Michele Raviart – Città del Vaticano
Il tema “Io sono con te tutti i giorni” scelto dal Papa per la prima giornata mondiale dei Nonni e degli Anziani, che si celebrerà il prossimo 25 luglio, pone l’attenzione sulla vicinanza e sul dialogo tra le generazioni. Un tema caro a Francesco, anche per quanto riguarda la trasmissione della fede. Un tema che appare ancora più significativo in questo tempo di pandemia, in cui il contatto di persona è stato limitato per proteggere le persone più vulnerabili come gli anziani. Una condizione particolare che ha favorito una sorta di “pedagogia dell’ascolto” per i più giovani, che hanno appreso l’importanza di far sentire la loro presenza ai loro nonni e rafforzando al tempo stesso le radici della loro storia famigliare, come spiega a Vatican News Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita.
Il tema della Giornata ha vari significati. Intanto, è stato scelto dal Santo Padre perché è un tema che immediatamente esprime il pensiero di vicinanza del Signore e della Chiesa ai nonni e alle persone anziane. In fondo “Io sono con te tutti i giorni” è l’espressione che tutti vorremmo sentirci dire dal Signore nel nostro cuore in ogni fase difficile o in ogni fase particolare della nostra vita, tanto più nell’età più avanzata. Il messaggio ha tuttavia anche un significato molto bello di dialogo intergenerazionale tra anziani e giovani. È il messaggio che i nonni possono rivolgere ai giovani se teniamo conto della missione di evangelizzazione, di annuncio della fede che gli anziani hanno nei loro confronti. Questo è un aspetto su cui Papa Francesco insiste molto, ma è anche un messaggio che i giovani possono dare ai nonni, possono dare agli anziani: “Ti sono vicino, sono con te sempre”. Questo messaggio è poi un modo che ci può aiutare, come Chiesa, a superare quella frammentazione intergenerazionale che oggi spezza il dialogo e che oggi può essere recuperato.
“Io sono con te tutti i giorni” è un principio che vale sempre, però è particolarmente importante in questo tempo difficile di pandemia. Che cosa significa stare vicino agli anziani oggi?
Sicuramente significa promuovere delle azioni anche personali, non solo pastorali di vicinanza ai nonni e agli anziani nelle famiglie e fuori dalle famiglie. Per esempio, in questo tempo di pandemia, tutte noi famiglie ci siamo rese conto della solitudine dei nostri nonni, dei nostri genitori e anziani. A volte, si è sviluppata davvero dentro le famiglie quasi una “pedagogia dell’ascolto”, facendo presente ai nostri figli l’importanza per esempio di una telefonata quotidiana ai nonni. Quanto è importante a volte farsi presente quotidianamente nei nonni che vivono lontani, che vivono da soli, che sono vedovi soprattutto quindi non vivono più in coppia, ma sono da soli a casa. Per i nostri figli questo ha significato tanto perché la domanda quotidiana “Hai sentito il nonno come sta? Ti sei fatto presente nella sua vita?” si traduce concretamente in una “pedagogia della tenerezza”, come dice Papa Francesco, dell’ascolto, dell’imparare il rispetto dell’altro e del mettersi nei suoi panni, soprattutto se è più fragile.
Parliamo del rapporto tra generazioni non soltanto con la vicinanza dei più giovani agli anziani, dei nipoti ai nonni, ma anche del ruolo che i nonni possono avere in questa vicinanza nel trasmettere la fede…
È molto importante. I nonni possono avere un ruolo determinante nella fede dei loro nipoti e dei più giovani e non solo nella trasmissione della fede e nel rapporto con Dio, ma anche nella trasmissione di una memoria, di valori, di radici che consentono ai giovani di capire chi sono e da dove vengono. La famosa domanda di Sant’Agostino: “Da dove vengo e dove vado?” ha bisogno nei nostri giovani di trovare una risposta anche in uno sguardo rivolto ai nonni, agli anziani, che ci fanno memoria di chi siamo e da dove veniamo. Questo è molto importante e naturalmente il discorso della fede è particolarmente significativo oggi nel dialogo intergenerazionale visto che in una società secolarizzata come la nostra spesso i genitori non riescono a trasmettere questo discorso della fede ai figli.
La giornata sarà il 25 luglio e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita proporrà alcuni strumenti pastorali per avvicinarsi a questa giornata. Di che cosa si tratta?
Ci saranno, per esempio, dei suggerimenti per le diocesi e le parrocchie che verranno messe a disposizione di tutto il mondo, con suggerimenti per le preghiere dei fedeli, per le omelie. Ci saranno tanti piccoli strumenti, ci sarà un’immagine che verrà proposta come icona. Strumenti che, dunque, consentiranno a livello locale di celebrare questa Giornata con le proprie comunità. E questo sarà molto importante, soprattutto in questo momento ancora di pandemia.
Fonte vaticannews.va