L’artista gentile e appassionato che ha sempre sentito su di sé la responsabilità di portare il passato nel futuro, di tenere unita la storia di ieri e di oggi dedicando alla terra dove è vissuto, tempo ed energie per fare dell’arte un’esperienza viva, tangibile, amica…
Il professore Alessandro Parisi, nato ad Alife nel 1946, è deceduto ieri presso l’ospedale civile di Piedimonte Matese dove era ricoverato da qualche giorno; negli ultimi anni le sue condizioni di salute si erano aggravate, ma il suo impeto e il suo genio no… gli occhi ancora parlavano il linguaggio più nitido e vivace, esprimevano il grido di salvare e raccontare bellezza. Lo avevamo colto nello sguardo intenso con cui cercava di dare vigore e valore alle parole pronunciate – non senza fatica – appena due anni fa, nella nostra Redazione, quando è venuto a raccontarci uno dei suoi ultimi e più originali progetti artistici: La grande storia del Sannio raccontata a fumetti, opera che non avrà mai più eguali per l’originalità e la capacità di sintesi tra ricerca storica, disegno, linguaggio presentato al Premio Internazionale Spoleto Art Festival 2019. Un lavoro che nella introduzione da lui scritta confermava la vocazione di una vita: “Sono nato nel 1946 in questo antichissimo paese chiamato Alife. Sono onorato verso chi mi ha generato dandomi la vita e la curiosità di capire tutto ciò – o quasi – che mi circonda: le pianure, i torrenti, le sorgenti e le montagne, con le strette valli al fianco dei colli (Kalles), dei rovi coperti e il suo nome misterioso, il poleonimo che è “Alipha” (greco, osco, etrusco) e Allifae (latino ALIFE)”.
(L’intervista rilasciata a Clarus il 14 febbraio 2019 CLICCA).
La notizia della sua morte ha riunito la comunità, e per comunità intendiamo non solo la sua Alife ma anche i centri limitrofi, tra cui la città di Piedimonte Matese che conserva alcune sue opere.
La scultura, la sua grande passione, ma il disegno il suo irrequieto genio eterno sprigionato dalle mani fin da bambino.
Dopo la scuola dell’obbligo si iscrisse al Liceo Artistico a Napoli riscuotendo successo nel suo Istituto per le sue qualità grafiche e pittoriche (già in questi anni realizza opere di olio su tela di gran pregio). “Fu il prof. Giovanni De Biasi – spiega il fratello Gianni – che lo fece conoscere al pubblico colto piedimontese che ben presto ne apprezzò le straordinarie doti”. Finiti gli studi liceali si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Napoli, Corso di Decorazione, tenuto allora dal Maestro Capogrossi; terminato questo percorso iniziò precocemente il servizio scolastico, dapprima nei licei della Campania e poi, dopo aver vinto un concorso, sempre con il massimo dei voti, presso i Licei Artistici del Lazio. Sin da subito la sua partecipazione a innumerevoli mostre, la prima – importantissima – fu l’esposizione alla Quadriennale Di Roma, intitolata “Le nuove generazioni”.
Ha condiviso i suoi lavori e i progetti, sempre in famiglia; accanto a lui per diverse opere sia destinate al territorio che a contesti esterni, il fratello Gianni, particolarmente dedico alla pittura oltre che alla ricerca storica locale a alla sua promozione. Più volte negli anni, quest’ultimo ha condiviso ricordi di quell’opera he meglio esprimeva l’orgoglio di un lavoro a quattro mani per la comunità locale alifana, ossia la realizzazione del busto argenteo del patrono di Alife, San Sisto I, papa e martire, che nel 1986 sostituiva la medesima antica opera trafugata dalla Cattedrale.
È un lungo elenco di realizzazioni e di riconoscimenti quello che si associa all’esperienza del maestro Sandrino Parisi: il primo accostamento va alla fontana Nuova di Piazza Carmine a Piedimonte Matese – omaggio ai monti e alle acque del Matese – per la cronaca di pochi gironi fa che l’ha vista recuperata al suo iniziale valore e riconsegnata alla comunità civile sabato scorso in una cerimonia in cui il nome di Parisi è più volte tornato. Sempre in Città parla di lui la statua bronzea del Corridore del Cila, in Piazza De Benedictis, riproduzione a grandezza naturale della più piccola statua votiva sannita rinvenuta nel 1928 tra le mura ciclopiche del Monte Cila, risalente circa al 460 a. C.
E ancora l’omaggio al mondo del Calcio locale attraverso le decorazioni all’ingresso dello Stadio comunale della Città (loc. Sepicciano).
Alife, la sua città natale, lo ha visto in campo ancora una volta per un’altra impresa, anch’essa unica (purtroppo!) legata al recupero del patrimonio archeologico quando da Assessore del Patrimonio Storico-Archeologico del Comune con il sindaco Roberto Vitelli si occupò tra il 2007 e il 2008 degli scavi del Criptoportico Romano e poi dell’Anfiteatro dando concretezza e serietà ad un progetto avviato dalla precedente Amministrazione guidata da Giovanni Guadagno e ad altri numerosi progetti di riqualificazione (nella foto Parisi e Vitelli).
Parole di riconoscenza su questo tipo di impegno e di missione da parte dell’Archeologo Federico Marazzi, studioso e conoscitore dei luoghi e impegnato in quelle campagne di scavo: “Per lui quella fu una vera e propria missione, che interpretò contro mille resistenze con testarda determinazione e che sentiva di dover compiere perché la sua sensibilità di artista gli permetteva di “vedere”, al di là delle rovine che gli scavi riportavano alla luce, la vita e l’identità dei luoghi del passato”.
Parla del maestro Sandrino anche la fontana L’Etè in Piazza Santa Caterina, opera di fonderia napoletana sui modelli francesi di Jean-Pierre Victor Andrè di cui Parisi, riconoscendone il valore e il suo significato per il locale contesto rurale curò il restauro. Sempre ad Alife, realizzò per la chiesa di Santa Caterina il rosone in vetri policromi.
Contesti civili e sacri portano la sua firma, piccole e grandi opere, alcune donate con discrezione altre su commissione per celebrare eventi e momenti storici ma tutte accompagnate dal bisogno impellente di condividere una passione e sensibilizzare al gusto della bellezza che salva, che rinnova la vita, che rende gli uomini migliori.
E di lui abbiamo detto solo qualcosa.
I funerali saranno celebrati oggi nella sua Alife, in Cattedrale, alle 15.30.
una ricchezza spirituale , una energia creativa , una visionaria fuga nell ‘ arte come ininterrotto rifugio non contaminabile dalle coercizioni e dai compromessi della vita , fonte inesausta di dolcezza , serenità , sorriso : tutto ciò riceveva quotidianamente dal proprio talento figurativo , immaginifico e rappresentativo che traduceva in AMORE , un sentimento salvifico che resiste anche alla consunzione della mente e del corpo e che è chiaramente rintracciabile in tutte le sue opere .