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A Prata Sannita, frammenti di Storia sparsi ovunque. L’intervista al Gruppo Archeologico locale: 40 anni di attività, un nuovo sito e idee in cantiere

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Prata Sannita, tra i borghi del Matese più suggestivi…
È la sua conformazione, Prata di sopra, con storici edifici sacri e civili, e il sottostante Borgo Medievale a suggerire un itinerario che percorre la preistoria, la storia antica, quella medievale, moderna, sfiorando aneddoti e ricerche che giungono fino alla Seconda guerra mondiale.
In questo passato di uomini, cultura e arte si inserisce la forza della natura che si accompagna come motivo narrante all’intero contesto: lo scorrere prima tumultuoso e poi semplicemente vivace del fiume Lete, i boschi e i sentieri circostanti, sono la cornice di un racconto eterno e lento, come la vita del paese che oggi conta appena 1.400 abitati, di cui poco meno di 100 ancora resistono nel suggestivo borgo medievale.
Abbiamo percorso vicoli e strade in compagnia del Gruppo Archeologico Prata Sannita, che da pochi giorni ha rilanciato il proprio sito web aggiornato di testi, foto, itinerari, contenuti esclusivi (vai al SITO).
Il GAPS, è protagonista da 40 anni di un permanente lavoro di studio e riscoperta dei luoghi, e a volte uscendo dalla specifica materia, si è reso protagonista di iniziative culturali ugualmente mirate ad animare e valorizzare il territorio. Nato dalla volontà dei giovani del luogo, sotto la guida della dott.ssa Lucia Maria Daga Scuncio (attualmente Direttore scientifico del GAPS), con l’intento di scoprire e far conoscere il borgo e la sua storia, pur rallentando il passo in alcuni momenti, il Gruppo, non ha mai spesso di produrre silenziosamente risultati e porre fondamenta ad un tessuto di conoscenze storiche sempre più accreditate.
Sono poche le immagini (in foto e in video) che raccontano di loro e del borgo, ma vogliono essere di “provocazione” per quanti solo alla ricerca di spazi da conoscere o di luoghi da migliorare con idee e proposte… perché nulla vada perduto, ma onorato; perché le radici rafforzino le identità dei luoghi e suscitino nuove passioni come queste, riconoscenza verso il sacro, verso la storia, verso la vita che da secoli qui si anima…

 

Alcune domande, al presidente del GAPS, Santillo Martinelli che condivide con un gruppo di amici l’esperienza di studio e promozione di Prata Sannita: pubblicazioni, eventi, laboratori sono l’impegno costante, ma in cantiere c’è dell’altro…

È online il nuovo sito internet del GAPS, finestra su Prata Sannita e non solo… Come avete organizzato questo nuovo spazio?
Grazie al nostro webmaster Antonio Maddalena abbiamo potuto organizzare questo nuovo spazio in modo che il visitatore possa fruire facilmente della documentazione storico- archeologica prodotta durante i quaranta anni di ricerca della nostra Associazione svolta nel territorio di Prata e dei comuni vicini, per i quali prevediamo un ampliamento con l’aggiunta di nuovi contenuti. Il sito oltre alla parte puramente scientifica racconta anche la nostra storia, i metodi di ricerca e le attività di divulgazione che in questi anni hanno contributo alla conoscenza del territorio in cui abbiamo operato.

Santillo Martinelli e Giovanna De Luca mostrano il disegno che ha permesso la riproduzione dell’antico pavimento maiolicato della Chiesa di San Pancrazio nel 2001 a cura del GAPS

