Suor Marina Sperati è morta nella sua Africa, lì dove aveva invitato tanti giovani a fare un’esperienza forte, a toccare con mano la vita e la povertà di bambini e famiglie ai margini del mondo. Ed era solita ripetere “ma che paura c’è? Coraggio… ti aspetto!”.
Questa mattina, il vescovo Mons. Giacomo Cirulli, ha pregato per la sua anima nella messa celebrata nella Cappella dell’Episcopio in Piedimonte Matese.
Il Covid, lì dove colpisce a morte, nei paesi più poveri e lontani, ha ferito anche lei inesorabilmente; intubata e in coma farmacologico, è stata curata con i pochi medicinali reperibili dalle sue consorelle.
Viterbese di origine; era entrata giovanissima nella congregazione religiosa delle Maestre Pie Venerini e dedicato la sua vocazione all’educazione dei più piccoli, sia in Italia in ambito scolastico che all’estero. Il prossimo 14 maggio avrebbe compiuto 67 anni.
Il Servizio agli ultimi era diventata la sua scelta di vita, il suo bagaglio di viaggio in giro per il mondo, lo stesso che ha portato con sé quando è arrivata nella Diocesi di Alife-Caiazzo dal 2004 al 2009, inviata nella comunità religiosa con sede a SS. Giovanni e Paolo, frazione di Caiazzo.
Famiglie, anziani, poveri, ma soprattutto i giovani sono stati i destinatari del suo impegno, tanto da coinvolgersi in quegli anni nella attività del Servizio diocesano per la Pastorale giovanile accanto al sacerdote don Armando Visone, parroco nella stessa frazione caiatina.
Il ricordo della sua morte ha fatto il giro tra coloro che l’hanno conosciuta, tutti segnati da un tratto distintivo della sua persona: non c’era ostacolo per Suor Marina che le impedisse di infondere coraggio, di trovare soluzioni, di dare motivazioni, di vedere una luce, di stare nella vita con il sorriso e l’entusiasmo, di giocare divertendosi e di mettersi in gioco con scelte più impegnative. Dall’aria apparentemente ingenua ma capace, in un confronto serrato e serio di riportare tutto, con saggezza e determinazione, alla parola di Dio.
“Il mio ministero sacerdotale è iniziato con Suor Marina accanto… e non senza scontri. Ma nelle difficoltà e nelle prove, nelle divergenze e nei ripetuti confronti, nei progetti condivisi è stata una madre, una sorella, un’amica fondamentale per la mia crescita umana e spirituale”, le parole di don Armando Visone che dopo gli anni vissuti a contatto con lei non ha interrotto la bella amicizia costruita, tanto da invitarla più volte e non da ultimo nel settembre 2019 quando tornando temporaneamente in Italia, Suor Marina ha fatto tappa sia a SS. Giovani e Paolo che a Raviscanina, raccontando di un suo recente progetto per l’Africa e coinvolgendo direttamente ai confini del mondo una giovane della Diocesi di Alife-Caiazzo.
“Il Signore ti doni quella corona di gloria per la quale hai corso nella tua vita e che ora riceverai per la vita eterna” le parole di don Armando che nella giornata di ieri, appena saputa la notizia, ha pregato per lei con la comunità parrocchiale di Santa Croce in Raviscanina e lo farà ancora celebrando una Messa in suo suffragio venerdì 14 maggio alle 18.30 in parrocchia (trasmessa sulla pagina facebook Parrocchia Santa Croce) invitando quanti hanno condiviso con questa piccola e robusta testimone del Vangelo un tratto di strada. “Dalla morte di Suor Marina non può non venire un appello ancora più forte alla solidarietà, al sostegno per quanti vivono nel bisogno lontano da noi, a quanti missionari martiri si spendono perché il Vangelo raggiunga ogni fratello. Ma l’appello è anche alla prudenza, al rispetto delle regole, alla serietà degli impegni cui un’esperienza come il Covid ci insegna, anche rinunciando a qualche esperienza di libertà”.
Suor Marina ha testimoniato Cristo.
Sì che lo ha fatto non escludendo nessuno dal suo sguardo e dalle sue prospettive; ha raccontato e rivelato che la vita donata per gli altri è una vita felice, completa, libera…