L’episodio dell’arrivo di San Paolo a Gerusalemme, della paura con cui è accolto dalla comunità dei primi cristiani, è motivo per leggere e superare l’oggettiva difficoltà dei legami tra i credenti e di lettura del disegno di Dio: “episodio strano ma importante”, le parole di Mons. Giacomo Cirulli “perché ci parla della capacità della comunità ecclesiale di fare discernimento”. Lo ha detto il Vescovo in occasione della Messa celebrata nella parrocchia di Santa Croce in Raviscanina domenica scorsa, durante la quale l’accolito Paolo Carlone della comunità ha ricevuto l’ammissione all’Ordine sacro del Diaconato permanente. Giornata di festa a Raviscanina, dove l’arrivo del Pastore è stato salutato da tutti con gioia ed entusiasmo; accoglienza manifestata anche nel saluto che il sindaco Ermanno Masiello gli ha riservato davanti alla casa comunale. A condividere il momento di festa anche la comunità francescana di Santa Maria Occorrevole rappresentata da Padre Massimo Tunno e uno dei novizi, la forania di Ailano rappresentata dal vicario don Gregorio Urrego, il diacono Raffaele Fazzone, e un giovane seminarista della Diocesi di Teano-Calvi.
Alla Chiesa nascente di Gerusalemme è affidato il compito di discernere ciò che Dio vuole dal suo popolo, dopo la Resurrezione di Cristo “comprendere il disegno di Dio è il servizio più difficile per una comunità cristiana, ma anche un impegno che tocca da vicino ogni giorno la vita delle nostre chiese: discernere ogni giorno quello che Dio vuole, che lo Spirito Santo suggerisce, il suo modo di scrivere nella Storia è una questione di ieri e di oggi” straordinariamente narrata negli Atti degli Apostoli. Esperienza che si fa accoglienza totale di Dio non subordinato alla volontà dei singoli; ogni segno è ma letto alla luce della sua Parola. C’è una sicurezza di fondo tuttavia che accompagna il cammino della Chiesa in avanti non distogliendola dal suo procedere e rasserenandola nella paura di scelte distanti da quello che veramente Dio chiede, come accaduto ai primi seguaci e testimoni del Vangelo e come accade ancora… : sicurezza e certezze rafforzate per la presenza in mezzo alla comunità di figure di apostoli missionari… È il caso di Barnaba che garantisce alla chiesa di Gerusalemme la presenza sicura di Paolo, temuto, allontanato…eppure inviato da Dio.
Quella missione apostolica è anche per la Chiesa di oggi: “portare il Vangelo, non ai luoghi geograficamente distanti”, ha spiegato il Vescovo “ma ai luoghi della vita, della esperienza, della condivisione”, ai luoghi dove le umanità si incontrano e dove Cristo ha ancora parole e corpo da donare attraverso i missionari di oggi.
Papa Francesco e le sue Esortazioni, i suoi inviti; la pandemia da Covid19… I temi toccati da Mons. Cirulli per parlare del presente, per sollecitare una Chiesa in uscita e in azione sul modello della prima Chiesa; una comunità accogliente in se stessa ma anche disposta a mettersi in preghiera per discernere e accompagnare il cammino di chi, come l’accolito Paolo Carlone, si prepara – da laico – a servire più intensamente, più da vicino i fratelli mettendo la propria vita e il proprio tempo a disposizione della Chiesa, accanto al suo Vescovo. Un’esperienza su cui il Pastore, come già accaduto in altre occasioni, è tornato per confermare il ruolo e la responsabilità dell’impegno laicale e dare fiducia: “il calo delle vocazioni sacerdotali e religiosi, ma la viva risposta da parte di uomini e donne impegnati per la Parola, conferma che Dio non si è stancato di parlare, di suscitare nel suo popolo nuovi missionari…”. Alla comunità parrocchia di Santa Croce ha affidato il compito di pregare, di sostenere il cammino di un fratello che si è messo in ascolto e ha risposto sì.
Accanto a Paolo Carlone, la moglie Maria e il figlio Massimo, e nella preghiera anche la figlia Ines Suora della Congregazione “Figlie di Maria Missionaria” perché la scelta del cammino verso il diaconato permanente che egli ha intrapreso è condivisione, consenso, partecipazione…
“L’esempio di Paolo esorta ognuno di noi a riflettere e ripensare al nostro impegno”, sono state invece le parole del parroco don Armando Visone, che al termine della Messa ha rivolto il saluto al Vescovo, anche questa occasione per rendere grazie a Dio dei carismi donati. “Spesso, presi dalla quotidianità e dalle difficoltà, dimentichiamo dei talenti che il Signore ci ha donato, molti dei quali sono nascosti o quanto meno, invisibili agli altri, perché manca un passaggio fondamentale che è la predisposizione allo Spirito Santo, che fa nascere nuovi carismi di servizio ministeriale” (scarica il testo integrale).