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Diocesi / Via Lucis. “Guardiamo le cose di questa terra come Gesù”, l’invito di mons. Cirulli

Dalla "Solitudine" del Convento di Santa Maria Occorrevole in Piedimonte Matese mons. Giacomo Cirulli ha guidato la Via Lucis, insieme ai fedeli, ai frati e ai Novizi in formazione

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Giovanna Corsale – La luce non esisterebbe senza il buio, così come la certezza non potrebbe affermarsi senza passare attraverso il dubbio. Il cristiano è colui che non si stanca di chiedersi: “Ho fatto esperienza concreta della Salvezza?”. È su questa domanda che poggia il messaggio che mons. Giacomo Cirulli ha lasciato in consegna ai fedeli presenti alla Via Lucis sabato 11 aprile, tre per ognuna delle parrocchie cittadine in rappresentanza degli ambiti di Liturgia, Catechesi e Carità, i frati, i Novizi in formazione e a quanti hanno seguito online l’evento organizzato dagli Uffici Liturgico e Comunicazioni Sociali della diocesi di Alife-Caiazzo (GUARDA IL VIDEO).
La “Solitudine” del Convento francescano di Santa Maria Occorrevole in Piedimonte Matese ha fatto da cornice al cammino insieme a Gesù Risorto, attraverso la lettura di brani dei Vangeli, occasioni di spunto per meditare sui segni della salvezza. Il Vescovo si sofferma sul verbo “guardare”, che ricorre frequentemente in Sant’Agostino, fonte principale delle letture che hanno accompagnato il percorso di Luce e induce a fare come san Tommaso, il quale “ha creduto perché ha visto“, toccando con mano la ferita aperta da cui sgorga linfa della vita e della gioia. La fede del cristiano è come una lente in cui si riflette “la realtà della sua vita” e il Risorto non è qualcosa “che esiste solo nella mia mente, ma il concreto con cui mi confronto continuamente“.
Guardare le cose di questa terra così come le guarda Gesù, ma questo non significa dimettere questa vita” – prosegue il Pastore – ma al contrario, “osservare e penetrare la bellezza della nostra vita e dei luoghi che abitiamo con lo sguardo di Cristo Crocifisso” è l’invito che mons. Cirulli rivolge alla comunità, guardando con ammirazione l’armonico paesaggio arriso dai boschi del Matese.

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