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Lunga vita al libro! Pregiati testi antichi a portata di tutti. Il nuovo progetto di digitalizzazione della Biblioteca diocesana San Tommaso d’Aquino

Il progetto, denominato BiblioArcca è promosso dalla Scabec S.p.a., e finanziato con fondi Por Fesr 2014 – 2020 Asse II. Video e intervista al Direttore della Biblioteca, dott. Luigi Arrigo

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Lunga vita al libro!
Grazie alla modernità, alla tecnologia, alla lungimiranza di progetti che estendono la fruizione e la conoscenza di antichi testi troppe volte depositati e reclusi anche per il solo scopo di conservarlo al tempo, privandoli però della loro vocazione: parlare, raccontarsi, educare…

La Biblioteca San Tommaso d’Aquino della Diocesi di Alife-Caiazzo ha avviato in queste settimane un nuovo progetto di digitalizzazione per 100 volumi che completerà quella delle edizioni più antiche dei fondi della biblioteca, le “cinquecentine”, e alcune edizioni rare del fondo librario del vescovo Mons. Gennaro Di Giacomo (1848-1875) di argomento storico e archeologico. Il percorso di digitalizzazione dei volumi della Diocesi di Alife-Caiazzo, iniziato nel 2005, oggi conta 350 edizioni già digitalizzate per un totale di 100mila immagini fruibili attraverso il sito www.bibliodac.it e rintracciabili attraverso gli indici ufficiali del patrimonio librario italiano.

Tecnici della Società Scabec allestiscono lo scanner planetario nel fondo antico della Biblioteca diocesana

Il progetto, denominato BiblioArcca (Architettura della conoscenza Campana per Archivi e Biblioteche), è promosso dalla Scabec S.p.a., Società in house della Regione Campania, inserito nell’Ecosistema Digitale Cultura Campana, coordinato dalla Direzione Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania. È Finanziato con fondi Por Fesr 2014 – 2020 Asse II, in convenzione Consip Spc Lotto 3, e realizzato da Almaviva, società italiana leader nell’innovazione digitale, in collaborazione con il partner Consorzio CSA.

La Biblioteca diocesana di Alife-Caiazzo, tra le poche ecclesiastiche entrate nel progetto, ha allestito il suo cantiere nella sala “Don Giacomo Vitale” che custodisce circa 8mila testi antichi del patrimonio librario della Diocesi; qui quotidianamente i volumi oggetto di digitalizzazione sono esaminati, sfogliati, spolverati, poi passati allo scanner (un macchinario dotato di strumenti all’avanguardia per garantire elevata qualità della riproduzione) e nuovamente controllate le pagine e calibrata la resa cromatica, vengono “immortalati”. Prima che acquistino nuova vita, un ulteriore sistema di controllo e poi di impaginazione completa il lavoro. Il libri a quel punto saranno pronti per andare online ed essere consultabili (nella foto in alto Daniele Meloro, operatore di scanner planetari per la conservazione di volumi storici).
Qualche domanda al direttore della Biblioteca, Luigi Arrigo, per fare il punto della situazione come periodicamente facciamo, al fine di aggiornare i nostri lettori sulle attività, sulla mission di questo servizio culturale diocesano, risultato visibile dell’impegno di Vescovi, di uno staff qualificato di collaboratori, del supporto della Chiesa Cattolica Italiana grazie ai fondi dell’8xMille destinati alla promozione della cultura (vai al video).

La digitalizzazione in Biblioteca ha avuto inizio ormai da tempo: qual è il valore di tale servizio? Dove comincia questo percorso?
Questa intensa attività di digitalizzazione è iniziata nel 2015 grazie al progetto La memoria al futuro che ha interessato anche i documenti dell’Archivio Storico. Con questo progetto abbiamo aderito alla BDI, Biblioteca Digitale Italiana, dove è stata aperta la sezione dedicata alla nostra collezione digitale. A distanza di cinque anni dall’avvio di questo lavoro,  possibile anche grazie al fatto che ci siamo dotati di uno scanner planetario di ultimissima generazione, il servizio fornito online nel nostro OPAC (bibliodac.it) è ancora all’avanguardia. La ricerca nel catalogo, infatti, restituisce oltre alla notizia bibliografica anche l’intero libro digitalizzato, che è possibile sfogliare e consultare, quindi, direttamente da remoto.

Sempre più contatti “in rete”: il libro è accessibile anche a distanza e senza il rischio di logorarne ripetutamente l’aspetto; conoscenza e sicurezza sono la nuova conquista della digitalizzazione…
Affermazione verissima, e la pandemia, con la conseguente chiusura delle biblioteche, ha esteso questo concetto e questa esigenza anche alle edizioni moderne. Prima, infatti, l’attività di digitalizzazione riguardava quasi esclusivamente il libro antico… Ora il “document delivery” è uno dei servizi principali attivati nelle biblioteche e l’utente è sempre più alla ricerca dell’assistenza del bibliotecario per le sue ricerche e i suoi studi, anche chiedendo la riproduzione digitale di articoli o libri. La mole di lavoro è aumentata a dismisura, certamente, ma si va creando una nuova forma di relazione tra utente e bibliotecario che se da un lato esalta la funzione di “mediatore culturale” di quest’ultimo, dall’altro rischia di spersonalizzare la funzione di luogo di incontro e di laboratorio culturale delle istituzioni bibliotecarie. Insomma, si sono aperte nuove frontiere ma anche la necessità di elaborare una strada nuova che medi tra aspetti positivi e negativi.

 

Com’è cambiata e/o come è cresciuta la mission della Biblioteca diocesana grazie a questi servizi, ma anche a presunti aspetti negativi di cui si parla…?
Le biblioteche diocesane sono le eredi delle biblioteche dei Seminari, luoghi di studio e di ricerca “specialistici” e dedicati ad una missione prevalente: sostenere la crescita culturale e spirituale dei futuri sacerdoti. Oggi invece la formazione è concentrata nei seminari regionali o altri istituti formativi e così per le Scuole di formazione teologica… Questi giacimenti culturali rischiavano di restare depositi polverosi o mere raccolte di conservazione. La Conferenza Episcopale Italiana, già da un ventennio promuove una nuova apertura alle esigenze delle comunità e la biblioteca diocesana, pur mantenendo la sua missione pastorale e di luogo di promozione e conservazione del percorso culturale della comunità ecclesiale locale, cerca di rispondere alle esigenze del territorio con un occhio attento all’utenza e alle sue richieste. La nostra biblioteca, che ha sottoscritto convenzioni con tutti gli Atenei campani e con l’Università di Cassino, oggi è frequentata soprattutto da giovani universitari che qui trovano un luogo idoneo allo studio, alla ricerca e una consulenza che tentiamo di specializzare sempre più. Su un patrimonio di circa 44mila volumi, quasi 2 terzi sono riservati a discipline umanistiche ma sono attivi anche abbonamenti a periodici scientifici… La possibilità del prestito interbibliotecario, della digitalizzazione partecipata con altre biblioteche, aumenta a dismisura la “capacità di risposta” creando di fatto un catalogo molto più ampio di quello esistente. Il rapporto personale e le iniziative culturali proposte ai giovani, con dibattiti, approfondimenti e confronto con la realtà ecclesiale, qualificano ulteriormente la missione pastorale propria di una biblioteca diocesana.

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