Giovanna Corsale – L’Associazione Storica del Caiatino compie 40 anni. È il 25 aprile del 1981 quando l’Associazione viene fondata per volontà di un gruppo di studiosi, conoscitori e amanti dei luoghi del Caiatino e delle restanti aree del Monte Maggiore, spingendo l’attenzione fino al Matese. Da quel 25 aprile tante le primavere che si sono succedute, diversi i capitoli di una storia in cui non sono mancati ostacoli e battute di arresto, ma che hanno sempre preluso a una rinascita.
Nel 2016, al termine di uno dei periodi più critici, una nuova stagione è iniziata per l’Ente caiatino, grazie alla tenacia di persone che decisero di unire competenze, esperienza, passione e volontà per un unico fine, ossia la valorizzazione del patrimonio archeologico, storico, geologico e letterario che appartiene alle comunità del Caiatino, ampliando lo sguardo fino al Monte Maggiore. Nel 2016 l’Associazione si riorganizza eleggendo un nuovo Direttivo e ritrovandosi nella nuova sede ubicata in alcuni locali dell’ex palazzo vescovile in piazza Santo Stefano, ricevuti dalla diocesi di Alife-Caiazzo allora guidata da mons. Valentino Di Cerbo.
Oggi al timone dell’Associazione nel ruolo di presidente vi è Ilaria Cervo, la quale ha preso in mano le redini dell’Ente nel 2016, per l’appunto. Prima di lei la carica di presidente è stata ricoperta da Bernardino Bolognese, Antonio De Simone, Ciro Antonio Sparano, Emilio Buccafusca, Nicola Sorbo, Aldo Cervo, Giovanni Fasulo, succeduto come presidente facente funzioni da Mario Califano. “Sono la prima donna presidente di questa Associazione che però ha spesso avuto nel suo direttivo figure femminili di rilievo, come Elvira Puorto e Renata Montanari de Simone che ne è stata anche, per un periodo, vicepresidente”, così Ilaria Cervo sottolinea l’importante presenza femminile all’interno dell’Associazione Storica del Caiatino, il loro contributo fattivo nella realizzazione delle attività promosse.
Un compleanno che “nella segreta speranza di arrivare a questa data dopo esserci lasciati il coronavirus alle spalle, non ci eravamo preparati all’idea di dover trascorrere in modo completamente diverso da quello che qualche anno fa avevamo immaginato: eventi, commemorazioni, ricordi vari da vivere in presenza, assembrati nella nostra sede o nella sala conferenze di Palazzo Mazziotti o nel Piccolo Teatro Jovinelli, ospitando, di volta in volta, coloro che in questi quarant’anni ci hanno onorato della loro presenza”. Un velo di nostalgia accompagna queste parole del presidente nel ricordare i tanti eventi, approfondimenti e confronti con docenti, studiosi e cultori di materie diverse, che hanno scandito questi 40 anni, prima che arrivasse il Covid.
Il tempo, tuttavia, fa il suo corso a prescindere da ogni cosa e anche dalla pandemia, così l’Associazione è arrivata al suo quarantesimo anno di esistenza e di presenza sul territorio, perché “il Covid-19 ha potuto fermare molte cose ma non ha spento il desiderio di fare cultura, anzi, semmai lo ha fortificato facendo emergere tutta l’importanza di essere padroni della conoscenza, di essere consapevoli della propria storia, delle proprie radici: conoscere il passato rimane una necessità per comprendere meglio il presente e affrontarlo con maggiore responsabilità”.
Quaranta anni di esperimenti culturali riusciti egregiamente e alimentati da una sete di conoscenza che “non deve spegnersi mai”, come sottolinea la presidente e l’augurio più grande è quello di fare tesoro degli obiettivi centrati, “comprendere i punti forti e i punti deboli e da questi ripartire”.