Da dove nasce l’esigenza di un rinnovamento?
I tempi in cui viviamo corrono a grande velocità, ed è necessario anche per la cultura adeguarsi ed offrire mezzi più comodi e veloci per l’utenza. La insostituibile presenza fisica va necessariamente affiancata e stimolata con l’ausilio di tecnologie digitali di cui non si può più fare a meno, sia nel campo dello studio che della ricerca e della divulgazione. Un sito web accattivante nella forma, ma ricco di contenuti e facilmente consultabile, consente di allacciare un contatto immediato e colmare notevoli distanze, penso non solo a chi vive in questi luoghi, ma agli emigranti che rivendicano con orgoglio le proprie origini, agli studiosi che si approcciano a nuove ricerche considerando chi abita il luogo e lo conosce approfonditamente, un valido punto di riferimento.
Non meno importanti occasioni per la divulgazione presso un pubblico più ampio e variegato, sono le pagine social che abbiamo attivato per proporre contenuti non solo archeologici e non solo del nostro territorio, essi infatti ospitano notizie e post culturali di tutti coloro che hanno attività e notizie da condividere con noi; questo fa sì che chi le consulta anche tramite il nostro sito web ufficiale, trovi una specie di giornale che informa ogni giorno su quel che accade in Italia ed anche all’estero nel campo dei Beni Culturali e del Volontariato; è un ottimo e veloce mezzo per scambiarsi informazioni e dare risalto a ricerche ed eventi.

La Chiesa parrocchiale di San Pancrazio ospita l’evento “Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata”, (9-11 ottobre 2020) a cura del GAPS in cui viene presentato il II volume de “I quaderni del GAPS” dedicato al Convento di San Francesco

Quale messaggio di fondo intendete far passare?
Viviamo in luogo ancora a “misura d’uomo” che merita il rispetto e la giusta considerazione, in questi periodi difficili per la nota pandemia si parla tanto di beni culturali cosiddetti “minori” da valorizzare e da proteggere, luoghi anch’essi ricchi di storia e cultura, poco conosciuti, ma poi molto apprezzati da chi li visita. La nostra missione è quella di suscitare curiosità ed interesse, offrire momenti culturali e occasioni di incontro con l’immutato entusiasmo che da quaranta anni ci vede volontariamente impegnati.

Ci sono “tesori” ancora non svelati sul territorio che necessitano di maggiore conoscenza?
Certamente si! abbiamo fatto un grosso lavoro, ma tanto ancora ne resta da fare, in alcuni casi lo studio, la ricerca e la catalogazione dei materiali raccolti sul terreno, richiede tempi lunghi. Penso a quanto ancora c’è da approfondire per lo studio dei materiali preistorici provenienti dal sito “Pantani Fragneto” i cui materiali più antichi risalgono al Paleolitico Medio e datano a partire da circa 70.000 anni fa, quando il luogo era abitato dall’Uomo di Neanderthal. Penso poi alle zone ed hai territori dei Comuni limitrofi dove ancora un lavoro di ricerca sistematico non è stato fatto.

Quali iniziative in cantiere?
Appena sarà possibile, data la situazione Covid che stiamo vivendo, abbiamo intenzione innanzitutto di organizzare giornate di incontro con visite culturali di interpretazione del paesaggio, guidando i partecipanti attraverso i centri abitati ed i monumenti di Prata e del circondario. Poi la realizzazione di percorsi Turistico Culturali in collaborazione con l’Ente Parco Regionale del Matese; la promozione di convegni ma anche la disponibilità ad ospitare studiosi ed associazioni che si interessano al nostro territorio con le quali interagire con cui abbiamo già solidi contatti. Intendiamo continuare la pubblicazione periodica di ricerche, attraverso la collana di studi che abbiamo chiamato “I quaderni del G.A.P.S” (in preparazione il terzo numero). In cantiere la promozione di attività didattiche presso le istituzioni scolastiche locali, attraverso lezioni, questionari, laboratori ecc.

C’è un evento singolare che avete già curato in passato…
Si, puntiamo ad organizzare per il terzo anno consecutivo la manifestazione nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia “Archeologia Ritrovata” premiata più volte dal Presidente della Repubblica Italiana; lo scopo di questa iniziativa che si tiene il prossimo secondo fine settimana di ottobre è quello di valorizzare luoghi e monumenti poco conosciuti.
Tra i sogni più ambiziosi, invece, intendiamo proporre agli amministratori di Prata, dei Comuni vicini ed alle Istituzioni preposte, un progetto di musealizzazione per la realizzazione di una mostra permanente o un antiquarium che raccolga le testimonianze dell’intera zona di nostro interesse.

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