Noemi Riccitelli – L’edizione 2021 degli Oscar, i premi più ambiti, e anche discussi, delle produzioni cinematografiche internazionali, si sono tenuti lo scorso 25 aprile, in un anno in cui la maggior parte dei film in concorso non hanno fatto debutto in sala, bensì sulle principali piattaforme streaming. Tuttavia, l’ancora delicata e compromessa condizione del mondo dell’arte non ha scalfito la qualità delle opere candidate, che probabilmente saranno distribuite anche in sala con la progressiva riapertura dei cinema sul territorio nazionale.
Nella categoria dei candidati cortometraggi animati, ad aggiudicarsi l’Oscar è stato Se succede qualcosa vi voglio bene (If anything happens I love you), corto di 12 minuti scritto e diretto da Will McCormack (sceneggiatore del film d’animazione Disney-Pixar Toy Story 4) e Michael Govier.
Disponibile dal 20 novembre su Netflix, il corto è realizzato in collaborazione con l’associazione Everytown for Gun Safety e prodotto, tra l’altro, dall’attrice Laura Dern.
Il tema di fondo della storia è quello del mancato controllo della vendita delle armi negli Stati Uniti e le sue drammatiche conseguenze, come le sparatorie di massa in luoghi pubblici, di cui spesso arriva eco dai notiziari. Tragedie come queste, spesso, avvengono in scuole di ogni grado, rendendo l’incolumità dei bambini e dei più giovani quanto mai precaria.
La storia del corto, infatti, racconta il dolore di due genitori per la perdita della loro figlia, coinvolta in uno di questi episodi violenti.
I tratti dei protagonisti sono semplici: linee essenziali che però riescono a definire con la stessa efficacia di un volto umano lo stato d’animo più intimo e colpiscono dritti al cuore dello spettatore, che non può fare a meno di entrare in empatia con la vicenda narrata.
Schizzi di matita in bianco e nero, poi qualche colore: i disegni seguono la successione del racconto e l’andamento dei sentimenti dei protagonisti, dalla sofferenza del presente segnato dalla mancanza, al gioioso ricordo che riempie il vuoto.
I colori più vividi e intensi sono, tuttavia, quelli della bandiera americana che compare alla fine, verso cui si rivolge se non l’accusa, certo il duro invito a una seria riflessione sulle declinazioni di certe decisioni politiche.
Visione dolce-amara, ma necessaria.