Tutto questo dolce peso lo sente Antonietta Melillo, di Alife, che ha fatto della cipolla alifana un lavoro e un valore aprendola ad una sempre maggiore conoscenza nell’ambito della alta cucina italiana come in quella tradizionale.
Ieri, per tutto questo, e in particolare per l’innovazione del suo lavoro, esattamente per la Cipolla alifana in agrodolce, l’Accademia Italiana della Cucina le ha conferito il “Premio Dino Villani” con la seguente motivazione: “Al produttore” che si sia distinto nella lavorazione artigianale di un “prodotto alimentare” di rilevante e specifica qualità organolettica, lavorato con ingredienti nazionali tracciabili, di prima qualità e con ben identificata tipicità locale.
A consegnarle il riconoscimento, nella sala consiliare del Comune di Alife, il dott. Antonio Malorni, rappresentante provinciale della storica Accademia italiana e con lui i colleghi Delegati Vincenzo De Rosa, Stefano Malorni e il tesoriere Pietro De Pascale.
L’orgoglio e l’emozione del sindaco Maria Luisa Di Tommaso, accompagnata dal Consigliere Silvia Di Muccio, in apertura della cerimonia, evidenziando come vivacità ed entusiasmo siano stati da sempre le armi vincenti di Antonietta Melillo, e il bagaglio che le ha permesso di arrivare tanto lontano, sì da far conoscere la Cipolla di Alife in tutto il mondo: “il suo esempio deve motivare le nostre scelte quotidiane a fare sempre meglio, sperando che anche altri si aprano a simili prospettive”.
“Un traguardo condiviso con molti…” è stata la riflessione aggiunta di Manuel Lombardi, presidente provinciale Coldiretti e produttore di un altro prodotto pluripremiato come il pecorino Conciato romano, presente alla cerimonia in veste di produttore più volte premiato in ambito nazionale, e dalla Stessa Accademia.
“Ogni risultato positivo, ogni traguardo raggiunto portano con sè più volti, più nomi, lavoro condiviso e scelte di famiglia” ha sottolineato Lombardi ricordando la sua esperienza personale ma anche quella di Antonietta Melillo.
Ecco perchè un premio e il riconoscimento della qualità di alcuni progetti non può che essere il frutto del lavoro di squadra il cui obiettivo finale non è solo il mercato ma soprattutto raccontare una terra (Alife e i piccoli borghi del circondario) quale luogo di bene e di buono, di bello e di sogni realizzati sdoganando il pensiero comune che vede i centri minori dell’Alto Casertano perennemente uniformati ai colori tetri di quella geografia della provincia di Caserta scurita dai fumi della terra dei fuochi a cui si associano una lunga scia di mali sociali, economici, morali…
“La cipolla alifana – così Lombardi – non è solo un prodotto ma anche buon vivere e noi di questo buon vivere, in provincia di Caserta, ne siamo i custodi“. Ma l’impegno è quello di andare avanti, coinvolgere altri nell’idea comune di diventare terre accoglienti, gentili, pronte all’incontro con il turismo lento che fa capolino nelle nostre comunità dall’Italia e dall’Estero. “Puntare sul mondo della Scuola quale laboratorio che coltivi sensibilità per l’accoglienza, l’arte, la cultura, la progettualità sul futuro dei nostri territori”, ha concluso il Presidente di Coldiretti Caserta.
Cipolla alifana diventa perciò non solo un premio e identificazione di luogo, ma esperienza da cui ripartire ogni giorno per costruire il futuro: storia (antica e moderna di Alife), radici, imprenditorialità, cooperazione, sviluppo, conoscenza…e coscienza sono gli ingredienti da aggiungere e trasformare insieme perché questi racconti non rimangano celebrazioni da prima pagina, ma diventino le fitte pagine della agenda politica, della riflessione civica ma anche di quella morale nei nostri territori.