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Piedimonte Matese. All’Ospedale Civile il primo intervento alla Tiroide con sofisticate tecniche di monitoraggio

L'équipe dei chirurghi guidata dal Direttore Gianfausto Iarrobino si è avvalsa del tutoraggio del dottore Stefano Spiezia e del supporto della strumentazione fornita da Medtronic® per un complesso intervento non invasivo ad una giovane paziente con cancro

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Per la prima volta all’Ospedale Civile di Piedimonte Matese un delicato intervento alla tiroide in una giovane paziente affetta da cancro con interessamento linfonodale. Venerdì scorso l’importante traguardo per il presidio sanitario del Matese.
Il reparto di Chirurgia diretto dal dott. Gianfausto Iarrobino, presso cui è stata accolta e diagnosticata la paziente, si è avvalso della tecnica del neuro monitoraggio continuo grazie alla collaborazione di Medtronic® (che ha fornito il sistema NIM® – Nerve Integrity Monitor) e alla disponibilità e tutoraggio in sala operatoria offerta dal dott. Stefano Spiezia direttore del reparto di Chirurgia endocrina ed ecoguidata dell’Ospedale del Mare di Napoli. A completare l’équipe in sala, accanto ai due medici dirigenti, anche i chirurghi di reparto Maria Diana Fidanza, Lorenzo Asciore e il medico anestesista Francesca Cecere.

Procedura lunga e complessa per l’alto numero di terminazioni nervose della regione anatomica interessata dall’intervento quali il nervo frenico, il nervo ipoglosso, i rami del plesso brachiale, i rami del plesso cervicale, il nervo vago, il ramo mandibolare del nervo facciale, il nervo laringeo superiore e quello inferiore. L’intervento condotto con questa nuova tecnica ha permesso di osservare in tempo reale la funzionalità delle strutture nervose, di isolarle e quindi di risparmiarle. “Si è concluso nei tempi previsti, in assenza di complicanze e lesioni nervose” come comunicato in una nota dal reparto di Chirurgia del presidio cittadino.

“Nella chirurgia tiroidea – si legge nel comunicato – così come in molti altri ambiti della chirurgia, la tecnologia amplifica il gesto chirurgico supportando l’accuratezza e l’esperienza del chirurgo che resta sempre imprescindibile protagonista” (Clicca per andare alla Sito del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Piedimonte Matese).

La “novità” rappresentata da questa tipologia di intervento, si affianca a tante altre che lo stesso reparto ha messo in cantiere e realizzato negli ultimi mesi, come l’implemento dellì80% di nuovi chirurghi; l’introduzione di strutture e device che fanno dell’Unità chirurgica una delle più avanzate dal punto di vista tecnologico della Campania; l’utilizzo
di strumentazioni che mancavano; la riqualificazione delle stanze di degenza; la rinnovata e intensa collaborazione con l’Associazione Angela Serra Onlus Caserta-Benevento che si occupa di prevenzione e screening… e un nuovissimo day surgery per piccoli interventi, separato dal reparto di ricovero per favorire maggiore efficienza e assistenza in entrambi gli spazi di accoglienza e cura.
Tutte imprese destinate a riqualificare servizi e soprattutto a far crescere la fiducia del territorio nella struttura pubblica matesina (clicca per sapere di più sul reparto).

La patologia nell’approfondimento del Reparto di Chirurgia
l cancro della tiroide è una neoplasia abbastanza diffusa. Rappresenta il 3-4% di tutti i tumori umani e colpisce soprattutto le donne tra i 40 e i 60 anni, essendo, in questa fascia di età, uno dei tumori più frequenti. Il numero di questi tumori è aumentato negli ultimi anni, anche grazie ai controlli ecografici che in precedenza non erano diffusi e che hanno portato a diagnosticare tumori in stadio iniziale e asintomatici.
Fra i fattori di rischio c’è la carenza di iodio che causa il gozzo (endemico nella nostra area geografica), spesso caratterizzato da numerosi noduli benigni della ghiandola che in alcuni casi può predisporre alla trasformazione maligna delle cellule.
Un altro fattore di rischio accertato è l’esposizione a radiazioni ionizzanti: il tumore della tiroide è più comune in persone che sono state trattate con radioterapia alla regione del collo oppure che sono state esposte a materiale radioattivo (si veda ad esempio i casi post esplosione delle bombe atomiche nella Seconda Guerra Mondiale, e post disastro di Černobyl).
Il segno più comune del tumore della tiroide è un nodulo isolato all’interno della ghiandola, che si evidenzia all’ecografia e che a volte si percepisce alla palpazione del collo in corrispondenza dell’organo.
Ovviamente non tutti i noduli tiroidei nascondono un cancro, nella grande maggioranza sono lesioni benigne, solo il 5-10 per cento dei noduli tiroidei può nascondere un tumore. In rari casi, generalmente i più aggressivi, il cancro può manifestarsi con una massa che cresce rapidamente e che coinvolge la tiroide ma anche i linfonodi latero-cervicali del collo. Questi ultimi possono essere spesso coinvolti anche nelle forme non gravi e devono essere ricercati e studiati. È utile ricordare che la funzione tiroidea non è quasi mai alterata dalla presenza dei noduli (benigni o maligni che siano), e spesso il paziente non ha alcun disturbo specifico.
L’esame più semplice e specifico per studiare la tiroide è l’ecografia, che permette di identificare la presenza di noduli, anche piccoli, i rapporti di questi  noduli con la ghiandola e i tessuti circostanti (inclusi i linfonodi) e le loro caratteristiche. Quando si evidenzia una lesione sospetta si può ricorrere all’agoaspirazione (fnab) con guida ecografica, che consente tramite un ago sottile, di aspirare alcune cellule del nodulo sospetto.  l’esame citologico delle cellule aspirate consentirà poi di stratificare il rischio di cancro.
La cura del tumore della tiroide è principalmente chirurgica. La chirurgia rappresenta infatti il trattamento di prima scelta anche se non l’unico trattamento. Si asporta normalmente tutta la ghiandola. Nondimeno un piccolo carcinoma papillare o follicolare della tiroide può essere curato con un intervento conservativo di emitirodectomia, cioè l’asportazione del solo lobo coinvolto, soprattutto se l’altro lobo risulta essere normale all’esame ecografico. I linfonodi coinvolti devono essere asportati.

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