e le apparterrà fino alla sua ultima ora.

suor-carla-piedimonte mateseSuor Carla è ricordata da tutti come colei che all’interno del monastero si dedicava prevalentemente alla cucina, ma che nella sua vita si è cimentata in tante altre attività: dalla cura dell’orto al ricamo, dalla cura della sacrestia all’asilo nei tempi passati, svolgendo perfino la mansione di portinaia. Nonostante i suoi gravi problemi alla vista, non ha mai perso la volontà di collaborare e rendersi utile, sempre guidata dall’entusiasmo di sentirsi amata dal Signore, che ha prevalso anche sui momenti di dubbio e difficoltà che non le sono mancati. La comunità diocesana vive oggi il dolore per la perdita di una monaca sempre salda nella fede, ma prima ancora di una donna che ha speso l’intera esistenza per il Matese.

Nell’aprile del 2015, in occasione dei suoi 50 anni di vita monastica, Clarus le ha dedicato un doppio approfondimento:
>>> Dal sito“Piedimonte Matese. Suor Carla, 50 anni “volati” in monastero;
>>> Dal cartaceo – “Dal cuore di Napoli al cuore della gente matesina” – rubrica Storie di Piccoli Successi 

 

 

 

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